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Barelle? Ci sono letti vuoti nascosti
Barelle forever
Gentile Direttore,
ho avuto il primo impatto con i ricoverati in barella nel 1982 (25 anni fa!), anno del mio tirocinio al Cardarelli, ho lavorato con le barelle per tutta la mia permanenza al Loreto Mare (1991-2002), ho avuto sia mio padre che mia madre ricoverati in barella anche recentemente.
Io conosco il problema e come me molti che ci lavorano.
Quelli che dichiarano di volerlo risolvere (da decenni) o non lo conoscono o non lo vogliono risolvere.
La prima questione da affrontare è quella del trasporto infermi: l'ammalato NON deve arrivare nell'Ospedale già superaffollato.
Il trasferimento successivo spesso è rifiutato dall stesso paziente e nei fatti si è dimostrato inefficace.
La seconda questione è quella dell'incentivazione del personale che lavora nell'emergenza (se guadagno lo stesso e corro meno rischi lavorando in un reparto tranquillo chi me lo fa fare?).
Parallelamente vanno stanati gli imboscati.
La terza questione è la riqualificazione di personale e strutture per affrontare le complessità della medicina anche al di fuori dei classici canali dell'emergenza (nello stesso Cardarelli c'è la pessima abitudine di trasferire dall'interno ammalati difficili dai reparti di degenza verso l'area di emergenza).
Tre suggerimenti che nessuno ascolterà.
Cordiali saluti
Luigi Majello
2007-02-26 09:12:59 - Luigi Majello

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