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COMMENTI ALL'ARTICOLO:
Mostra di Salvator Rosa al museo di Capodimonte
Tra mito e magia
Conoscenza preziosa
Ritorno col pensiero a quando ci siamo conosciuti alla mostra su Salvator Rosa ed a tanti amici, clienti e colleghi che si sono fatti vivi con la loro presenza, con una telefonata o con un simpatico pensiero via email per ringraziarmi.
Ringrazio tutti perché la fine contemporanea della mia attività e il gioioso assaporare il mondo stranissimo dell’arte contemporanea, sono stati davvero per me un momento di grande festa.
Una grande gioia vedere in quanti siete venuti a salutarmi e a scrivere le impressioni sulle pagine inizialmente bianche.
Ho sentito un grande calore e una grande sincerità di rapporto, fino a capire che non c’è differenza fra l’amico, il cliente e il collega.
Sarò sempre lieto se, per qualunque motivo, potremo sentirci o vederci nuovamente: sto per trasferirmi a Ferrara, bellissima città d’arte, di cultura e di biciclette, in Piazzetta Rizzieri 6 di fronte alla stazione ferroviaria.
E’ comunque ovvio che Milano rimarrà meta frequente visto che i figli e tanta parte della mia vita, sono lì.
Mi scuso solo di scrivere un lettera uguale per tutti e non un pensiero personale per ciascuno di Voi, ma credetemi è come se lo fosse, perché Vi ho sentiti tutti molto vicini.
Ciao a tutti Vincenzo Biavati
Cell 3487619938 - Email vincenzo.biavati@tiscali.it
2008-06-07 10:37:39 - Vincenzo Biavati

Una personalità fortissima
Sembra quasi un allievo del Caravaggio che dipinga per Raimondo Di Sangro principe di Sansevero
2008-05-20 22:22:43 - Raimonda R.

