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Cultura
La mostra su Caruso al Mann
di Adriano Cisternino
Ancora un mese di tempo, o poco più, per visitare la splendida mostra “Enrico Caruso - Da Napoli a New York” che chiuderà i battenti il prossimo 22 aprile, al Museo Nazionale di Napoli.

L'esposizione, curata da Giuliana Muscio con la consulenza musicale di Simona Frasca, celebra i cento anni dalla scomparsa del grande artista che - bisogna riconoscerlo . non è stato soltanto il più grande cantante di tutti i tempi, ma è stato ed è il personaggio più universale nato in questa città, nonostante sia vissuto soltanto 48 anni.

Più che una mostra, l'allestimento del Mann è un'immersione audiovisiva totale nella straordinaria dimensione artistica del personaggio attraverso foto, disegni, manifesti, ritagli di giornali dell'epoca, e registrazioni della produzione discografica del tenore più famoso di sempre.

Circa duecentocinquanta le immagini esposte, provenienti da varie fonti, tra cui l'archivio del Metropolitan Opera di New York, il Museo dedicato a Caruso a Villa Bellosguardo, che fu la sua residenza di Lastra a Signa vicino a Firenze, e la Caruso Collection del Peabody Institute di Baltimora.

Spiccano fra l'altro le numerose caricature di Caruso (alcuni autoritratti) che era un abile disegnatore e spesso - si racconta - durante un'intervista disegnava il profilo dell'intervistatore per regalarglielo alla fine del colloquio. Il catalogo della mostra è in vendita al bookshop del museo.

Ci si domanda spesso infatti se sia stato il disco a dare grande popolarità a Caruso o lo stesso Caruso a promuovere la diffusione del nuovo strumento tecnologico. Probabilmente la risposta sta nella reciproca valorizzazione perché agli inizi del secolo scorso non era semplice poter assistere ad una performance dal vivo del grande tenore e quindi l'invenzione del disco ha dato notevole impulso sia alla popolarità mondiale dell'artista che alla novità tecnologica.

Le incisioni di Caruso hanno contribuito inoltre a dare diffusione universale anche alla canzone napoletana, anche perché Caruso, pur girando il mondo dall'Europa al Sudamerica per esibire il suo talento, è sempre rimasto molto legato alla sua città d'origine dove volle venire a morire quando cominciò a sentire che la salute lo stava abbandonando. Ma non si faceva pregare quando, specialmente in America, un gruppo di emigranti gli chiedevano di cantare qualche canzone napoletana.

Si parla da tempo di intitolare l'aeroporto napoletano al grande tenore ed è un'idea splendida ed opportuna, perché l'aeroporto è per sua intrinseca funzione il sito più internazionale della città, come internazionale è stata la popolarità di Caruso. Speriamo che non resti solo una bella idea.

4/3/2022
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