Calcio
Si riapre il ballo dello scudetto
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 21.02.2022)
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Frennesìa, allerìa, mamma mia. Si riapre il ballo dello scudetto. Tonfi e frenate nei quartieri alti. Crolla l'Inter a San Siro (0-2 dal Sassuolo). Si blocca il Milan a Salerno (2-2). Cede l'Atalanta a Firenze (0-1). La Juve si inchioda nel derby di Torino (1-1).
Il Napoli bello a metà, con due bicchieri mezzi pieni e mezzi vuoti, i primi tempi contro Inter e Barcellona sprecati nei secondi tempi, gioca a Cagliari per proiettarsi in testa. Non può deludere.
Trasferta niente facile, ma l'occasione è ghiotta per balzare al comando. Vincendo a Cagliari, il Napoli appaierebbe il Milan in vetta, lascerebbe l'Inter due punti dietro, manderebbe la Juve a nove punti e l'Atalanta a dodici.
Il Cagliari di Mazzarri, terzultimo, è in piena corsa-salvezza con un colpo di coda nelle ultime sei partite (13 punti). La posizione in classifica non riflette il valore della squadra sarda. Sarà avversario difficile da domare soprattutto per un Napoli che si è inaridito in attacco.
Spalletti si sente felice di allenare questo Napoli e si sente anche invidiato. Il Napoli sta crescendo in personalità, dice. Ora sogna tredici gare di fila, tredici figate, "poi potrei anche morire".
Prima di "morire", il facondo tecnico toscano dovrebbe risolvere quello che appare essere il problema attuale del Napoli: la fase offensiva che non scorre più.
Il Napoli segna col contagocce. C'è uno scarso apporto degli esterni d'attacco. Insigne, pur generoso nei compiti tattici che nelle due ultime partite l'hanno riportato a fare il terzino, non cerca più la "gioia" del tiro-a-giro, non segna più su azione. A destra dà poco Lozano, meno ancora Politano (un gol).
I centrocampisti più portati ad attaccare (cinque gol a testa) indugiano nelle conclusioni dal limite dell'area. Si deve pretendere di più da Fabian Ruiz e Zielinski.
Osimhen, forse il vero problema, è in una fase critica. Gioca un po' da solo per smania di esuberanza, si stacca dai compagni, corre per conto suo con spunti improvvisi che gli altri azzurri non accompagnano. Insegue i gol con frenesia.
Il capocannoniere azzurro è Mertens (sette reti) pur giocando meno di tutti gli altri attaccanti. Diciannove goleador sono davanti al cannoniere del Napoli (tre del Verona!).
Tuttavia, l'andamento del Napoli nel girone di ritorno è positivo. Escludendo i risultati degli anticipi di questa giornata, in sei partite il Napoli ha conquistato 14 punti, come il Milan, l'Inter 8, l'Atalanta 6, la Juventus 12.
Che cosa temere del Cagliari? Lo slancio che ha preso nel girone di ritorno, tre vittorie e due pareggi perdendo solo sul campo della Roma. La difesa è vulnerabile (46 gol incassati in venticinque gare). La costruzione del gioco è buona. Ha il migliore attacco delle ultime quattro.
Joao Pedro è il paladino rossoblu (10 reti, tre su rigore). Si è svegliato Pavoletti (tre gol nelle ultime sei). Gastòn Pereiro, massiccio uruguayano (1,88), è un goleador a sorpresa (doppietta sul campo dell'Atalanta). Nandez è l'esterno sinistro di centrocampo (3-5-2) che accompagna meglio l'attacco (assente oggi).
Il Napoli ha le chance per vincere nonostante Elmas fuori ruolo a destra e l'assenza di Lobotka, il migliore nel far girare la squadra. Torna Demme. Mertens potrebbe partire dal primo minuto. L'offensiva azzurra è affidata alle prestazioni di Fabian Ruiz e Zielinski, il primo prendendo il comando di centrocampo, il secondo a ridosso della prima punta.
A Cagliari hanno vinto il Genoa (3-2), l'Empoli (2-0), la Roma (2-1), l'Atalanta (2-1), l'Udinese (4-0) prima però che la formazione sarda si tirasse su.
Molte squadre, anche all'estero, hanno accusato in campionato il dispendio di energie nelle coppe europee di metà settimana (l'Inter fra le altre). Il Napoli ha speso molto a Barcellona. Ma la squadra sembra ora capace di gestire le partite.
Però un pareggio a Cagliari sarebbe una delusione. Basta con le mezze figate. Lo scudetto chiama.