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Recensioni
Pironti, la ristampa di “Libri e cazzotti”
di Adriano Cisternino
Tullio Pironti, l'editore che amava le sfide.
Più o meno questa la sintesi della cerimonia svoltasi nel salone del Convitto Vittorio Emanuele a piazza Dante in occasione della presentazione del libro autobiografico “Libri e cazzotti” nella nuova edizione curata da Bompiani. Avrebbe compiuto 85 anni proprio in questa circostanza Tullio Pironti, scomparso nove mesi fa, e purtroppo non ha fatto in tempo a vedere realizzata la riedizione della sua autobiografia che Bompiani gli aveva promesso.

Marco Ottaiano, tra i suoi più assidui collaboratori, ha moderato gli interventi di Antonella Cilento, Antonio Franchini, Francesco Palmieri.

Fra i tanti amici presenti anche Nora Puntillo, Titti Marrone, Pietro Treccagnoli, Eduardo Cicelyn, Enzo Bonifiglio, e Ottaviano Quintavalle, in arte “Messico”, fotografo e grafico, per anni collaboratore di Pironti, oltre naturalmente alla nipote Chiara che ha raccolto l'eredità di Tullio in libreria.

Sarà lo stesso Marco Ottaiano a realizzare entro l'anno un documentario sul pugile-editore dal titolo “Voi non sapete che cos'è l'amore”, titolo che proprio Tullio scelse per l'edizione italiana di un libro di Raymond Carver.

L'attore Orlando Cinque ha letto alcuni brani di “Libri e cazzotti” che hanno dato spunto ad alcune considerazioni sul personaggio che a suo modo ha caratterizzato la cultura napoletana per vari decenni dandole a suo modo una dimensione di respiro internazionale.

Antonio Franchini ha osservato fra l'altro: “Tullio ha dato prova di essere un grande direttore editoriale, perché ha pubblicato una serie di best-seller che hanno abbracciato vari campi, dalla narrativa americana alla saggistica, segno della sua grande versatilità in tante direzioni”.

Libri e cazzotti”, ha ribadito la scrittrice Antonella Cilento, racconta un pezzo di storia di Napoli, così come “Malacqua” di Nicola Pugliese (che proprio Pironti ha ristampato) ne racconta l'altra faccia.

Nel libro - è stato sottolineato - Tullio racconta una Napoli che c'era e che non c'è più, la Napoli degli anni '70, ovvero i tempi della realtà concreta, prima che si arrivasse ai tempi della “fiction” cioè della finzione: “Ma lui è rimasto sempre uomo della realtà”. La fiction, insomma non gli apparteneva, come quando - racconta Franchini nella prefazione alla nuova edizione - Tullio diceva con ironica nostalgia “Mò 'o problema è quann''e ffemmene te dicono che sì...
11/6/2022
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