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Calcio
Nel finale la luce: Mertens
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 22.11.2021)
Il Napoli imita il Milan. Perde a San Siro contro l'Inter (2-3) dopo che i rossoneri erano stati battuti sabato a Firenze (3-4). I due battistrada, alla prima sconfitta, conservano il comando della classifica, ma ora l'Inter è più vicina (-4). Il campionato s'accende (la Juve è ancora lontana: -11).

L'Inter, dopo avere dominato togliendo al Napoli respiro, possesso-palla e partita, si è salvata nel finale quando gli azzurri, rilanciati dal gol di Mertens, portandosi a un gol dell'Inter, hanno avuto due occasioni per strappare un rocambolesco pareggio: miracolo di Handanovic e traversa sul perentorio colpo di testa ravvicinato di Mario Rui (91'); palla alle stelle di Mertens dopo un sensazionale sfondamento di Anguissa (97').

Il lungo recupero (8') si è reso necessario per due scontri durissimi (50' Skriniar-Osimhen, 81' Ospina-Dzeko) oltre che per le otto sostituzioni.

Il Napoli si è svegliato tardi, protagonista del finale di partita quando Spalletti ha sostituito gli esterni d'attacco (75' Mertens per Insigne, Elmas per Lozano). Insigne non è mai entrato nel match e Lozano si è consentito un paio di spunti con un tiro-cross salvato sulla linea da Skriniar (50').

Primo tempo a luci spente del Napoli che pure andava in vantaggio (17' Zielinski). Gli azzurri cominciavano con un baricentro alto, e Zielinski in marcatura su Brozovic, sorprendendo l'Inter. Ma, dopo venti minuti, la squadra milanese si è preso il match.

Il Napoli non trovava corsie libere per il tono minore di Lozano e Insigne. Aveva difficoltà a costruire la manovra d'attacco. Osimhen, nervoso, subito ammonito (10'): soffriva il controllo stretto di Ranocchia (1,95) e Skriniar (1,88) spendendosi in corse forsennate.

Saltava il centrocampo del Napoli. Anguissa smarrito sulla posizione sempre varia di Calhanoglu, Fabian Ruiz in difficoltà contro Barella. Si apriva un pericoloso vuoto sulla sinistra difensiva del Napoli dove sopraggiungeva Darmian travolgendo Mario Rui e Barella sfuggiva a Fabian Ruiz. Sull'altro lato, Perisic impegnava Di Lorenzo e si è detto di Calhanoglu.

In breve, l'Inter aveva un superiore possesso-palla, ma soprattutto sapeva costruire gioco, mentre il Napoli prendeva ad annaspare, la manovra offensiva si essiccava, il Napoli poteva solo difendere.
L'Inter è andata al sorpasso col "metodo Allegri": un rigore e un corner. L'importante è buttarla dentro.

Braccio largo di Koulibaly sulla girata violenta in area di Barella (gran protagonista con Brozovic), rigore dal Var, battuta vincente dal dischetto di Calhanoglu (25').
Una beffa il raddoppio (44'): corner di Calhanoglu, spizzata di testa di Perisic vicino alla linea di fondo, nessun azzurro sul primo palo, palla in rete.

Ha agevolato l'Inter l'immediato gol del pareggio (in otto minuti). La squadra milanese si toglieva di dosso ogni timore del Napoli che si afflosciava su una gara confusa e inconsistente.
Funzionava nulla nel Napoli. Andava a mille l'Inter, capace di recuperare palla immediatamente e partire verso la porta di Ospina. Brozovic arretrato iniziava la manovra, la grinta e la velocità di Barella la rovesciavano nella metà campo azzurra.

Al 55' il Napoli perdeva Osimhen (scontro con Skriniar, occhio sinistro tumefatto) ed entrava Petagna. La fisicità del triestino non turbava la difesa interista. Il fatto era che il Napoli non sfondava sulle corsie e l'attacco era nullo.

Quando Lautaro ha siglato il 3-1 dopo un'ora di gioco grazie alla galoppata di Barella dalla sua metà campo a quella del Napoli (65 metri), servendo la palla all'argentino solo sulla destra, la partita è sembrata conclusa.

L'Inter vinceva con un rigore, un corner e un contropiede, l'essenza della massima utilità. Era anche vero che teneva in pugno la partita. Volendo proteggersi, Inzaghi inseriva Vidal per Calhanoglu e Dzeko per Correa (62').

