Calcio
Osi, un bello in maschera
di Mimmo Carratelli
(da: Corriere dello Sport del 07.02.2022)
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Movimenti e sommovimento nei quartieri alti della classifica dove l'Inter inciampa nel derby e il Milan rimette in gioco lo scudetto e si va a un nuovo giro di ballo con l'Atalanta che stramazza sul suo campo e invita alla rimonta la Juventus del ballerino di Belgrado Dusan Vlahovic.
Il Napoli, f
elicissima festa a tutti 'sti signure 'ncravattate, non tradisce a Venezia, abballabbà, bisogna pur vincerle le "
partite facili", e si posiziona nel secondo vagone del trenino tricolore dimenticando le sciagurate giornate con Empoli e Spezia, il Covid, la Coppa d'Africa e il Canada.
Il Napoli è secondo col Milan a un punto dall'Inter che però deve recuperare la partita non giocata a Bologna. L'Inter giocherà domani in Coppa Italia contro la Roma e sabato sarà di scena a Fuorigrotta. Sfida-scudetto, non c'è che dire.
Si riaprono scenari immaginati da Gianni Morandi a Sanremo: stai andando forte, apri tutte le porte, gioca tutte le carte.
Il Napoli acconsente: quarta vittoria di fila, ritorno al gol di Osimhen dopo otto partite saltate per il viso sfrantumato, tredicesima partita senza prendere gol, 27 punti fuori casa.
Con pazienza, tenendo palla oltre ogni limite (71 per cento nel primo tempo, 67 per cento nel secondo), il Napoli ha costruito a Venezia la sua ottava vittoria esterna. Non è stato semplice perché il Venezia, ora in piena zona-retrocessione, ha cercato soprattutto di difendersi schizzando in contropiede.
Tessendo a lungo la sua tela, il Napoli è apparso monotono portando continuamente indietro la palla per stanare i lagunari che, invece, se ne stavano intensi e stretti nella loro metà campo, senza pressare, ma facendo una guerra difensiva di posizione.
Il 4-3-3 annunciato dei veneti si è trasformato subito in un 4-5-1 con il nigeriano Okereke unica punta, centravanti per oltre un'ora prima che entrasse il francese Henry prima punta di ruolo (e Okereke si spostava all'ala sinistra), appena assistito da qualche proiezione offensiva di Ebuehi e dalle timide giocate sulla destra dello sloveno Crnigoj.
Il Napoli si è applicato al match con lenta tenacia, non c'erano squilli e brillii in campo, ma un inesorabile andamento lento di dominio. Nessuna luce, ma un confortevole abat-jour perennemente acceso.
Il rilanciato Lobotka ha fatto di tutto e di più, non si contano i contrasti vinti, i palloni recuperati, i palloni portati avanti, un dominatore assoluto su una scena grigia perché Zielinski non accendeva il genio della sua lampada, Fabian Ruiz partiva al galoppo su sentieri improbabili, Politano faceva fatica ad entrare in partita e Insigne appariva stanco (più i palloni toccati all'indietro che quelli smistati avanti).
I rifornimenti a Osimhen languivano, ma l'uomo mascherato ha avuto pazienza, non si è innervosito, non ha protestato e, quando gli è piovuto dal cielo il cross finalmente pulito di Politano, ha mosso le pale dell'elicottero, ha preso il volo fra Caldara ed Ebuehi e con un colpo di testa ha indirizzato la palla verso l'angolo più lontano. Era il 59' e, alla buon'ora, il Napoli interrompeva con successo i ghirigori del primo tempo.
A Venezia, Spalletti ha schierato la formazione titolare del 2022 col recupero pieno di Victor Osimhen e Ospina in porta (sorpresa, fuori Meret). Come già detto, Lobotka (lo slovacco raccomandato da Hamsik) si prendeva tutta la partita, giocatore-ovunque, motore inesauribile.
Non c'è gran che sul taccuino del primo tempo, tranne la sventagliata prodigiosa in corsa di Osimhen che da posizione impossibile (28') scheggiava l'incrocio dei pali (dodicesimo legno azzurro e quarto personale del nigeriano) e il salvataggio di Ospina sulla conclusione di Okereke (31') che avrebbe potuto complicare il pomeriggio azzurro sull'isolotto di Sant'Elena.
Rientrate le squadre in campo la domanda restava identica: in che modo, gira e rigira la palla, il Napoli riuscirà a metterla dentro? C'era poco gioco in profondità, scarsa incisività sulle fasce e il girotondo centrale e perpetuo prometteva quasi nulla.
