Calcio
Neymar torna a casa, Messi va avanti
di Mimmo Carratelli
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La prima semifinale in Qatar è Argentina-Croazia. Fuori Olanda e Brasile. I due quarti di finale sono state partite infinite, risolte ai rigori. Grandi emozioni. Brasile deludente e giustamente fuori. Argentina eroica nei supplementari e vincente ai rigori. Con grande merito, la qualificazione della Croazia, anch'essa ai rigori.
SORPRESA
Nei quarti di finale in Qatar, la Croazia, vice-campione del mondo quattro anni fa in Russia, manda a casa il Brasile, cinque volte campione del mondo, l'ultima volta vent'anni fa. Il Brasile si aggiunge a Germania e Uruguay, campioni del mondo, eliminati da questo Mondiale.
La Croazia ha vinto meritatamente pur risolvendo il match ai rigori. È tornato in scena il portiere Livakovic della Dinamo Zagabria che aveva già parato tre rigori al Giappone negli ottavi. Ne para uno al Brasile (Rodrigo), poi Marquinhos colpisce il palo.
Dopo l'1-1 con cui si erano conclusi i supplementari, la Croazia vince sui rigori 4-2. Dal dischetto non sbagliano Vlasic (Torino), Majer, Modric e Orsic.
Il Brasile esce meritatamente. La Croazia è stata superiore. Grande gioco di squadra, centrocampo fra i migliori del mondo (Modric, Kovacic, Brozovic), intensità e aggressività, grande difesa, raddoppi di marcatura a tutto campo, sovrapposizioni in attacco.
Al Brasile non riusciva di sottrarsi alla morsa dei croati. Persi quasi sempre i duelli individuali in attacco. Il gioco della Croazia era corale, impetuoso, tenace. Quello del Brasile andava avanti a singhiozzo senza mai completare un'azione avvolgente. Dopo tre passaggi del Brasile, la Croazia riguadagnava palla.
I croati attaccavano molto sulla destra con Pasalic (Atalanta) nel duello tutto italiano contro Danilo (Juventus). Sulla fascia si sovrapponeva avanzando il terzino Juranovic, mollando la guardia a Vinicius. Sull'altro lato, insisteva Perisic. A centrocampo il dominio croato era costante. Qualità individuale e di reparto superiore ai brasiliani.
CENTRAVANTI
Alla Croazia è mancato un vero centravanti, tanto che, alla fine, contro gli 11 tiri in porta del Brasile ne ha opposto soltanto uno, ma decisivo, il pareggio di Petkovic (117') che annullava il vantaggio di Neymar (nel minuto di recupero del primo tempo supplementare).
Proprio il guizzo di Neymar (cinque conclusioni) sembrava salvare il Brasile saltando il difensore Sosa e il portiere Livakovic.
Sarebbe stata una beffa per la Croazia. Il Brasile neanche sapeva tenere il vantaggio. La Croazia esplodeva con le energie residue ed erano decisivi due giocatori entrati dalla panchina: Orsic in campo dal 114', autore dell'assist, e Petkovic (dal 72' per Kramaric) che batteva Allison per l'uno a uno. Soluzione rinviata ai rigori.
TRAPPOLA CROATA
Per tutta la partita, il Brasile era stato irretito dalla trappola croata. Non trovava mai lo spazio per affondare i colpi. I croati erano magnifici nei contrasti sempre vincenti e nel rapido recupero della palla per riversarsi verso l'area di Allison.
L'allegria e i sorrisi dei brasiliani si spegnevano in campo dopo mezz'ora, quando la Croazia prendeva in pugno la partita con grande sfrontatezza e qualità.
La Croazia giocava di squadra, il Brasile si affidava alle iniziative individuali di Neymar, Rafinha, Paquetà che non avevano mai esito. Fuori partita Richarlison e Vinicius. In difficoltà lo stesso Neymar. A centrocampo, Modric surclassava Casemiro.
La Croazia rubava spazio e tempo di giocate al Brasile. Meritava di passare in semifinale. Ed è passata, di gran lunga superiore al Brasile in questo quarto di finale.
Il portiere Livakovic, prima della parata decisiva sul rigore di Rodrigo, aveva annullato tre conclusioni pericolose dei brasiliani (55' Neymar, 66' Paquetà, 120' Casemiro). Ma tutta la difesa croata, con i centrali Lovren e Gvardiol, è stata formidabile.
LE SQUADRE
La Croazia (4-1-2-3) ha giocato con Livakovic (Dinamo Zagabria); Juranovic (Celtic Glasgow), Lovren (Zenit), Gvardiol (Lipsia), Sosa (Stoccarda; 110' Budimir, Osasuna); Brozovic (Inter; 114' Orsic, Dinamo Zagabria); Kovacic (Chelsea; 116' Majer, Rennes), Modric (Real Madrid); Pasalic (Atalanta; 72' Vlasic, Torino), Krameric (Hoffenheim; 72' Petkovic, Dinamo Zgabria), Perisic.