Il mito di un artista libero e ribelle
Napoli celebra Salvator Rosa e lo fa con una delle monografiche più importanti mai realizzate fino a oggi dedicate al leggendario artista napoletano, venticinque anni dopo l’ultima realizzata a Londra.
La mostra, aperta al pubblico dal 19 aprile al 29 giugno, rientra nell’ambito delle celebrazioni del cinquantenario dell’apertura al pubblico del Museo di Capodimonte e consente di approfondire la conoscenza di uno dei grandi protagonisti della pittura del Seicento.
Un figlio di Napoli, che porterà con sé i caratteri della tradizione e della cultura della sua terra, sebbene in alcune sue satire le riserverà parole sprezzanti, la cui formazione - e consacrazione - artistica si concretizzerà tuttavia tra Roma e Firenze.
Oltre che pittore, Salvator Rosa fu anche irriverente ed estroso poeta, autore di epigrammi, satire, rappresentazioni teatrali, che lo vedranno esporsi contro il conformismo politico e religioso del tempo.
Nelle sue composizioni artistiche diede voce a quel ‘dissenso’ che nel XVII secolo caratterizzò un’intera generazione di artisti e pensatori, che ne hanno fatto un vero mito nella cultura preromantica e romantica tra il Settecento e l’Ottocento.
Una figura che si è nutrita di numerose leggende, contribuendo a tratteggiarne un profilo eroico, ma sostanzialmente lontano dalla realtà (ad esempio si fa spesso riferimento ad una sua partecipazione alla rivolta di Masaniello, quando non vi è alcuna prova che ne attesti la presenza a Napoli).
La grandezza di Salvator Rosa non ha bisogno di nutrirsi di storie fantasiose.
Nella sala intitolata al compianto Raffaello Causa, nuovo spazio del Museo di Capodimonte destinato a ospitare esposizioni temporanee, e in alcune sale del secondo piano, è possibile ammirare circa novanta dipinti, stampe e alcune incisioni provenienti da collezioni private e musei italiani, europei e americani come la Galleria d’Arte Antica di Roma, la Galleria Pitti di Firenze, la National Gallery di Londra, il Museo del Louvre di Parigi, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Metropolitan Museum di New York.
Le opere scelte, selezionate con grande perizia da un comitato scientifico internazionale composto da Marco Chiarini, Brigitte Daprà, Helen Langdon, Wolfgang Prohaska, Aurora Spinosa e Caterina Volpi e coordinato da Nicola Spinosa, indagano gli aspetti più interessanti della prolifica produzione di Salvator Rosa: il suo interesse per temi affascinanti come stregonerie, allegorie filosofiche, battaglie, ritratti, storie sacre e mitologiche, ben rappresentano la sua grande personalità e versatilità.
Proprio ai lavori dedicati alla magia e alla stregoneria doveva in origine essere interamente dedicata la mostra, salvo ampliare la raccolta dei suoi lavori offrendo un quadro più ampio ed esaustivo di un artista la cui conoscenza è in parte ancora offuscata per la carenza di dati certi, dalla persistenza di non pochi problemi sia sul versante dei riferimenti cronologici che su quello attributivo di numerose opere assegnate al Rosa, ma per le quali è lecito dubitare vista la numerosa schiera di imitatori attivi verso la fine del Seicento.
Copiosa fu la sua produzione di ritratti, ampiamente rappresentata nella mostra.
Spiccano, in particolare, due autoritratti nei quali fonde arroganza, ironia, sarcasmo e presunzione.
In uno si mostra fiero, quasi irridente, severo con la spada impugnata ad alimentare la fama di artista spadaccino.
Nel secondo vi appare come un giovane composto ed elegante, col volto affilato e lo sguardo malinconico.
È il ritratto idealizzato di un “filosofo”, giustificato dal cartello che stringe nella mano destra: “Aut tace auto loquele meliora silentio” (O taci o esprimi cose migliori con il silenzio).
Anche nelle scene di soggetto storico, Salvator Rosa predilige temi che esaltano le virtù dell’individuo, l’atto di eroismo di chi nel bene e nel male sceglie di stare fuori dalle logiche del potere.
Non c’è dubbio che accanto alle celebri Battaglie, drammi corali senza eroi, Salvator Rosa accentui, invece, con soggetti ben definiti, la sua vena polemica contro quei coriacei baluardi di potere che nella Roma seicentesca erano rappresentati dall’apparato papale e dalle grandi famiglie nobiliari ad esso collegate. Ed è così che la storia di Attilio Regolo, che preferisce una fine orrenda pur di spingere il suo popolo alla resistenza contro la stirpe punica, diventa lo spunto per una scena animata dove ogni individuo svolge la sua mansione in un’atmosfera quasi plumbea, sebbene popolata da eleganti figure.
Nella Congiura di Catilina, invece, si avverte che il pittore, in presenza di una scena storica di tale rilievo, si rapporta ai temi classici, alle forme solide e ferme della statuaria romana, ponendo gli accenti, con un fare quasi retorico, sulla dinamica dei gesti, in particolare sullo scambio della coppa colma di sangue che legherà in un patto indissolubile Catilina e i suoi sodali nel tentativo di sovvertire l’antico potere del Senato.
Per Nicola Spinosa, presidente della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano, “Salvator Rosa, dopo Caravaggio, è certamente una di quelle personalità che più hanno segnato, non solo le vicende dell’arte in Italia tra naturalismo e barocco, quanto anche la fantasia di noi contemporanei. Poeta, pittore, letterato e uomo d’armi, uomo di teatro e pratico di alchimia, condensa in sé tutti gli aspetti più diversi e contrastanti di un partenopeo, sebbene costretto a lavorare altrove. La sua pittura con temi biblici ed evangelici, alchemici e filosofici, magici e di stregoneria, ma anche fatta di straordinari ritratti di uomini e donne del suo tempo e autoritratti di coinvolgente comunicatività, è attraversata, come tutta la realtà napoletana di ieri e di oggi, da luci e ombre, fati e misfatti, miseria e nobiltà, profonda religiosità e irreversibile superstizione. Un Caravaggio di metà Seicento con il cuore, l’occhio e la mente di un partenopeo incontrollabile e incontrollato”.
Nel corso della mostra sono previsti una serie di eventi che avranno l’intento di mettere in luce la produzione poetica oltre che musicale di Salvator Rosa, sempre strettamente connessa a quella pittorica.
Tra questi spiccano tre concerti che verranno realizzati presso il Salone delle Feste e l’Auditorium del Museo tra maggio e giugno, oltre una serie di attività didattiche e un corso di approfondimento sulla pittura del Seicento e di Salvator Rosa a cura dell’Associazione Progetto Museo.
2008-05-09 10:51:45 - Paolo Carotenuto

