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Calcio
Il Napoli a Bergamo
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 03.04.2022)
Passate la sosta, la siesta, la Macedonia e passato lo sfinimento di un calcio italiano alla frutta, ritorniamo nel cortile di casa, spudoratamente spacciato per un eccitante luogo di sfide memorabili e di campioni assoluti, mentre è tutt'altro che oro quello che riluce appena, ed eccoci al campionato poco allenante ma molto affascinante per i media che lo pompano per vendere più copie e fare più ascolto, un bluff totale.

Per adeguarci al clima di irresistibile entusiasmo, compresa l'apparizione di Raspadori e Scamacca in nazionale, eccoci alle ultime otto giornate, la corsa finale ad ostacoli verso lo scudetto, lo steeple-chase con la quasi totale previsione che sarà il Milan a vincere, e subito tre ostacoli alti per il Napoli, questo pomeriggio a Bergamo, poi Fiorentina e Roma al "Maradona", Spalletti alle prese con indisponibilità e infortuni in una stagione, per questi accidenti, molto precaria per il Napoli.

Senza Osimhen a Bergamo per squalifica, col nigeriano che ritarda il suo rientro dall'Africa, il Napoli s'incavola, e senza Rrahmani punito anch'egli dal giudice sportivo, l'infermeria azzurra trattiene Meret, Di Lorenzo, Petagna, Ounas, e Fabian Ruiz ha avuto qualche linea di febbre, Zielinski è tornato dalla nazionale non proprio al massimo (un gol e qualche fastidio muscolare), Insigne è giù di corda per lo sfacelo dell'Italia a Palermo al quale ha molto contribuito, insomma una squadra un po' incerottata contro l'Atalanta, trasferta spesso amara per gli azzurri, mentre in questa stessa giornata si gioca Juventus-Inter, ma soprattutto il Milan è dato in fuga ospitando il Bologna nei posticipi del lunedì.

Anticipi e posticipi, ecco un altro inguacchio del pallone italico tutto trucchi e trucchetti, si pretenderebbe la contemporaneità per le partite fra squadre in lotta per il medesimo traguardo, se ne lamentano tutti, ma piatto ricco mi ci ficco, lo spezzatino televisivo è indispensabile per la sopravvivenza del calcio italiano indebitato per sei miliardi di euro, non bastasse la mediocrità tecnica.

Lamentarsi è da sfigati, dice Spalletti, e chi si lamenta, chi gioca prima e chi gioca dopo mettiamolo nel conto, petto in fuori a Bergamo, l'emergenza potrebbe rafforzare il Napoli costringendolo a una partita di totale dedizione e attenzione.

L'Atalanta non sembra più la squadra irresistibilmente automatica degli anni scorsi, velocità, precisione, aggressività assoluta, sul suo campo ha mollato 24 punti su 42 (sei pareggi, quattro sconfitte), si lamenta degli arbitraggi, Gasperini è nervoso, è lontana otto punti dalla zona-Champions (una partita da recuperare: Atalanta-Torino), ma non è in disarmo, è ancora una formazione "massiccia" per volume di gioco e proiezione offensiva.

La sfida sarà a centrocampo dove l'Atalanta, lasciando la difesa a tre uomo contro uomo, avrà più uomini e intensità, corsa e movimento, è la zona dove un 4-1-4-1 del Napoli deve porre rimedio, contrastare e resistere per rovesciarsi in contropiede, ma mancheranno gli strappi di Osimhen e non si sa quale possa essere l'efficacia di un attacco leggero (Politano, Mertens, Insigne), la velocità sarebbe l'arma ideale per far vacillare la difesa bergamasca.

Uscire lestamente dalla pressione offensiva dell'Atalanta e tenere palla per non riconsegnarla ai nerazzurri evitando così di averli sempre addosso.

Non sarà facile. Ci vorranno abilità di palleggio ed energia, grande sacrificio, rientri profondi e rovesciamenti di fronte di qualità.

Compito duro per il Napoli con difesa e attacco inediti, vige il proposito principale di non mollare la zona Champions, obiettivo di inizio stagione, mentre la Juventus sta recuperando forsennatamente, imbattuta nel girone di ritorno, 25 punti come nessuno (Napoli e Milan 24).

Ci avviamo verso le prime sentenze con grande curiosità sul destino dell'Inter (7 punti nelle ultime sette partite).

2/4/2022
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