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Cronaca
Che fare?
di Vincenzo Cicala
Ministro Clemente Mastella:” Bisogna ripartire dai quartieri caratterizzati da realtà abitative degradate: è qui che si creano le condizioni per delitti tanto gravi. Questi quartieri andrebbero sventrati, rasi al suolo e poi ricostruiti secondo criteri diversi.” (La Repubblica 18.9.2006)

I quartieri ai quali si riferisce il Ministro sono di recente costruzione, di edilizia economica e popolare, costruiti al fine di risanare Napoli. Ad essi se ne aggiungono altri ad edilizia privata intensiva nella zona di Secondigliano e S.Pietro a Paterno e nella zona di Fuorigrotta - Soccavo. Inutile dire ”bisognava pensarci prima”. Il criterio è stato proprio quello di abbattere, radere al suolo in una parte della città e costruire in un'altra parte con l’intenzione anche di aprire al centro e lungo la via Marina all’imprenditoria ed agli investimenti pubblici e privati. Da una parte la città che produce e dirige, da una parte la città degli affari e degli uffici, dall’altra parte la città che dorme. Il concetto sarebbe stato giusto se a lavorare nei centri di direzione, dei traffici, dei commerci e degli uffici fossero andati quelli che, di notte, fossero poi andati a dormire in periferia. Ci sono andati, invece, gli sfrattati, i disoccupati, non più sorretti neanche dai mille mestieri, per quanto miseri, dei vicoli, in una con i diseredati sradicati da altre province e contrade.

Si è abbattuto così anche un fragile tessuto sociale che reggeva da secoli e si sono create nuove comunità senza storia, senza radici, con relazioni sociali da costruire, senza economia. Povera gente, senza lavoro è stata trasferita in residenze che, in altre nazioni, come Spagna ed Olanda, soddisfano chi vi abita, sia perché ogni grande edificio, ogni “vela” per intenderci, è dotata dei necessari servizi, sia perché i residenti appartengono a diversi gradini della scala sociale, lavoratori dotati di reddito medio, di alfabetizzazione strumentale e di cultura. Inoltre uguali insediamenti, con uguale popolazione, sono stati creati nei paesi confinanti con la cinta periferica della città, creando una situazione esplosiva a Napoli città e circondando la città di campi minati. Il concetto di radere al suolo in un luogo ed andare, in altra parte, ad occupare terreni, che, in sé, erano dotati di risorse economiche ed erano suscettibili di sviluppo culturale ed economico se soggetti ad interventi razionali, compatibili con la vocazione propria, agricola ed artigianale, commerciale, raramente industriale (lavorazione di pane, pasta e vini), si è rivelato fallimentare.

Bisogna avere il coraggio di penetrare nel ventre molle, dotarlo di tutte le attrezzature necessarie, scolastiche, formative, sanitarie, sociali ed insediarvi iniziative che, quando è possibile, trovino mercato sui luoghi, quando non lo è, si aprano, alle offerte di lavoro provenienti da vicino o da lontano.

Non è possibile che vendite di prodotti e di servizi di prima necessità - dagli alimentari ai libri ai vestiti ecc… dalla installazione e manutenzione dei citofoni e degli elettrodomestici alle riparazioni idrauliche ecc...- non siano gestiti da residenti

Seguendo il criterio di una formazione civica e professionale i Padri Gesuiti reggono, a Scampia, un centro di Formazione che, oltre a corsi di Abbigliamenti e Moda, e di Elettricisti Installatori per Impianti di B.T., è anche sede di una cooperativa di lavoro che rilascia regolare fattura. Si tratta di un polo, di una piccola struttura di riferimento che associa ad attività educative e culturali, sorrette da categorie di valori sicure ed identificabili, la formazione professionale e l’imprenditoria. Se, mediante la rete informatica di nuova istituzione, verrà creata una banca–dati che raccolga domande di lavoro provenienti da quelle regioni di Italia con le quali già il Centro ha contatti, il Centro non dovrebbe incontrare difficoltà a trovare riscontro alla propria offerta di lavoro. I giovani, d’altro canto, sono contenti di viaggiare, conoscere altri luoghi, altre abitudini, altre persone. Lo stesso rapporto con le famiglie, così traumatico nelle condizioni di miseria e di necessità, si rasserena e la famiglia acquista il significato di un riferimento sicuro, mentre ci si forma da adulti e si guadagna in giro per il mondo.