Fantastique Salvator Rosa
L'artiste délaissant ses outils traditionnels et oeuvrant avec les matiéres et techniques nouvelles: carbone, lasers, miroirs d'atomes dichroïques aux reflections infinies, outils graphiques en 3 d +, logitiels sur demesure.
L'Artiste ardant, Salvator Rosa structurant son imagination entre Terre et Lune , dans cet Espace premier des Arts Terriens.
Non pas une peinture classique d'un sujet du cosmos réalisé avec les techniques révoluent d'un temps au passé définitivement merveilleux.
Mais une création dans l'Espace d'une oeuvre Impressionniste-Fantastique dans un volume nouveau, visible de la Terre.
Pour une bonne vision terrestre, sur une orbite appropriée située entre Terre et Lune et sur un immense support "toile" de carbone trémailliée de diodes polychromiques à énergie solaire aux nuances infinies, Salvator créerait sa première oeuvre d'impression de la nature extra terrestre de l'histoire de l'Art.
Le sujet choisit semble évident. De l'Antiquité à ce jour la Muse des Muses a donné naissance à de multiples et splendides créations artistiques Terriennes: Vénus.
Planéte Vénus que nous découvrons en ce moment dans sa réalité inimaginable et glaçante, mais d'effroi!
En fait Planète fournaise aux falaises abyssales, aux paysages effrayants et sublimes dans leur réalité. L'inspiration de Salvator pouvant dans cette nouvelle Gallerie d'Espace Terrien s'exprimer sur Vénus hors des limites habituelles. Présence bien sûr de l'évocation dans les clairs obscures du voisinage de l'inquiétant trou noir porte vers l'Invisible...
Salvator acteur et esprit satirique ferait aussi de son Tableau "Venus entre paradis et enfer" une Toile Décor du premier Opéra Solaire, aux feux d'artifice lasers donnant leurs couleurs à "la lune en ciel" devenue enfin palette d'Artiste .
Spectacle en vrai direct pour chacun sur terre, quelque soit son continent. Premiére communion universelle autour de l'oeuvre devenue librement enfin accessible à l'avis de tous.
Fin prochaine annoncée des préselections artistiques au simple choix business des nez rouges autoproclamés experts... ....souvenez vous de la vie de Vincent Van Gogh....
2008-05-09 10:32:30 - Fanny Ardant - Paris

Salvator Rosa... e Fausto Nicolini
La prima volta che sentii parlare di Salvator Rosa fu quando, in visita da mio zio Fausto Nicolini, mi raccontò un po' la storia del grande artista.
Fausto abitava infatti nella via che porta il suo nome.
Adesso che vivo a Bruxelles da tanti anni, ma ritorno a Napoli con lo stesso spirito di allora, mi ha fatto davvero piacere ritrovare nell'articolo di Achille della Ragione quella passione e quella cultura delle "nostre" cose che non possono mutare e che anzi acquistano valore col tempo...
Grazie !
2008-04-30 11:18:58 - Gabriella Nicolini, Bruxelles

