Calcio
I fantasmi del match al Bentegodi
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 13.03.2022)
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C'è un'aria da "
Giulietta è 'na zoccola" per questa trasferta veronese (il Napoli ha comunque vinto quattro volte nelle ultime sei occasioni) per via delle recenti avversità causate dalla formazione veneta. Non solo il pareggio con cui estromise il Napoli di Gattuso dalla Champions, ma anche il nuovo pareggio al "
Maradona" che, alla dodicesima giornata, è stato il primo colpo di freno al sensazionale inizio di campionato degli azzurri (dieci vittorie e il pari a Roma).
Il Verona si è trasformato così nel bau-bau del Napoli, un avversario che "
non porta bene", ed ora aspetta gli azzurri al Bentegodi in un momento non proprio felice della squadra di Spalletti, cinque punti nelle ultime quattro partite, più la batosta rimediata col Barcellona.
Per le difficoltà del Napoli, migliore difesa del campionato, ma sesto attacco tra le prime nove in classifica, il Verona ingigantisce ad avversario-spauracchio. Per giunta è squadra solida e concreta che, nelle prime nove giornate del girone di ritorno, ha fatto più punti (17), appena due meno della Juventus e uno meno di Napoli e Milan.
Il Verona è squadra squisitamente casalinga (26 punti al Bentegodi contro i 15 delle gare esterne) e, in casa, ha infilato tre vittorie dopo l'inaspettato flop con la Salernitana (1-2). La squadra veneta ha tre cannonieri (Simeone 15 gol, Barak 10, Caprari 10) che precedono di gran lunga i pistoleri azzurri (7 gol a testa per Osimhen, Mertens, Insigne).
All'andata, a Napoli, il Verona fu anche fortunato portandosi via l'1-1 grazie ai pali colpiti da Osimhen e Mertens. È vero, il Verona non porta proprio bene agli azzurri.
Curiosità non marginale, nella squadra del croato Igor Tudor gioca Giovanni Simeone, il "
cholito", figlio del grande Diego, giocatore di Inter e Lazio, oggi allenatore sanguigno all'Atletico Madrid. Il "
cholito", che segnò all'andata a Napoli, agita un altro "
segnale" infausto: giocava nella Fiorentina e fece tre gol al Napoli di Sarri nella giornata dello scudetto sfumato a 91 punti.
Ecco che per questo Verona-Napoli si agitano parecchi "
fantasmi" e la trasferta al Bentegodi viene affrontata con tutti gli scongiuri del caso, mentre Spalletti ha qualche problema e deve "
ricucire" la formazione per tornare a galla dopo la confitta col Milan. La classifica è ancora molto interessante, il Napoli è terzo nel trenino dello scudetto.
È possibile che Spalletti, deluso dalle ultime prestazioni degli azzurri migliori, rinunci a qualche big (Fabian Ruiz, Zielinski, forse Insigne) per chiedere il massimo a quei giocatori meno impiegati e forse più pronti alla lotta, da Anguissa a Lozano, Elmas e, forse, Ounas.
Il 3-4-2-1 del Verona minaccia di prevalere a centrocampo e Spalletti dovrà evitare che il Napoli resti intrappolato nel "
cuore" del match come è successo contro il Milan, perciò impiegherà giocatori di minor talento ma di superiore mobilità.
Sembra che la manovra offensiva sia il problema di Spalletti, quattro gol nelle ultime quattro partite. Il Napoli ha perduto lo slancio sugli esterni e accompagna poco Osimhen negli strappi del nigeriano.
Sulle fasce, il Napoli ha bisogno di giocatori che saltino l'avversario, Ounas e Lozano sembrano i più indicati, ma è necessario avere anche una seconda punta che combini con Osimhen. Le soluzioni sembrano due: o Mertens alle spalle di "Osi" o Petagna pivot liberando il nigeriano dalla morsa dei difensori centrali avversari.
Si riparla della pressione che il Napoli non reggerebbe quando è chiamato agli impegni decisivi, ma ormai è da tempo che la squadra gioca partite di alto livello. Il calo non è spiegabile. Non è spiegabile la partita di Cagliari ancora più di quella col Milan.
A meno che la mancanza di una certa fisicità sia la vera lacuna che condiziona la squadra negli impegni incandescenti quando la superiorità tecnica non basta. E a Verona si annuncia una partita di lotta...