Il Brasile (4-1-2-3) ha giocato con Alisson (Liverpool); Militao (Real Madrid; 106' Alex Sandro, Juventus), Thiago Silva (Chelsea), Marquinhos (Paris Saint Germain), Danilo (Juventus); Casemiro (Manchester Unitd); Paquetà (West Ham; 106' Fred, Manchester United), Neymar (Paris Saint Germain); Raphinha (Barcellona; 56' Antony, Manchester United), Richarlison (Tottenham; 84' Pedro, Flamengo), Vinicius (Real Madrid; 64' Rodrigo, Real Madrid).
BATTUTI
Per la prima volta, ai Mondiali, il Brasile è stato battuto dalla Croazia. Nei due precedenti confronti aveva vinto. Nel 2006, ai gironi, 1-0, gol di Kakà. Nel 2014, sempre ai gironi, vittoria del Brasile 3-1, gol di Neymar e Oscar più un'autorete su tiro di Neymar.
MESSI
L'Argentina elimina ai rigori l'Olanda in una partita a molte facce (2-2 alla fine dei supplementari, 4-3 dal dischetto).
L'Albiceleste domina per 70 minuti. Va in vantaggio con Molina, ex Udinese, su una imbucata geniale di Messi (35'). Raddoppia Messi su rigore (73').
L'Argentina ritiene di avere la partita in pugno e si abbassa per contenere l'Olanda. Dopo il 2-0, l'Argentina tira in porta una sola volta. L'Olanda è tutta protesa alla rimonta.
Gli olandesi moltiplicano l'attacco. Dentro Weghorst, Berghuis e Luuk de Jong. Attacco a quattro, compreso Gapko. Ed è il nuovo entrato Weghorst a raggiungere l'Argentina sul 2-2. Doppietta (83' e al 90'+11' nell'infinito recupero del secondo tempo).
L'Olanda affronta i supplementari in migliore condizione psicologica. Fisicamente è più forte dell'Argentina. Tempesta di cross l'area sudamericana perché ha giocatori alti.
L'Argentina resiste e, nel finale del secondo tempo supplementare, potrebbe addirittura vincere con una serie di sei conclusioni (114' Lautaro Martinez deviato in corner da Van Dijk; 116' Fernandez, altra deviazione in corner; 117' Pezzella, alto; 119' Lautaro Martinez, pugni del portiere olandese; 120' Messi, ancora una deviazione in corner; 120'+1' clamoroso, palo di Fernandez).
RIGORI
Ai rigori, Emiliano Martinez para i tiri di Van Dijk e Berghuis. Il rigore di Fernandez va a lato e l'Olanda è in corsa. Si porta sul 3-3 con Luuk de Jong. Stramazza sul rigore decisivo dell'interista Lautaro Martinez: 4-3 per l'Argentina dal dischetto.
L'Olanda non ha saputo profittare del calo e dell'atteggiamento prudente dell'Argentina dopo il doppio vantaggio sudamericano. L'Albiceleste è emersa nel finale dopo avere patito gli olandesi.
Nel finale, mentre l'Olanda arricchiva la squadra con attaccanti, l'Argentina inseriva difensori. All'ultimo momento Di Maria col sesto cambio permesso nei supplementari.
Argentina-Olanda è stata una partita molto combattuta, non bella, ma agonisticamente avvincente (undici le ammonizioni). Messi è stato il condottiero argentino: 41 giocate, due tiri fuori, uno parato, l'assist dell'1-0, il gol del 2-0 su rigore, il primo rigore a segno nella sequenza dei rigori finali.
L'Argentina (3-5-2) ha giocato con Emiliano Martinez; Romero (Tottenham; 77' Pezzella, Betis Siviglia); Otamendi (Benfica), Lisandro Martinez (Manchester United; 111' Di Maria, Juventus); Molina (Atletico Madrid; 106' Montiel, Siviglia), de Paul (Atletico Madrid; 66' Paredes, Juventus), Fernandez (Benfica), Mac Allister (Brighton), Acuna (Siviglia; 77' Tagliafico, Lione); Messi (Paris Saint Germain), Alvarez (Manchester City; 81' Lautaro Martinez, Inter).
LA FINALE
Argentina e Olanda si sono affrontate cinque volte ai Mondiali prima del Qatar. Indimenticabile la finale a Buenos Aires 1978: vittoria dell'Argentina 3-1 con due gol di Kempes e uno di Bertoni.
Primo confronto al Mondiale 1974, era l'Olanda di Cruijfft: nella seconda fase dei gironi, vittoria degli olandesi 4-0 con due reti di Cruijff e gol di Krol e Rep. Mondiale 1998, ai quarti Olanda-Argentina 2-1, reti di Kluivert e Bergkamp.
Nel 2006, Mondiali in Germania, Argentina-Olanda finì 0-0 ai gironi. Mondiale 2014, Argentina-Olanda in semifinale, 0-0 dopo i supplementari, decisa ai rigori per i sudamericani (4-2, in gol dal dischetto Messi, Garay, Aguero e Rodriguez per l'Albiceleste).