Salvator Rosa, genio inquieto
È sottotitolata «tra mito e magia» la mostra dedicata a Salvator Rosa - da oggi aperta a Capodimonte nella Sala Raffaello Causa e al primo piano del Museo dove rimarrà fino al 19 giugno - ma forse sarebbe stato ancor più giusto sostituire questo binomio con «tra natura e inquietudine».
Sì, natura: perché per la prima volta questo pittore umbratile e non di rado depresso sente la pittura non solo come racconto visivo di boschi, campi, coste, montagne, ma si fa specchio della condizione interiore dell’uomo e del suo continuo mutare.
E inquietudine: perché Salvator Rosa è una figura atipica di napoletano, che decide di lasciare la sua città in una fase estremamente prolifica della sua vita artistica, andando a sfidare i maggiori artisti del suo tempo a Roma, e trovando un posto di rilievo in quella arena ostica e competitiva.
E, anche, un napoletano che proprio nel momento di raccogliere i frutti delle sue abilità, proprio quando più chiara era la sua reputazione di maestro straordinario e atipico, di «pittore filosofo», decide che anche Roma non basta, che bisogna andare a Firenze.
Lì, nonostante i nuovi amici, le nuove sfide artistiche, ancora una volta qualcosa si rompe.
Si infittiscono i soggiorni nell’Appennino toscano, tra monti scabri fatti di orridi, di massi immensi che ricordano musi di animali veri o immaginari; un ambiente fitto di selve spopolate o frequentate da banditi, da reduci della Guerra dei Trent’anni, da sedicenti o pretesi eremiti o filosofi neostoici; un posto per chi vuol starsene a pensare, ma che i suoi pensieri li affida non solo a una assidua frequentazione della letteratura e della storia, quanto a un occhio che trova sempre, in luoghi fatti di ombre cupe e per alcuni spaventose, un conforto, una lezione, un serbatoio di immagini potenti.
Se allarghiamo ancora un po’ lo sguardo sulla vita di Rosa ci accorgiamo che quasi tutte le tappe del suo percorso non collimano con i quadri predisposti dalla storia dell’arte, e questo perché quasi tutte le sue scelte si sono svolte sotto il segno dell’inquietudine.
Napoli, dove nacque nel 1615 e dove probabilmente soggiornò fino al 1635 circa; Roma, dove fu di casa dal 1635 al 1640 circa, pur tornandovi molte volte in seguito; poi Firenze, sono i tre poli fondamentali del suo percorso, ma è evidente se non certo che egli abbia visitato Venezia e altri centri artistici italiani.
Un girovago, dunque, un inquieto, che rifuse tutti gli stimoli provenienti dalla pittura visibile nel suo tempo in una formula stilistica sempre mutevole, sempre diversa, eppure assolutamente inconfondibile.
La mostra di Napoli, pur nel sovrapporsi non sempre chiaro dei momenti di Salvator Rosa, e pur se punteggiata da scelte espositive discutibili, da qualche attribuzione acrobatica e da assenze importanti - tra tutte, la più vistosa è quella del «Democrito» del Museo di Copenaghen - dà conto dei passaggi chiave dell’artista.
Non va dimenticato che, a prescindere da una miriade di interventi specialistici e schede in cataloghi, il primo grande studioso di moderno Salvator Rosa pittore (da porre accanto al letterato, per certi aspetti altrettanto importante) è stato quel Luigi Salerno che nell’ormai lontano 1963 gli dedicò una limpida monografia e nel 1978 un impeccabile catalogo critico.
In mostra si insiste molto sull’interesse di Rosa per i temi magici, scuramente sottolineato da una vasta produzione di dipinti di scene di stregoneria e di Sabba (splendide quella della «National Gallery» di Londra e quella della Galleria Corsini, benché meritevole almeno di una pulitura), ma forse sono alcuni dei grandi quadri di figura a dirci molto sul pittore.
Ad esempio il potente «Ritrovamento di Mosè» della Banca d’Italia, in cui la figlia del Faraone e le sue ancelle, alle prese con il ritrovamento del bimbo in una cesta di cui è appena sollevato il coperchio, sono di per sé un catalogo di studi di espressioni dello stupore.
L’opera è eseguita - come altri dipinti di Salvator Rosa di grande formato e di storia - su una tela a spina di pesce, cioè veneta, sulla quale pennellate inferte con una straordinaria sicurezza si appoggiano quasi solo sulla preparazione bruna.
Per certi versi una moderna lettura di Tiziano, in cui però l’acconciatura romana antica e gli abiti della figlia del Faraone sono una prova del dominio delle immagini dell’arte antica.
E ancora: tra i paesaggi, oltre a quelli più noti delle gallerie fiorentine, una splendida scoperta è quella dell’ «Appostamento di soldati su un antro roccioso» in collezione privata a Napoli.
Qui le rocce dell’Appennino umbro assumono il profilo di animali mostruosi bloccati sulle pareti dell’antro, con tre soldati che appostati tra essi, forse per un agguato, appena visibili tra le ombre.
È un’opera siglata con le solite iniziali intrecciate del pittore, questa volta però come scolpite sulla roccia dal rilievo del colore.
Riccardo Lattuada
2008-04-26 10:51:28 - Riccardo Lattuada

