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La favola di Maradona
La sua storia a puntate - 26
di Mimmo Carratelli
Diego Maradona al Mondiale del 1986 (foto tratta dal sito ufficiale www.diegomaradona.com)
Hola Diego, si va al Mondiale dell’86: in giugno e in Messico. Sono tre anni che ci pensi. Da tre mesi ci pensi fortemente. Passarella si è tirato fuori, sei tu il leader. Che squadra farà Bilardo? E’ marzo: Bilardo viene a Napoli. Gli raccomandi di convocare il “Tolo” Gallego e il “Guaso” Domenech. Non li convocherà. Gli dici di non lasciar fuori Fillol e Barbas. Li lascerà fuori. Gli consigli di considerare Ramon Diaz. Niente.

Sarà dura, pensi. Vieni fuori con una novità: ti sei fatta crescere la barba. Dici che te lo ha chiesto tua sorella Lili: vuole vederti con una barba da macho. Sei un po’ giù. Ti riassesti al Centro di medicina del Coni a Roma. Un incontro fortunato col professore Antonio Dal Monte e i suoi portentosi macchinari.

Le amichevoli di preparazione al Mondiale non sono un gran che. Fioccano le critiche, lo scetticismo e il disamore. Scende in campo persino il presidente argentino. Dice Raul Alfonsin che la nazionale non gli piace e Bilardo deve essere sostituito. Fai il leader e rispondi: “Se va via Bilardo, vado via anch’io”. Credevi a una bella avventura e, invece, ti senti sul “Titanic”. Ma non vuoi affondare. E’ già successo in Spagna e la storia non si ripeterà.

Nel ritiro messicano, pretendi un faccia a faccia con tutti. Meglio dirsi le cose come stanno, sputare i rospi e giurare fedeltà e solidarietà. E’ una bella scossa. Fuori, il clima è sempre contrario.

Ora va meglio nella nazionale. Luis Cuciuffo, il difensore magro come un chiodo, baffetti neri, nipote di un barbiere siciliano, ha portato in ritiro una statua della Madonna che è alta mezzo metro. Il portiere di riserva Luis Islas suona la chitarra. Comincia qualche rito scaramantico. Dividi la camera con Pedrito Pasculli. Per il Napoli c’è in Messico Pier Paolo Marino. Carmando, il massaggiatore napoletano che ti bacia in testa prima d’ogni partita, è con te e ti sorregge con l’esafosfin, un ricostituente, la polvere bianca che sciogli in un bicchiere d’acqua.

Non bastasse l’altitudine messicana, si gioca a mezzogiorno e devi alzarti alle otto del mattino. Deplorevole per le tue abitudini, disumano per i calciatori. Ma Joao Havelange, l’arrogante presidente brasiliano della Fifa, tuona: “Dovete rispettare chi sta in alto”. Lo inchioderesti al palo di una porta.

Il debutto è contro la Corea del sud allo Stadio olimpico di Città di Messico, 2300 metri sul livello del mare. Ti massacrano di botte, l’arbitro spagnolo Sanchez Arminio lascia fare e meno male che la Fifa ha dichiarato guerra al gioco violento! Due volte va a segno Valdano, il poeta, e una volta Ruggeri. 3-1, pratica sbrigata.

Trasferimento a Puebla tre giorni dopo. Hai di fronte l’Italia che schiera alcuni reduci di Spagna 82 e poche novità di scarso rilievo. Bearzot è legato ai suoi campioni del mondo. Rinnova poco. Ma dove potrà arrivare un’Italia col piccolo Galderisi e il taciturno Di Gennaro? C’è Bruno Conti all’ala destra, ci sono Bergomi, Cabrini, Altobelli, Scirea. Ci sono De Napoli, che gioca ancora nell’Avellino, e Bagni, il guerriero del Napoli. Fa capolino Vialli. Vanno in vantaggio gli azzurri con un rigore di Altobelli. Mezz’ora dopo confezioni il tuo terzo gol mondiale (due li hai fatti in Spagna). E’ un gioiello che infinocchia il portiere Galli.

Il lancio di Valdano è un pallone spiovente, non gli fai toccare terra, anticipi Scirea e, al volo, piazzi di sinistro un pallonetto lungo e beffardo che lascia Galli impalato a mezza via mentre sta per venirti incontro.

Tifiamo decisamente Argentina quando l’Italia va fuori negli ottavi di finale, eliminata dalla Francia di Platini. Intanto, l’Argentina vola.

Di nuovo all’Olimpico di Città di Messico, 2-0 alla Bulgaria. Segna Valdano, raddoppia Burruchaga su un tuo cross magico. Negli ottavi di finale, a Puebla, Pedrito Pasculli fa fuori l’Uruguay (1-0). L’arbitro è Agnolin. “Non mi assillate perché vi meno tutti”. Dice sul serio. Dà una spinta all’uruguayano Francescoli e una gomitata al tuo compagno Giusti. A te annulla un gol perché ti sei liberato troppo disinvoltamente da Bossio.

E andiamo a goderci il rush finale.
7/8/2004
  
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