Calcio
Antonio Conte ventisettesimo re di Napoli
di Mimmo Carratelli
(da: Guerin Sportivo del 10.07.2024)
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In un assolato mercoledì di giugno, di primo pomeriggio, temperatura sui 30 gradi, umidità al 71 per cento, un Vesuvio da cartolina, spentosi il clamore dell’ottavo concerto di Gigi D’Alessio in Piazza Plebiscito, Antonio Conte è stato presentato al popolo napoletano nelle vesti ormai conclamate di ventisettesimo re di Napoli dopo la serie di ventisei monarchi magnanimi, zoppi, saggi, cattolici e persino una regina pazza e mantide. È stata una cerimonia indimenticabile.
Antonio Conte ha fatto il suo ingresso a Palazzo Reale sfidando la spada di Ruggero il Normanno, lo sguardo corrucciato di Carlo D’Angiò e il minaccioso indice destro di Carlo V, tra i sovrani nelle otto nicchie della superba facciata del Palazzo lunga 169 metri in mattoni cotto rosato, piperno e pietra vulcanica dei Campi Flegrei. Conte è entrato contemporaneamente nel Palazzo, nelle speranze di Aurelio De Laurentiis, sui taccuini dei cronisti e nella storia di Napoli.
In una atmosfera da
vita da vita mia te sto' aspettanno, l'uomo di Lecce col caschetto da paggio Fernando si è offerto ai cronisti nel Teatro di Corte. In platea c'erano tutte le autorità cittadine, ecclesiastiche e scientifiche come per l'arrivo di un sovrano. Conte Re di Napoli è stata una realtà immediata nella scenografia da G7 voluta da De Laurentiis nel Palazzo Reale di Napoli. Aurelio è una mente splendida nelle presentazioni degli allenatori, regista ineguagliabile in bilico fra De Sica e i Vanzina, mente offuscata negli esoneri horror sulla scia di Dario Argento.
Calato il sipario sulla regale presentazione del dodicesimo allenatore della ventennale presidenza De Laurentiis, la città si chiede che cosa succederà con Conte, quale sarà il Napoli della riscossa e che riscossa sarà, dando ampio credito al tecnico salentino e aspettando i risultati del calciomercato decisivi per il successo della nuova guida tecnica.
Il Napoli ha cominciato a muoversi per risistemare la difesa, al decimo posto nel campionato scorso con appena sette partite senza prendere gol. Giovanni Manna, 36 anni, salernitano di Vallo della Lucania, reduce dai successi nella Juventus con la Next Gen, è il nuovo direttore sportivo, una casella opportunamente riempita dopo la partenza di Giuntoli.
Il primo colpo è stato l'ingaggio del difensore spagnolo Rafa Marin, 22 anni, 1,91, cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, in prestito all'Alaves nel campionato scorso. Il Napoli punta a piazzare due corazzieri sulla linea difensiva affiancando allo spagnolo il torinista Alessandro Buongiorno, 25 anni, 1,90, mancino. Il Torino lo valuta 45 milioni, il Napoli ne offre 32 più la cessione di Ostigard. Trattativa serrata (il giocatore avrebbe espresso il suo gradimento per trasferirsi al Napoli) che De Laurentiis deve assolutamente portare a termine. Inoltre, occhi puntati sullo spagnolo Mario Hermoso, 29 anni, 1,84, in uscita dall'Atletico Madrid, costo 20 milioni; sullo sloveno dell'Udinese Jaka Bjiol, 25 anni, 1,90, valutazione 12 milioni; sullo slovacco David Hancko del Feyenoord, 27 anni, mancino, 1,88, difensori di esperienza.
C'è il "
caso" Di Lorenzo, 30 anni, vincolato al Napoli sino al 2008, che vorrebbe andare via, ma viene trattenuto con le buone maniere di Manna e l'occhio vigile di DeLa. Un giocatore da recuperare alla causa azzurra. Sembra invece conclusa la permanenza di Mario Rui, il folletto della fascia sinistra giunto ai 33 anni. Rrahmani e Olivera resterebbero in organico. Possibile un trasferimento in prestito per il brasiliano Natan.
Le mosse del Napoli sul mercato orienteranno il modulo tattico di Conte. Se dovesse essere un 3-5-2, con Anguissa e Lobotka (che ha resistito alle sirene di Barcellona) al centro della linea mediana, occorrerebbero due esterni "
di gamba". Conte avrebbe chiesto Leonardo Spinazzola, 31 anni, in scadenza di contratto con la Roma, per la fascia sinistra.
