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Cronaca
Gudmorning London
Parte 40: Gogol Bordello: la napoletanita’ dello gypsy punk
di Laura Bonetti
A parte il candore della pelle e i tratti quasi russi, Eugene Hutz potrebbe essere napoletano. Napoli lui la ricorda nei giorni in cui faceva il lavavetri. Prima di trasferirsi negli Stati Uniti e diventare famoso con i Gogol Bordello. Di italiano ha ‘conservato’ alcune parole nei loro testi e parte del nome; l’altra meta’ appartiene a Nikolai Gogol, scrittore russo ma nato in Ucraina, che ha avuto l’influenza di esportare tradizioni e costumi ucraini in Russia. Nello stesso modo, i Gogol Bordello si prefiggono di esportare la cultura ‘gypsy’ nel mondo. All’inizio avevano deciso di chiamarsi Bela Bartok, ma Hutz cambio’ idea dato che, secondo lui, negli Stati Uniti nessuno avrebbe riconosciuto la referenza al compositiore ungherese.

 La loro musica assomiglia tanto alla nostra taranta e ha lo scopo di divertire ma far anche pensare gli ascoltatori. I temi vanno dall’amore all’immigrazione e la band racchiude diverse nazionalita’ che vanno da Israele all’Etiopia, passando per la Russia. L’altra punta del gruppo e’ Sergey Ryabtsev, violinista, che in precedenza era un direttore teatrale a Mosca. Sergey incanta con le sue melodie e con le sue bizzarre espressioni facciali. La band usa gli strumenti piu’ disparati che vanno dalla fisarmonica alle percussioni.

Venerdi’ hanno suonato a Londra all’Hammersmith Apollo e, come in ogni concerto, hanno fatto il sold out. Il pubblico e’ composto da persone di tutte le eta’e nazionalita’ che si riuniscono per partecipare ad una grande festa. Per due ore Eugene e compagni non smettono di suonare, cantare, ballare e intrattenere il pubblico con melodie che passano da struggenti litanie a canzoni piene di energia e dal ritmo veloce. Da intrattenitori di matrimoni di immigrati dall'Est Europa a New York a band dalla fama internazionale, la strada e’ stata lunga ma proficua. Well, done Mr Hutz!

Colonna Sonora:  Gogol Bordello, “Not a crime”




9/5/2010
  
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