Calcio
Ultima novità: una squadra combattiva
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 22.12.2021 )
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La brillante esibizione agonistica che ha accompagnato il felice progetto tattico di Spalletti, rendendo praticamente inerme il Milan, è la vera, ultima novità del Napoli.
Il Vesuvio sotto la maglia, aveva comandato il tecnico toscano per il match di San Siro. Incoraggiamento estemporaneo e positivamente retorico che si è aggiunto al mantra fondamentale di Spalletti: ogni partita deve essere come una finale.
Come una finale deve essere quest'ultima partita dell'anno e del girone di andata contro lo Spezia al "
Maradona". Assorbito l'entusiasmo per la franca vittoria su Milan, il Napoli non deve arretrare d'un passo dalla robusta prestazione di San Siro.
Se l'impegno individuale e di squadra che ha esaltato la gara di Milano sarà una costante delle partite azzurre nessun traguardo sarà proibito. Lasciando perdere per il momento il "
volo" dell'Inter, mentre al Napoli continuano a mancare quattro pedine fondamentali, un posto Champions per la prossima annata e un percorso di rilievo in Europa League sono pienamente alla portata degli azzurri.
A Milano il Napoli ha giocato una partita piena di grande aggressività in ogni zona del campo, spesso con un pressing alto e quei falli tattici nella metà campo avversaria (altra novità) a rompere in partenza la costruzione del gioco milanista, un po' come fa l'Atalanta.
In questo senso è un Napoli nuovo, di grande personalità e carattere, ancora più notevole perché Spalletti l'ha ottenuto dalle "
seconde linee". La sollecitazione a un agonismo da grande squadra ha fatto presa anche su quei giocatori più squisitamente tecnici e meno votati alla lotta, come Zielinski e lo stesso Lozano, da rendere il polacco il protagonista assoluto della serata milanese e il messicano un elemento utilissimo nel gioco "
sporco".
I cinque cambi consentono un impegno sostenuto ai giocatori schierati in partenza perché la loro partita può ridursi a un'ora di gioco.
Un Napoli dalle grandi qualità tecniche che dovesse mostrarsi combattivo come a San Siro, con una grinta "
rifiutata" in passato puntando tutto sulla tecnica, promette un cammino molto esaltante. Era così il Napoli di Vinicio che "
correva" dal primo al novantesimo minuto.
Ora il palleggio azzurro è meno lezioso, più ampio e incisivo, votato non tanto a trattenere la palla, per non farla giocare agli avversari, ma diretto a muovere la scena della partita e a far correre gli avversari incidendo sul loro dispendio di energie.
Ecco allora che, in assenza di Fabian Ruiz, un giocatore di più grande respiro, corsa ampia e giocate lunghe come Lobotka aggiunge molto a centrocampo dove Anguissa fornisce una presenza di spessore nei contrasti, nel movimento continuo a pressare i portatori di palla avversari e nella efficace semplicità con cui esce palla al piede dai duelli.
Comincia ad essere meno pesante l'assenza di Koulibaly con un Juan Jesus che ha ribadito orgogliosamente di non essere un rottame, ma un difensore con nove anni di serie A, fra Inter e Roma, esperienza e doti di combattente, uno dei tre protagonisti con Zielinski e Anguissa della magnifica notte milanese.
Lo Spezia (3-5-2) non ha più la guida di Italiano, che sta confermando a Firenze le doti di allenatore di un certo calibro, ma conserva gli insegnamenti del giovane tecnico (44 anni) di origini siciliane, nato in Germania.
Aggressività e gioco agile, ripartenze veloci con giocatori di qualità, dall'angolano Nzola al colombiano Agudelo, da Giulio Maggiore, 23 anni, tra i più interessanti giovani centrocampisti in circolazione, all'attaccante albanese Manaj.
Meno solido in difesa con troppi gol incassati fuori casa (27 contro i 12 sul suo campo) e sette sconfitte in nove partite in campo esterno, sei gol presi dalla Lazio, quattro dal Verona, cinque dall'Atalanta.
Il Napoli non dovrebbe tradire le attese. Milano val bene una robusta conferma e un buon Natale.