Un altro modulo di gioco pretenderebbe acquisti altrettanto mirati e la rivalutazione completa della "
rosa" che presenta giocatori in attesa di un decisivo rilancio a partire da Raspadori e non escludendo il danese Lindstrom, costo 30 milioni, legato al Napoli sino al 2028, di cui si è capito ben poco, ruolo e qualità tecniche, nelle ventuno occasionali presenze in campionato.
Pesanti incognite per l'attacco con Osimhen in uscita (clausola rescissoria di 130 milioni), ma fermo per mancanza di richieste concrete, mentre ci sarebbe un interessamento del Paris Saint Germain per Kvaratskhelia legato al Napoli sino al 2027. Il club francese, perduto Mbappè, offrirebbe cento milioni. Il Napoli dichiara incedibile il georgiano che però pretende un adeguamento del suo basso stipendio. Di Lorenzo e Kvaratskhelia sono due "
casi" che tormentano il progetto di rilancio del Napoli. Dichiarati incedibili, ma chi vivrà vedrà. Tra gli scontenti c'è anche il Cholito Simeone che ha chiesto di essere ceduto (interesserebbe alla Fiorentina).
L'attacco è il reparto più in alto mare per il Napoli di Conte. Se Osimhen dovesse restare per mancanza di acquirenti sarebbe una presenza "
scomoda". L'attaccante africano considera conclusa la sua avventura azzurra. Rimarrebbe malvolentieri. E il suo stipendio annuo di dieci milioni sarebbe un fattore destabilizzante non solo per il bilancio (a secco senza la partecipazione alla Champions) accrescendo le pretese di altri giocatori, Kvaratskhelia in testa. Centravanti nel giro d'orizzonte azzurro l'ucraino del Girona Artem Dovbyk (40 milioni, 26 anni, 1,89), il messicano Santiago Gimenez del Feyenoord (50 milioni, 23 anni, 1,82), il canadese Jonhatan David del Lilla (25 milioni, 23 anni, 1,80), l'inglese Mason Greenwood del Manchester United (40 milioni, 23 anni, 1,81) più qualche virgulto italiano. Restano i 93 chili di Lukaku nei desideri di Conte col Milan in lizza per prendersi il centravanti belga. E ci sarebbe Federico Chiesa, 26 anni, valutazione 35 milioni, al centro del villaggio azzurro.
Conte è arrivato con uno squadrone capace di gestire al meglio non solo la parte tecnica, ma anche la gestione complessiva del club. Il fratello Giancluca prezioso match-analyst. Notevole la presenza di Gabriele Oriali per esperienza e personalità in veste di general manager, pedina fondamentale nella "
cura" dello spogliatoio. Solida e collaudata l'assistenza di Stellini da viceallenatore. Costantino Coratti e Stefano Bruno preparatori atletici, Alejandro Rosalen Lopez preparatore dei portieri. Elvis Abbruscato collaboratore tecnico. Tiberio Ancora nutrizionista. Uno staff che dovrà lavorare in piena autonomia escludendo ingerenze inopportune, De Laurentiis confinato nel ruolo di presidente senza "
null'altro a pretendere".
Nell'era De Laurentiis, per la prima volta il Napoli potrà contare su una struttura che riempie i vuoti dei quadri tecnici occupati sinora, in tutto e per tutto, dallo stesso De Laurentiis senza le competenze specifiche e con una presenza padronale negativa. I tifosi attendono una vera svolta, dopo il disastro della stagione post-scudetto, un Napoli forte sul campo e un club con le figure necessarie a farne una società di primo livello.
Dopo la confusione dei tre allenatori, tre preparazioni, allenamenti insufficienti e spogliatoio con la voglia di molti azzurri di andare via, Conte garantisce la svolta decisiva con un Napoli che lui stesso vuole incazzato per l'ultimo flop, sollecitandolo a una immediata rivalsa. Il nuovo tecnico metterà ordine, grinta, entusiasmo, lavoro, una preparazione adeguata e la conduzione maniacale per riportare il Napoli a un alto livello di competitività. Avrà un primo, immediato obiettivo: riguadagnare la qualificazione in Champions.