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Calcio
Romelu Lukaku, un mammolone
di Mimmo Carratelli
(da: Corriere dello Sport dell'8.09.2024
)
T'amo Romelu, e mite un sentimento di vigore e di pace al cor m'infondi. Un mammolone. Romelu Lukaku è un mammolone. Non ha artigli e ramponi. Non sbraccia, non colpisce. Col suo metro e 91 di gigantesca morbidezza entra in area con la forza di Tarzan e la grazia sinuosa di Roberto Bolle. Si muove tra i difensori con virate e strambate umane, da Luna Rossa che non abbatte le boe, ma le sfiora e le aggira.

Lukaku è un vascello di muscoli che fila tra i marosi delle difese senza affondare. Non ha la legnosità nordica di Haaland. Non ha i guizzi brevi di Mertens. Non si butta con l'acrobatico azzardo di Osimhen. Non ha la grazia di Van Basten e l'imperiale presenza di Pelè.

Fra i centravanti da novanta chili, Ronaldo 'o fenomeno (otto centimetri più basso) straripava di forza e simpatia, l'antico Gunnar Nordahl (sei centimetri più basso) correva negli anni Cinquanta come un torello con una voce sottile. Non avevano la compostezza di Romelu che, a tratti, sembra fuori dal campo, un po' sulla luna col cervello del paladino Orlando. Un leone che dorme, ma finge di dormire per balzare sulla preda.

Vinicio metteva i gomiti nel costato dei difensori e con la punta degli scarponi dei suoi tempi tormentava le caviglie dei terzini e insanguinò le caviglie di Cesare Nay, rude stopper juventino a metà degli anni Cinquanta in un duello epico al Vomero. Romelu non ha niente di epico (390 gol e non è finita), non fa il feroce Saladino, non è una star.

Carme ed epinicio per un centravanti che fa della normalità la sua forza, un centravanti normale che non prende gli occhi, ma arriva al cuore, che gioca un calcio semplice semplicemente efficace. I suoi gol sbocciano da un piede educato, non fragoroso. I suoi colpi di testa non raggiungono le sontuose altezze di Cristiano Ronaldo, ma vanno precisi al bersaglio. L'attacco alla profondità non è mai una scarica elettrica, ma uno slancio come la rincorsa prudente di quelli che inseguono un tram però senza la loro disperazione se il tram se ne va.

Romelu Lukaku, se lo incontri e non lo conosci, è un uomo come un altro, non ha niente dell'atleta, non ha la fisicità fichissima dei campioni sospirati dalle veline, nella faccia tonda in cima a una grossa persona ha gli occhi buoni, un bonzo di Riace. Potrebbe essere un solido conducente di autobus, un guardiano rassicurante dello zoo, un negoziante moderatamente espansivo. Avrebbe potuto fare un monaco tranquillo per Umberto Eco nel Nome della rosa.

Invece, è un centravanti tra i migliori, senza epopea e senza copertine sui giornali clamorosi, un calciatore che vive benissimo i suoi novanta chili perché può concederseli con l'altezza considerevole che lo distingue e le diete bilanciate e quelle a intermittenza, un uomo tranquillo come John Wayne nell'omonimo film di John Ford del 1952. Un centravanti tranquillo che non fa scena neanche quando il Var gli cancela tre gol all'ultimo Europeo.

Sei il nuovo idolo del golfo, Romelu, un santone, un San Gennaro robusto, venuto a fare i gol che faceva Osimhen, l'ultimo turco napoletano, ma Osi era una gazzella pazza, un kamikaze con sei placche e 18 viti nel viso, goloso di portieri e di soldi, tu, Romelu, senza maschera e senza paura, nelle difese avversarie sarai il vento d'Africa che passa tra gli alberi della foresta equatoriale del tuo paese che una volta si chiamava Zaire quando giocavano al calcio tuo padre Roger, tuo fratello Jordan e il tuo cugino Bolingoli-Mbombo.

La storia del Napoli è ricca di centravanti famosi, da Attila Sallustro che chiamammo il veltro per la velocità del cane da caccia più veloce, il veltro, a Vinicio straordinario combattente, ad Altafini allegro e innamorato, a Savoldi Beppe-gol, a Giordano con cui Diego si divertiva giocare, a Careca tira-la-bomba, a Calaiò l'arciere, a Cavani il matador, a Higuain triste ma grande risolutore, a Osi schiacciato da una clausola compromissoria.

Alè, Romelu Lukaku, subito un gol contro il Parma, neanche un allenamento nelle gambe, l'inizio è promettente.

8/9/2024
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