Il lavoro onesto deve essere accompagnato dalla formazione del Lavoratore e del Cittadino. E noi ci aspettiamo una riproposta da parte del comune dei cento negozi a Scampia – parola dell’allora assessore Raffaele Tecce ispirata alle idee di Vezio De Lucia. Una promessa non mantenuta da parte del Comune. Cento cooperative - non di spaccio - formazione del lavoratore e del cittadino - iniziativa protetta dalle insidie della mala. Cinquecento giovani sottratti alla camorra. Si comincerebbe a diffondere, a Scampia, una zona libera e florida di mercato e commerci onesti. Un inizio di rinascita. Dall’interno, in maniera ordinaria, efficace e senza inaugurazioni.

Paolo Mancuso e Sandro Pennasilico P.M. (ibidem): “Quando ci sono fasce consistenti di persone che non hanno nulla da perdere, che escono la mattina e sono assolutamente indifferenti alle conseguenze delle loro azioni; quando si uccide per nulla, per un orologio o per un telefonino, come pure è capitato, siamo davanti ad una disperazione sociale che provoca queste cose.”

La lettura di “Gomorra” di Roberto Saviano coinvolge per il clima, la partecipazione e la tensione morale della narrazione di fatti già noti, già riportati dalla cronaca e per i pensieri suoi e quelli che egli induce nel lettore.
Tre immagini non riesco a cancellare dalla mente:
a) quella della banda di minorenni che mangiano la pizza dopo il lavoro quotidiano di rapine e di spaccio e la pancia del bambino sotto il giubbotto piena dei colpi dell’addestramento. Potevano essere figli miei, o tuoi o suoi. Nessuno può illudersi di esserne fuori;
b) il corpo dell’eroinomane per terra - la cavia schifosa a toccarsi da parte del camorrista incaricato di sperimentare la tolleranza del “taglio” della droga, il calore datogli dall’urina della compagna che l’ama e compatisce e che lo riprende dall’immobilità della morte;
c) lo sfacelo del corpo di Aniello La Monica, il supposto traditore.

La logica è stringente. L’uomo, sottratto al pregiudizio sociale dell’ambiente di provenienza e non avendo di che vivere, commercia il corpo e la socialità, il suo essere sede di diritti e di dignità (l’anima, per chi ci crede).
Ma non è una crudeltà confrontabile con il passato, con la storia, è una crudeltà nuova motivata da accumulo di potere e di capitali, una deriva che non ha rispetto di niente e di nessuno e sorge dal potere e dalla disperazione, un po’ com’è insito nel mondo moderno, la voglia dell’estrema ricchezza ed il disprezzo totale dell’uomo.

Dov’è lo Stato di Diritto ?

Lo Stato di Diritto è rappresentato dalla Classe Dirigente e dalla Pubblica Amministrazione.

Roberto Saviano, per darci una visione completa dell’ abbrutimento nostro, di Napoli e del Meridione, deve narrare l’altra faccia della medaglia e compiere, con uguale passione e rabbia, un viaggio nel mondo dei partiti e della Pubblica Amministrazione.

Esiste un legame generativo e consequenziale tra l’errata rappresentazione dei bisogni della società, l’autoreferenzialità dei politici e del potere, il cattivo funzionamento della Pubblica Amministrazione e la delinquenza.

Gli investimenti per il lavoro sono stati fallimentari. Hanno generato da una parte disoccupazione e fame, dall’altra accumuli di ricchezze e delinquenza. Così non si può continuare, né i costi possono sempre addebitarsi al governo.

Primo punto dell’accordo con gli scissionisti:
1) gli scissionisti hanno preteso la restituzione degli alloggi sgomberati tra novembre e gennaio a Scampia e Secondigliano. Circa ottocento persone costrette dal gruppo di fuoco di Di Lauro a lasciare le case. Domanda: “Oggi quante persone risultano estromesse dal possesso della loro casa ad opera di delinquenti, affini e collaterali?”
Certamente decine di migliaia. Così non si può continuare. Lo Stato deve procedere ad un inventario rigorose delle proprietà pubbliche e private e controllare che siano amministrate nel rispetto delle norme del Diritto Civile.

La concentrazione della ricchezza a Napoli è enorme. Bene. Essa non può servire ad affermare definitivamente l’Impero della Camorra, ma deve servire al bene di tutti i cittadini.

E’ un miracolo pretendere questo. Ma è anche un miracolo che Napoli si salvi. Se vuole, può farlo. Da sé.


19/9/2006
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