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Recensioni
Dal Vinitaly con Furore
di Paolo De Angelis
Al Vinitaly, a Verona, dove l’Adige scorre romantico e silente, e il cui scroscio somiglia al vino che lascia la bottiglia per raggiungere il bicchiere, incontriamo i vini di Marisa Cuomo.

Su tutti, Lui, Il vino, il Fiorduva.

Intrigante, di un giallo che non è non solo paglierino ma da film, complesso, armonioso ed un finale a sorpresa.

Non i soliti vitigni, non il solito territorio, non il solito vino.
Qui ci si fa eroi, qui ci si fa folli
”.

Le parole di Andrea Ferrajoli, marito di Marisa, sono dense di storia e di orgoglio.
E di fatica, perché quei vigneti non sono per nulla semplici.

Quella di Marisa Cuomo è una bellissima storia che nasce quasi quarant'anni fa.
Andrea sta per sposarsi, ed ha un’idea geniale, da proporre a lei durante il discorso di ringraziamento agli invitati presenti.

Manca qualche mese per festeggiare questi quarant'anni - mi racconta Andrea -quando all’atto del matrimonio offro alla mia giovane consorte la storia della mia famiglia.
Così nasce l'azienda Marisa Cuomo, azienda che è nata in un territorio estremo, svantaggiato, non meccanizzato e non meccanizzabile.
Solo ceppi pre-fillossera e vigne storiche, allora non abbiamo mai pensato di intraprendere discorsi legati alle cosiddette scorciatoie e quindi, con una serie di follie, follie imprenditoriali, ed anche pratiche, siamo arrivati ad ottenere questo gran bel successo che ci viene riconosciuto in tutto il mondo.
La follia è un sentimento che non tutti possono esprimere.
Forse a Furore questo si può fare perché follia e Furore e quasi un tutt'uno
”.

A Furore sono in seicentottantaquattro, tutti fanno parte dell’Unesco. Dalla spiaggia, lungo quel meraviglioso fiordo, ex piccola ed inespugnabile roccaforte, quando Amalfi era un Ducato, verso i Monti Lattari, tra roccia e case, ed i famosi murales, si arriva in uno dei borghi più belli d’Italia.
Da quelle parti si dipinge vino.

Fiorduva, Marisa Cuomo, Costa d'Amalfi - continua Andrea, con incedere fiero e giustamente traboccante di orgoglio - un vino prodotto da tre vitigni storici pre-fillossera coltivati a pergola, allevati a pergola, ed impiantati addirittura nei muri verticali fatti con pietra a secco.
Un giudizio importante su questo vino fu espresso alcuni anni fa dal grande Gino Veronelli che nel degustarlo scrisse di un vino appassionato che sa di rocce di mare.
In questa frase c'è tutto ciò che che porta a percepire la sapidità ed il gusto di questo vino, tutto ciò che poi ritroviamo nel bicchiere.
Fiorduva, non il fiore dell’uva, ma il vino prodotto dalle uve allevate sui terrazzamenti fatti di pietra secca a partire dal sesto secolo d.C. che dal fiordo, attraverso una serie di arrampicate, si ergono fino a settecento metri sul livello del mare. Storia, tradizione e cultura contadina, attaccamento alla propria terra, amore verso la propria realtà familiare ed ambientale, Fiorduva è un'attrazione ormai consolidata in tutto il mondo. Purtroppo, e dico purtroppo ma ne sono orgoglioso, i numeri sono un poco risicati.
Del resto, per produrre circa ventimila bottiglie l’anno, abbiamo dovuto mettere assieme tre vitigni, e guai se avessimo fatto diversamente, perché il connubio di questi tre vitigni alla fine produce un risultato eccezionale legato all'equilibrio organolettico gustativo che piace e che tanto attrae
”.

L’azienda si chiamava Gran Furor Divina Costiera, rilevata da Andrea Ferrajoli, ultimo discendente di una antica famiglia di vinificatori e, appunto, negli anni ottanta, la offrì alla moglie come dono di nozze.
Più volte è stato premiato come miglior bianco d’Italia, miglior bianco del Vinitaly, medaglie e concorsi enologici lo hanno visto premiato in tutto il mondo.

I tre vitigni ovviamente sono autoctoni: Ripoli, Fenile e Ginestra con una lieve predominanza del Ripoli. Quattordici gradi per un affinamento di sei mesi in piccole botti di rovere, per un sorso sapido, fresco, elegante, morbido e persistente. Frutta gialla, erbe aromatiche, albicocca, sapori tipici della Costiera Amalfitana.
Vendemmia fatta interamente a mano, difficile, complicata, eroica.
E poi via, che il mondo intero lo beve, ed il finale è lungo, ed a sorpresa, proprio come in un film di James Bond.
Paolo de Angelis 

https://www.marisacuomo.com
5/7/2022
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