Calcio
Come il 23 maggio scorso
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 08.11.2021)
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Verona, eterno rompiscatole. In maggio bloccò il Napoli di Gattuso estromettendolo dalla Champions. Sei mesi dopo, identico 1-1 a Fuorigrotta (ieri sera), frenando la corsa di testa degli azzurri di Spalletti.
Non è cambiato nulla in vetta al campionato. Grande battaglia a Napoli, grande battaglia nel derby milanese e identico risultato (1-1). Graziato il Milan su calcio di rigore (Lautaro, parato). Napoli e Milan, uniche imbattute, rimangono appaiati al comando, l'Inter sempre a sette lunghezze.
Sopravviene la sosta. Alla ripresa, ci sarà Inter-Napoli.
Di bosco, di riviera e di aspro combattimento. Questa è stata Napoli-Verona. Tudor ha sfoderato la sua classica "
gabbia" per bloccare il Napoli.
Uomo contro uomo in ogni zona del campo. Nella zona centrale, Tameze su Zielinski, Veloso su Anguissa, Barak su Fabian Ruiz. Sulle fasce, Faraoni su Mario Rui e Casale su Di Lorenzo. In difesa, anticipato, strattonato e bloccato Osimhen da quel cagnaccio turco-tedesco di Gunter. Sugli esterni l'imponente Dawidowicz a sovrastare Insigne e Ceccherini a condizionare Politano.
Il Napoli è entrato in una giungla dove ha fatto fatica a districarsi. Abile e feroce il Verona nelle marcature, abilissimo nel coprire le linee di passaggio del Napoli. Gli azzurri ci hanno messo molto cuore, ma non era quello che serviva. Servivano lucidità e precisione che il Napoli ha smarrito nella battaglia.
Di Lorenzo col pareggio segnato cinque minuti dopo il vantaggio scaligero (13' Simeone) ha evitato il peggio. Il castello veronese ha resistito con l'aiuto di due pali (42' Osimhen, 90' Mertens). Non c'è stato niente da fare. Il Verona ha condotto la partita come ha voluto. La forza agonistica ha sovrastato la tecnica.
Gli azzurri non si sono sottratti alla battaglia, ma l'hanno sostenuta a fatica. Non è il loro calcio.
Spalletti riguadagnava la presenza di Osimhen, Insigne e Fabian Ruiz. Cominciava con Politano a destra. Mancavano al Napoli l'autorevolezza difensiva di Koulibaly (squalificato) e la capacità del senegalese di venire avanti imponendo l'uomo in più.
Rrahmani e Juan Jesus sono rimasti inchiodati sulla linea arretrata.
Il Verona ha controllato il match sino in fondo. Non è calato nella ripresa, come si sperava. Naturalmente, si esaltava al gol di Simeone, l'ammazza-grandi, quest'anno quattro gol alla Lazio e due alla Juventus. Ha completato a Napoli il suo fantastico giro di goleador.
La rete del Verona nasceva sulla destra scaligera dove Barak (un colosso, 1,90, e un costante pericolo nella zona) piantava il piccolo Mario Rui servendo Simeone che, sotto porta, bruciava l'intervento di Rrahmani con una deviazione al volo, un mezzo tocco dal basso.
La replica del Napoli poteva dirsi occasionale, venuta da un terzino e non dai suoi cannonieri. Era Fabian Ruiz, nell'area veronese intasata, ad allungare la palla del pareggio a Di Lorenzo, undicesimo goledor stagionale del Napoli.
Gli azzurri, subito in soggezione di fronte alla partenza disinvolta del Verona, si sono scossi dopo lo svantaggio e, in qualche modo, prendevano a fare la partita, ma era un lavoro grigio, sofferto, impreciso sotto il controllo asfissiante del Verona. La squadra di Tudor, ogni tanto, schizzava vero la porta di Ospina. Caprari aveva impegnato il portiere azzurro al 12'. Dopo la mezz'ora, Rrahmani intercettava il tiro violento e pericoloso di Barak. Il Verona si limitava a tenere in scacco il Napoli per tutto il campo.
La prodezza di Osimhen, sull'assist di Politano, girata acrobatica e improvvisa nell'area veronese, si spegneva sul palo destro di Montipò allo scadere del primo tempo. Di più il Napoli non riusciva a fare.
