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Cultura
Alla Reggia di Portici il re dello swing
di Adriano Cisternino
Tutto esaurito già una settimana prima. Non c'è posto per i ritardatari al concerto ad inviti (circa 300 posti) di Emanuele Urso e la sua band in programma venerdì 26 (ore 21) al Galoppatoio della Reggia di Portici.

Sul palco, al fianco del clarinettista e batterista romano, Lorenzo Soriano (tromba), Stefano Di Grigoli (sax), Daniele Pozzovio (piano), Fabrizio Guarino (chitarra), Alessio Urso (contrabbasso) e Giovanni Cicchirillo (batteria).

Il jazz dunque ritorna nella reggia per un nuovo concerto ideato e promosso dall'inesauribile Giuseppe Reale. Ancora nella reggia, sede nobile e quindi ideale per ospitare solennemente un altro momento di ritorno alla musica dal vivo dopo la lunga chiusura causa Covid: “Cerchiamo di mettere assieme storia e cultura, - spiega Riccardo Fernandes, consigliere comunale e punto di riferimento per i grandi eventi - anche per promuovere il territorio e far conoscere la nostra storia agli stessi porticesi. Il giorno prima, infatti, la stessa location ospiterà una serata su Viviani”.

Clarinetto e batteria i due amori di Emanuele Urso ed è inutile chiedergli a quale dei due strumenti è più affezionato.
La batteria ha segnato il suo primo approccio alla musica in età quasi infantile, ma già in adolescenza è stato sedotto dal clarinetto di Benny Goodman che naturalmente rappresenta il suo riferimento principale, così come Gene Krupa lo è quando impugna le bacchette.

E i suoi concerti, lo sanno bene ormai quelli che lo hanno già visto e sentito dal vivo, lo vedono iniziare con il clarinetto per poi concludere fra piatti e tamburi.

Lo chiamano il “king of swing”, il re dello swing, perché il suo repertorio trae ispirazione essenzialmente dal jazz degli anni 30-40, l'era dello swing, appunto, ma nella serata di Portici, come ormai già da qualche tempo accade nei suoi concerti, i riferimenti della scaletta si allungheranno fino al bebop: “Stesso stile ma con sonorità differenti/i> - annuncia il band-leader - e arrangiamenti che si rifanno anche a Dizzy Gillespie e Bud Powell”.

E non è il caso di spiegare il jazz di Gillespie e di Bud Powell, pianista di stessa generazione e non minore talento, spesso però semidimenticato causa la sua breve e turbolenta esistenza.
“Swing to bop” è, infatti, il progetto recente che Urso e il suo gruppo portano in giro da qualche tempo e il titolo annuncia abbastanza chiaramente una serata di jazz ispirata a tutta l'epoca d'oro della musica afro-americana.

Un progetto che potrebbe sfociare presto in un disco perché, come osserva lo stesso Emanuele: “Quando c'è un certo feeling nel gruppo vuol dire che è giunto il momento di entrare in studio di registrazione”. E sarebbe il nono disco firmato dal “king of the swing”.
22/11/2021
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