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Anno  - N°118 - 27 Aprile 2024
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Cultura
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Piazze, strade e luoghi tipici Palazzi storici e musei
La Storia di Napoli
Piazze, strade e luoghi tipici
Piazze, strade e luoghi tipici
Tra le arterie principali di Napoli vi è di certo Via Toledo, fino a pochi anni fa denominata "Via Roma". Da qualche anno ha ripreso il nome che ricorda il viceré Pedro de Toledo che la edificò nel 1536. Grazie alla pedonalizzazione, la lunga strada è ora fulcro dello shopping cittadino con i suoi numerosi negozi (soprattutto di abbigliamento) e del turismo con i suoi eleganti palazzi che vi si affacciano: il monumentale Banco di Napoli, palazzo Doria D'Angri, palazzo Colonna di Stigliano, la la chiesa Spirito Santo, piazzetta Augusteo, l'accesso est della galleria Umberto I. Si collega a piazza Trieste e Trento (San Ferdinando per i napoletani) e a quella del Plebiscito da un estremo, dall'altro allo Spirito Santo. Il tratto successivo, sino a Piazza Dante ha conservato il toponimo Via Roma.

Tra le piazze maggiori di Napoli vi è piazza del Plebiscito, dove hanno luogo manifestazioni e concerti che l'hanno resa celebre tra gli italiani. Su di essa si affaccia il Palazzo Reale e la particolare forma è data dal colonnato semicircolare della basilica di San Francesco di Paola , che forma un'ellisse nei cui fuochi sono poste due statue equestri, una di Antonio Canova raffigurante Carlo III e l'altra di Antonio Calì raffigurante Ferdinando IV. Molto care ai napoletani le statue dei leoni sul basamento ai lati del colonnato. La sua riscoperta è avvenuta sotto le amministrazioni degli anni '90 che l'hanno trasformata da parcheggio pubblico a centro turistico e luogo di iniziative culturali: nel cuore della piazza ogni anno nel periodo natalizio vengono realizzate opere artistiche, attorno alle quali si dividono le opinioni dei curiosi cittadini che accorrono ad osservarle.
Più antica è piazza Dante: tra il Cinquecento e il Seicento era detto "Mercatello" perché vi si tenevano i mercati 'periferici', ma tra il 1757 e il 1765 fu completamente ricostruita sotto Carlo III da Luigi Vanvitelli, che edificò il monumentale emiciclo sulla cui sommità eresse ventisei statue raffiguranti le virtù del sovrano. Al centro della piazza la statua equestre di Carlo non fu mai posta, venne occupata dall'albero della libertà durante la Repubblica napoletana e poi dalla statua di Napoleone Bonaparte durante il regno di Murat. L'attuale statua di Dante Alighieri che dà il nome alla piazza fu posta dopo l'unità d'Italia. Al lato nord vi è Port'Alba col suo mercato dei libri e al lato sud la chiesa di San Michele. Nel 2002 è stata ristrutturata su progetto dell'architetto Gae Aulenti e resa ancora più spaziosa per ospitare la fermata della metropolitana. L'edificio vanvitelliano ospita il Convitto e Liceo Vittorio Emanuele.
La zona di San Gregorio Armeno attira tra novembre e gennaio frotte di turisti da tutto il mondo. Vi si tiene il mercato del presepe, la grande tradizione natalizia napoletana, e le botteghe espongono i modelli più raffinati e più singolari di pastori, santi, Gesù bambini e altre amenità. La via prende il nome dell'importante chiesa omonima, costruita tra il 1574 e il 1580 con affreschi interni di Luca Giordano. Ogni martedì vi si tiene il miracolo della liquefazione del sangue del dente di Santa Patrizia.

Dalla piazza del Gesù Nuovo a quella di San Domenico si distende via Benedetto Croce tratto centrale della cosiddetta Spaccanapoli, il decumano inferiore della Napoli greco-romana, che nel suo sviluppo assume diverse denominazioni (particolarmente suggestivo il tratto che va da piazza San Domenico Maggiore a Forcella, denominato Via San Biagio dei librai). Sulla piazza del Gesù nuovo si affaccia la chiesa omonima mentre al centro si erge il monumentale obelisco, noto come Guglia dell'Immacolata, alto 34 metri sulla cui cima è posta la statua bronzea della Madonna Immacolata eretta nel 1747. L'8 dicembre di ogni anno vi si tiene la cerimonia della posa di una corona di fiori sulla statua in cima alla colonna. Via Benedetto Croce prende invece il nome dal grande filosofo napoletano d'origini abruzzesi che in quella strada - e precisamente a Palazzo Filomarino - visse i principali anni della sua vita e fondò l'Istituto Italiano per gli Studi Storici.
Il lungomare di Napoli prende il nome di via Caracciolo, in onore dell'ammiraglio Francesco Caracciolo fatto impiccare da Orazio Nelson sulla nave Minerva (già da lui comandata) nel golfo della città, per la sua adesione alla Repubblica Napoletana. La strada in realtà è recente, risale alla fine dell'Ottocento quando sostituì l'arenile che la Villa Reale (con l'Unità, Villa Comunale) separava dalla Riviera di Chiaia[3]. Il lungomare si snoda per chilometri di passeggiata con vista e, dopo Castel dell'Ovo prende il nome di Via Partenope, realizzata con riempimenti a mare. Negli ultimi anni l'amministrazione comunale ha reso balneabili le sottili spiagge vicino alle scogliere artificiali.