Nella ripresa, si sperava nel calo del Verona e nei cambi di Spalletti. Il Napoli non sfruttava una serie di calci di punizione. La partita era sempre più ruvida, la peggiore condizione per gli azzurri. I cambi non sortivano effetti (61' Elmas per Zielinski e Lozano per Politano). Il macedone girava senza bussola davanti allo schieramento difensivo del Verona, Lozano guadagnava qualche calcio di punizione.
C'era la chiara impotenza del Napoli a conquistare il castello di Verona. Osimhen svariava su tutto il fronte d'attacco per liberarsi dalla morsa dei difensori veneti. Non riceveva palloni utili per andare al bersaglio. Gli assist migliori (36' e 65') li aveva direttamente dal lancio lungo di Ospina. A Insigne non s'accendeva mai la luce: 48' con una punizione velenosa impegnava Montipò, poi poco altro. L'alto tono agonistico del match riduceva l'apporto di Fabian Ruiz, così com'era accaduto a Zielinski, e anche Anguissa aveva difficoltà a liberarsi dalla marcatura, pur risultando il meno condizionato dalla battaglia.
Il Napoli non trovava varchi per colpire e non poteva neanche scoprirsi perché il Verona era rapido nel rovesciare il fronte. Barak (68') graziava Ospina indirizzandogli un pallone lento. Aveva animo, il Napoli, nel volere forzare il destino segnato della partita, ma gli mancavano i muscoli e la giocata geniale (Insigne ai margini del match).
Cambiava anche Tudor (75') con l'attaccante gastronomico Lasagna per Simeone (e l'ordine di tenere palla) e con Bessa per Barak. S'andava verso un finale confuso. L'arbitro sorvolava su molti interventi decisi dei veronesi. Al Napoli mancavano forza e fantasia. Cambiava ancora il Verona (83' Kalinic per Caprari e Magnani per Gunter stremato). Spalletti replicava (86') con Ounas per Insigne e Mertens per Anguissa. I nuovi entrati facevano il solletico al corpaccione difensivo del Verona.
Lo score parla di 16 tiri a 11 (1-3 in porta), ma non si ricordano interventi superlativi dei portieri. La partita s'è giocata nella zona di mezzo e quando il Napoli la rovesciava nella metà campo del Verona ne cavava zero.
L'ardore della gara si complicava nel finale ricco di cartellini gialli (in totale: due per il Napoli, sette per il Verona). Nella confusione finale della partita più ingarbugliata della stagione prima Bessa (88' seconda ammonizione ed espulsione), poi Kalinic (93' stessa sorte) lasciavano il Verona in inferiorità numerica, poco palese per l'assetto difensivo veneto che restava intenso e il Napoli era ormai stanco.
Non era proprio una partita da vincere anche con l'entrata di Petagna per Osimhen (91'). Infatti, Mertens con una punizione dalla lunetta scheggiava il palo sinistro di Montipò (90'). Il Napoli si arrendeva a un avversario di forza agonistica superiore. L'ha subìto, è riuscito a non perdere.
NAPOLI-VERONA 1-1 (1-1)
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui, Anguissa (86' Mertens), Fabian Ruiz; Politano (61' Lozano), Zielinski (61' Elmas), Insigne (86' Ounas), Osimhen (91' Petagna).
VERONA (3-4-2-1): Montipò, Dawidowicz, Gunter (83' Magnani), Ceccherini; Faraoni, Tameze, Veloso, Casale, Barak (75' Bessa espulso all'88'), Caprari (83' Kalinic espulso al 93'), Simeone (75' Lasagna).
ARBITRO: Ayroldi (Molfetta).
RETI: 13' Simeone, 18' Di Lorenzo.
SERIE A – 12ª GIORNATA
Empoli-Genoa 2-2, Spezia-Torino 1-0, Juventus-Fiorentina 1-0, Cagliari-Atalanta 1-2, Venezia-Roma 3-2, Sampdoria-Bologna 1-2, Udinese-Sassuolo 3-2, Lazio-Salernitana 3-0, Napoli-Verona 1-1, Milan-Inter 1-1.
CLASSIFICA
Napoli, Milan 32; Inter 25; Atalanta 22; Lazio 21; Roma 19; Fiorentina, Juventus, Bologna 18; Empoli, Verona 16; Torino, Udinese, Sassuolo 14; Venezia 12; Spezia 11; Genoa, Sampdoria 9; Salernitana 7; Cagliari 6.