Napoli città di arte e cultura
Incuriosito dalla recensione sono sceso da Udine con una coppia di amici a visitare la mostra che ho trovato moltro interessante.
Napoli non è solo spazzatura ma anche arte e cultura ed è abitata da cittadini che amano la loro città e soffrono a vederla derelitta.
Invierò via mail l'articolo a tutti i miei conoscenti invitandoli a venire a Napoli.
2008-04-25 01:30:20 - Stefano Calderisi

Grazie dell'apprezzamento, caro Lettore, e della fiducia che ha dimostrato a napoli.com prendendo alla lettera il nostro articolo tanto da effettuare il viaggio da Udine a Napoli.
Ci ha fatto sentire "utili".
Grazie.
Continue riletture
Caro Achille della Ragione,
sono rimasto a dir poco esterefatto dalla lettura del tuo articolo, ci passerei le ore e le giornate senza mai stancarmi.
Grazie e complimenti
Verrò a Napoli per una delle tue visite guidate
Giuseppe Consiglio
g.consiglio@mac.com
2008-04-22 09:49:36 - Giuseppe Consiglio

Inaugurazione sabato
L'imminenza dell'inaugurazione della mostra, credo consiglierebbe lo spostamento della recensione in prima pagina
2008-04-16 21:10:47 - Francesco Galano

Il POTERE FANTASTICO Di ARTE di SALVATOR ROSA
Aprés l'esposizione 2005 a Wallace Collection Londinese sui dipinti Romantico di Salvator Rosa .
Cest nella sua città natia che Salvator sarà messo per onorare alcuni 2008.
È un napoletano di esposizione che onora Salvator Rosa, uno dei suoi Artisti che contribuiscono definitivamente alla radianza Culturale dell'europeo di civiltà.
Per i tempi futuri, io sogno da un'esposizione Salvator Rosa alla Louvre Parigi.
La conservazione che ha dato il suo nome nella stanza dei dipinti italiani dei 17 e 18 ieme.
Cordialmente il piccolo figlio di Elisa Rosa
2008-04-14 20:07:12 - http://rosasalvator.over-blog.com/

Rilancio della città
La mostra si prevede grandiosa e potrebbe essere un utile occasione per il rilancio dell'immagine della città.
2008-04-11 19:02:00 - Mario Conforti

