Contatta napoli.com con skype

Cultura
Nicoletta D’Arbitrio
di Giovanna D'Arbitrio
Credo sia doveroso ricordare mia sorella Nicoletta D’Arbitrio, non solo per motivi familiari, ma soprattutto per quanto ella ha fatto nel campo di Restauro, Cultura e Arte. L’infaticabile Nicoletta era sempre presente con i suoi fattivi interventi in eventi culturali di vario genere, conferenze, mostre e quant’altro, con il costante obiettivo di valorizzare il patrimonio storico ed artistico della Campania sia a livello nazionale che internazionale, patrimonio al quale ella stessa, come restauratrice di tessuti antichi, ha dedicato tutta la sua vita con amore e professionalità.

“Il restauro non è un’applicazione tecnica per quanto sofisticata, ma è un atto critico, il gesto di mani guidate dal pensiero. E il gesto che porta a restaurare non si dirige verso l’indistinto mondo dell’arte ma verso la singola opera. È la singolarità dell’opera la protagonista del pensiero, dello studio e della conoscenza”. (Maria Andaloro).

Questa nota sul restauro si legge sulla quarta di copertina del libro I Tessuti d’Arte Del Regno di Napoli, un libro che Nicoletta aveva fretta di completare, una sorta di testamento culturale sul restauro, quasi presagisse di non riuscirvi per mancanza di tempo che le scorreva in fretta tra le fragili dita indebolite da un male che non perdona. Sperava che potesse essere pubblicato nel giugno 2017: incalcava Carlo Ziviello, figlio di suo marito Luigi ed editore di Ad Est dell’Equatore, affinché l’aiutasse a realizzare il suo sogno. Purtroppo il 25 maggio 2017, Nicoletta D’Arbitrio, mia sorella, lasciò questo mondo dopo una coraggiosa lotta per la vita.

Era nata a Napoli nel 1948, a Capodimonte nell’antica casa dei nonni materni, da Ada Mastropaolo e Salvatore D’Arbitrio, in una bella famiglia, ricca di cultura, valori e ideali. Dotata di senso artistico e grande manualità, volle iscriversi all’Istituto d’Arte e poi all’Accademia di Belle Arti.
Terzogenita di quattro figlie, questa volitiva sorella, un tempo bambina tranquilla e riservata, pian piano nella vita ha trovato una sua strada che ha percorso con ferrea volontà e sacrificio.

Divenuta restauratrice di tessuti antichi, docente al biennio di specializzazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli, autrice di diversi libri, nonché di mostre ed eventi culturali, Nicoletta si è sempre trovata a suo agio tra le antiche vestigia del passato che ha riportato allo splendore, combattendo la disinformazione sui tessuti con paziente ricerca ed approfonditi studi di archivio per far comprendere quanto sia importante inquadrare i tessuti da restaurare nell’epoca in cui furono realizzati.

Pur lavorando in magnifici edifici storici, ha sopportato in essi freddo, umidità e assenza di ogni comfort per lunghe ore in assoluta solitudine, concedendosi solo qualche panino, per anni il suo pranzo abituale. Essendo soggetto allergico, inoltre, ha rischiato anche attacchi di asma, mettendo in pericolo perfino la sua vita. Eppure non si è mai fermata, neanche quando alcuni hanno cercato di boicottare e sminuire il suo lavoro, invidiosi dei suoi risultati e successi.

Spesso mi telefonava e mi raccontava tutto: solo uno sfogo momentaneo di amarezza e rabbia e… poi ricominciava con determinazione e passione. Quando era molto nervosa, fin da bambina concludeva il discorso dicendo: “Eccetera, eccetera, eccetera…”.

Talvolta ho pensato che mia sorella, non avendo avuto figli, abbia riversato tanto amore su quei tessuti antichi che faceva “rinascere”, riportandoli allo splendore. Il suo lavoro più impegnativo, forse è stato quello portato a termine nella chiesa di San Domenico Maggiore sugli abiti dei nobili spagnoli sepolti nelle arche della sacrestia: una grande fatica non solo a livello intellettuale, ma anche fisico, considerando che era costretta a lavorare su quei tessuti, ridotti dal tempo a brandelli, in una gelida cella in cui non le veniva consentito nemmeno l’uso di una piccola stufa. Quanti sacrifici!

Desiderosa poi di far conoscere l’arte e la cultura napoletana anche al di fuori della Campania, da qualche anno si era attivamente impegnata in mostre organizzate all’estero, a Parigi, Londra, New York, Tokio, Strasburgo e così via.

Ha scritto numerosi libri e mi sembra giusto ricordarne qui alcuni, come La Tavola del Re, L’Età dell’oro, I Borghi e le Strade dell’Arte di Napoli, Carolina Murat,, Il Palazzo Reale di Napoli negli anni di Ferdinando II, Villa Maria, Il Reale Albergo dei Poveri di Napoli e tanti altri testi (reperibili on line), scritti in collaborazione con l’architetto Luigi Ziviello, suo marito, al quale Nicoletta ha donato non solo affetto in tanti anni di matrimonio, ma anche pazienti ricerche d’archivio e accurati studi sulla storia napoletana, approfondimenti spesso scaturiti dai suoi restauri.

Importante ricordare che ad Ischia Nicoletta e suo marito dedicarono molti libri, in particolare quello su ”L’Architettura Rupestre delle Case di Pietra” e pertanto a loro è stata dedicata una targa in una strada dell’isola. Un articolo pubblicato su Ischia News, inoltre, ben descrive il suo ultimo libro che "pone le basi scientifiche per un repertorio documentario e letterario in gran parte inedito, frutto di una ricerca condotta negli archivi storici italiani ed europei e fondato sulla acquisizione di una vasta documentazione iconografica”.

Una donna da ricordare, non solo come cara sorella, ma come un esempio di pazienza, volontà, professionalità, dedizione all’arte e alla cultura. E infine, cara Nico (come ti chiamavo sempre), non avendo più parole, sopraffatta dalla commozione, come te, concludo dicendo: “Eccetera, eccetera, eccetera…”.

P. S. per ulteriori notizie: https://it.wikipedia.org/wiki/Nicoletta_D%27Arbitrio
25/5/2021
FOTO GALLERY
RICERCA ARTICOLI