Il match di colore nerazzurro cambiava colore al 75' quando Spalletti richiamava Lozano e Insigne lanciando Elmas e Mertens, cambiando così totalmente gli esterni d'attacco, mentre l'Inter impiegava Gagliardini per Lautaro e Dimarco per Barella pompando nuove energie difensive a centrocampo. Ma brillavano i cambi di Spalletti.

Mertens con un prodigio balistico infilava il pallone nell'angolino alto alla destra di Handanovic (79') dopo che Koulibaly strappava palla a Dzeko davanti all'area interista: questa era diventata la partita, Koulibaly attaccante, Dzeko a difendere.

Il finale era tutto azzurro. Sullo slancio dello svantaggio accorciato a un solo gol, il Napoli tirava fuori energie sopite. L'Inter ha tremato salvandosi due volte. Mertens, Mario Rui, Koulibay e Anguissa erano gli azzurri più feroci nel recupero-palla (il possesso tornava a vantaggio del Napoli) portando avanti l'attacco.

Serrata davanti alla sua area, l'Inter non riusciva più a fuggire in contropiede. Era proprio in balia del Napoli, dell'ultimo Napoli, quello degli ultimi venti minuti, una squadra finalmente col carattere e la determinazione da capolista. Ma il Napoli aveva "dormito" per tre quarti del match, messo sotto da un'Inter più robusta e sciolta.

Era prevedibile che gli azzurri soffrissero a centrocampo per la preponderanza di giocatori interisti (3-5-2). Perso Politano per Covid, Spalletti non ha voluto dare segnali negativi alla squadra sostituendo l'attaccante indisponibile con un altro attaccante (Lozano). E il Napoli iniziava bene, giocando alto nella metà campo milanese. Quando è arrivato il gol di Zielinski è sembrato un segnale di successo.

All'Inter mancava De Vrij al centro della difesa, ma Ranocchia (seconda partita da titolare) se l'è cavata magnificamente. Quando, poi, la formazione di Inzaghi ha acceso i motori, il Napoli ha preso a subire. La frenesia di Barella ha squassato in lungo e in largo il centrocampo azzurro.

Il Napoli si è svegliato tardi? Prima l'Inter gli ha permesso nulla sommando la sua superiorità alla flessione del Napoli cui è mancato clamorosamente Insigne. La squadra azzurra si è trovata senza un regista offensivo. Zielinski non ha questo ruolo e, poi, ha giocato a ridosso di Osimhen più che da centrocampista, spinto in avanti anche dal controllo di Brozovic che giocava arretrato.

Con Anguissa evanescente sino all'ardente finale, ne ha risentito Fabian Ruiz gravitando peraltro nella zona dello scatenato Barella. È la prima sconfitta. Zitti e Mosca (mercoledì in Russia contro lo Spartak). Se il Napoli è scomparso per tre quarti di gara contro l'Inter "costruendo" così la sconfitta, c'è però la sensazione di una squadra ancora bene in piedi, altrimenti non avrebbe sfoderato il finale che ha impaurito l'Inter.

INTER-NAPOLI 3-2 (2-1)

NAPOLI
(4-2-3-1): Ospina, Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui, Anguissa, Fabian Ruiz, Lozano (75' Elmas), Zielinski, Insigne (75' Mertens); Osimhen (55' Petagna).

INTER (3-5-2): Handanovic, Skriniar, Ranocchia, Bastoni, Darmian, Barella (75' Dimarco), Brozovic, Calhanoglu (62' Vidal), Perisic (88' Satriano), Correa (62' Dzeko), Lautaro Martinez (75' Gagliardini).

ARBITRO: Valeri (Roma).

RETI: 17' Zielinski, 25' Calhanoglu rigore, 61' Lautaro Martinez, 79' Mertens.

SERIE A – 13ª GIORNATA
Atalanta-Spezia 5-2, Lazio-Juventus 0-2, Fiorentina-Milan 4-3, Sassuolo-Cagliari 2-2, Bologna-Venezia 0-1, Salernitana-Sampdoria 0-2, Inter-Napoli 3-2, Genoa-Roma 0-2.
Lunedì: Verona-Empoli, Torino-Udinese.

CLASSIFICA
Napoli e Milan 32; Inter 28; Atalanta 25; Roma 22; Lazio, Fiorentina, Juventus 21; Bologna 18; Verona, Empoli 16; Sassuolo, Venezia 15; Torino, Udinese 14; Sampdoria 12; Spezia 11; Genoa 9; Salernitana, Cagliari 7.

Empoli, Torino, Udinese, Verona, una partita in meno.

22/11/2021
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