Grazie per la visita al museo
Caro Achille,
mi rivolgo a te come si fa con i vecchi amici, forse perchè con la tua generosità culturale, umana, con la tua ironia, la tua allegria hai saputo darci in due giorni quello che altri non ci danno in anni di frequentazione!
Ti ringrazio davvero per avere reso così intenso questo soggiorno a Napoli, per averci fatto vedere in così poco tempo tante cose straordinarie.
Ho ricevuto varie mail e messaggi dai soci del mio Club, entusiasti di avere scoperto tante cose di questa città straordinaria sotto la tua guida.
Mi auguro di poterti seguire in qualche visita prevista nel tuo programma e soprattutto di potervi ospitare in Puglia.
Saluto caramente te ed Elvira a nome mio e di tutti,
Maria Pia Vasti
2008-04-11 13:56:15 - Maria Pia Vasti

Mostra esaustiva
Ho piacere, come segnala l'amico della Ragione, che la rassegna abbracci tutta l'attività dell'artista e non solo mito e stregoneria.
Sarà una piacevole occasione per venire a Napoli.
2008-04-09 15:06:52 - Spike

Un artista dimenticato
Grazie tantissime per la segnalazione.
Purtroppo a Napoli di Salvator Rosa si sa pochissimo ed è onorato oltre che con una strada, nota più per il traffico che per altro, da una modestissima statuina che giace negletta all'interno dell'aiuola centrale di Piazza Arenella, nascosta da auto parcheggiate e alberi.
Ogni segnalazione al riguardo per darle più consona evidenza è rimasta lettera morta...
Cari saluti
Antonio di Gennaro
2008-04-09 10:40:38 - Antonio Di Gennaro

Capolavori abbandonati
Gentile Dottore Achille della Ragione,
ho letto il suo articolo sulla mostra dedicata a Salvator Rosa, che a breve si aprirà a Capodimonte.
In esso, si fa riferimento alla presenza, tra le altre opere, di un non meglio specificato Ribera, forse proveniente da altro museo.
A tale proposito, vorrei ricordarLe che già nella mostra sul ‘600 napoletano, svoltasi lo scorso anno alla Galleria degli Uffizi di Firenze, era esposta una tela di Ribera raffigurante il “Martirio di San Bartolomeo”, che rimandava ad un’opera malamente e letteralmente “conservata a terra” presso la Farmacia dell’Ospedale Incurabili di Napoli, tra altri pregevoli dipinti, in un ambiente, per la verità, non adatto a contenere simili capolavori.
In occasione di una recente visita da Lei guidata presso la suddetta Farmacia, ho avuto modo di rivedere quell’opera, già ammirata nel corso di Maggio dei monumenti 2007, ed ancora di più mi ha sconcertato il fatto che, mentre Firenze esalta la tela in suo possesso, presentandola in una mostra importante, Napoli, che pure anni fa ha dedicato a Ribera una pregevole mostra, invitando a seguirne l’attività sull’intero territorio cittadino, conserva un simile capolavoro nell’abbandono più assoluto.
Le invio foto delle due opere, l’una tratta dal catalogo fiorentino, l’altra da me scattata lo scorso 15 marzo: in esse, oltre alla figura del Santo, che appare in primo piano in una posa simile, si nota una identica figura maschile in secondo piano.
Sarebbe molto bello esporre le due opere fianco a fianco, in modo da poterle confrontare, anche perché, a parte la cornice un po’ malandata, la “nostra” tela non sembra avere bisogno di particolari cure.
Infine, perché non lancia l’idea di una mostra sui beni “nascosti e dimenticati” presso i vari depositi e sottoscala dei numerosissimi Enti statali, privati ed ecclesiastici, di cui la nostra splendida e disgraziata città è ricca?
A conti fatti, non credo che costerebbe molto di più delle faraoniche mostre organizzate ogni tanto dalle nostre Soprintendenze ma potrebbe avere il merito di riportare alla luce una parte del nostro passato splendore.
La ringrazio per l’attenzione,
Maddalena Iodice
2008-04-08 10:40:58 - Maddalena Iodice

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