A dare uno scossa al match, prima che il Napoli iniziasse a risolverlo in suo favore, c'era lo scontro aereo fra Ebuehi e l'arbitro Mariani (50'). Il primo restava più di cinque minuti a terra, sollevandosi poi incoronato con un turbante. L'arbitro si feriva all'orecchio destro per via dell'auricolare che risistemava nell'orecchio sinistro. L'interruzione porterà a un sensazionale recupero previsto in otto minuti, poi allungatosi a dieci per un incidente a Mertens.
Il vantaggio di Osimhen incanalava la partita sul versante napoletano e tutti abbiamo creduto che il Napoli avrebbe agevolmente bissato mettendosi tranquillo. Niente. Era e rimaneva una gara da andamento lento, più controllo che colpi di scena.
Il Venezia tentava l'impossibile per non affondare. La prima mossa di Zanetti era l'inserimento di Henry, una vera punta centrale, per Nani poco sulla scena (62'). Poi, energie fresche in mezzo al campo con Busio per Crnigoj e Aramu per Johnsen (70'). Infine, il debuttante camerunese Nsame per Cuisance, francese deludente, e Fiordilino per Ampadu (78'). Il Venezia cercava il pareggio con un azzardato 4-2-4. Spalletti richiamava Insigne per Mertens e Politano per Elmas.
Con molta generosità, un po' di ardore e qualche combinazione felice, il Venezia avanzava nella metà campo del Napoli, ma non si registravano parate di Ospina degne di nota. Tuttavia, poiché il vantaggio del Napoli era minimo, sorgeva qualche timore di un pasticcio, soprattutto sui calci piazzati e sui corner.
Entravano (88') Petagna per Osimhen e Ghoulam per Zielinski. C'era da smaltire il lungo recupero. Non che il Napoli tremasse di fronte alla maggiore iniziativa del Venezia, ma era augurabile che giungesse il raddoppio.
Scattavano gli otto minuti supplementari e il Venezia restava in dieci (93' espulso Ebuehi per una entrata a martello su Mertens). Altro tempo perso per l'infortunio del belga, che poi si rimetteva in piedi, e saremmo giunti al minuto numero 100!
Prima che calassero il sipario e la sera su Sant'Elena, e si esaurisse la maratona del recupero, il Napoli finalmente raddoppiava.
Costretto dal Venezia a indietreggiare, aveva già provato il contropiede risolutore. Gliene riusciva uno (100'). Mertens, ristabilitosi, strappava palla a un avversario nella metà campo azzurra e inscenava una fuga a due con Petagna. Gli dava e aveva la palla di ritorno, piazzava il colpo, il portiere Lezzerini respingeva e Petagna giunto "a rimorchio" batteva in gol. Finish. Due a zero.
COPPA ITALIA
Si giocano in settimana i quarti di Coppa Italia in partita unica. Martedì 8: Inter-Roma. Mercoledì 9: Milan-Lazio. Giovedì 10: Atalanta-Fiorentina e Juventus-Sassuolo.
VENEZIA-NAPOLI 0-2 (0-0)
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Fabian Ruiz, Lobotka; Politano (78' Elmas), Zielinski (88' Ghoulam), Insigne (78' Mertens); Osimhen (88' Petagna).
VENEZIA (4-3-3): Lezzerini; Ebuehi (95' espulso), Caldara, Ceccaroni, Haps; Crnigoj (70' Busio), Ampadu (78' Fiordiino), Cuisance (78' Nsame); Johnsen (70' Aramu), Okereke, Nani (62' Henry).
ARBITRO: Mariani (Aprilia).
RETI: 59' Osimhen, 100' Petagna.
SERIE A - 24ª GIORNATA
Atalanta-Cagliari 1-2, Bologna-Empoli 0-0, Fiorentina-Lazio 0-3, Inter-Milan 1-2, Juventus-Verona 2-0, Roma-Genoa 0-0, Salernitana-Spezia (lunedì), Sampdoria-Sassuolo 4-0, Udinese-Torino 2-0, Venezia-Napoli 0-2.
CLASSIFICA:
Inter 53; Napoli, Milan 52; Juventus 45; Atalanta 43; Roma, Lazio 39; Fiorentina 36; Verona 33; Torino 32; Empoli 30; Sassuolo 29; Bologna 28; Udinese 27; Spezia 25; Sampdoria 23; Cagliari 20; Venezia 18; Genoa 14; Salernitana 10.
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Una partita in meno: Inter, Atalanta, Fiorentina, Torino, Bologna, Udinese, Venezia, Salernitana.