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Cultura
Serata di blues con Poggi e Polverari
di Adriano Cisternino
Sarà una serata di jazz diversa dalle altre. Perché il filo conduttore della scaletta parlerà esclusivamente il linguaggio del blues, cioè di quella musica che viene generalmente indicata come la madre (o il padre, fate voi) del jazz.

Chi non ama il blues ha un buco nell'anima” ama dire al suo pubblico Fabrizio Poggi, riproponendo una frase scritta su un muro di un negozio di dischi nel Mississipi.

Armonicista e cantante, classe '58, da Voghera, Poggi è ormai un profeta del blues ormai, se non “il profeta” italiano, molto apprezzato e molto premiato anche all'estero e soprattutto negli Stati Uniti che del blues sono la patria.

Al suo fianco il chitarrista Enrico Polverari, sardo di Cagliari, 49 anni, anche lui fulminato dal blues dopo le prime esperienze musicali e quindi complice perfetto di Poggi, al quale è legato da un ormai solido sodalizio artistico che dura da oltre quindici anni e che li indica simpaticamente come i “blues brothers”.

Poggi e Polverari si esibiranno a Napoli giovedì 13 ottobre nella chiesa Anglicana di via San Pasquale alle 19,45 per l'ultima delle “Jazz evening” curate da Emilia Zamuner, previste a luglio dall'associazione “Maggio della Musica” e rinviate per eccesso di temperatura.

Folgorato negli anni Settanta da Muddy Waters e dall'armonica di Paul Butterfield nel film “The last waltz” di Martin Scorsese, Fabrizio Poggi decise che il blues sarebbe stato la sua musica.
E cavalcando decisamente questo suggestivo filone è stato in America, in pellegrinaggio nei luoghi sacri del blues, lungo il Mississipi, dove ha incontrato vecchi bluesmen che gli hanno raccontato storie antiche di blues e lo hanno fatto suonare in luoghi dove il blues è nato.

E lì, con la sua inseparabile armonica, ha suonato e ascoltato blues, ma ha anche inciso dischi, fatto dei tour con musicisti americani vivendo “on the road”.

Passione e determinazione dunque lo hanno portato in giro per l'America e poi anche per l'Europa e l'Italia, per cui oggi è legittimamente considerato il più americano dei bluesman italiani ed europei.

La sua musica è coinvolgente, nella semplicità del suo strumento, nella vocalità con cui ne integra l'efficacia, nella gestualità con cui chiama anche il pubblico a salire sul treno del blues e diventare con lui protagonista di uno spettacolo che racchiude in un “tuttuno” palco e platea.

Varie volte in Campania, prima volta a Napoli città, Poggi annuncia una serata che sarà: “...un viaggio attraverso le strade del blues, dal Mississipi a Chicago, ad alto tasso emotivo, passando per i campi di cotone e gli spirituals”. 

Sarà insomma un viaggio attraverso la musica più autentica, la musica dell'anima, quella che nacque e si diffuse più di un secolo fa per guarire le pene quotidiane della vita.
Le pene della vita purtroppo non sono mai finite e quindi il blues è più attuale che mai.

8/10/2022
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