Calcio
Politano tenore alla Scala
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 15.03.2021)
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Grande orchestra del Napoli (nel primo tempo) e difesa attenta (nella ripresa) alla Scala del calcio contro il Milan e vittoria azzurra siglata da Politano, il tenore della serata milanese.
Il Milan patisce la quarta sconfitta casalinga e si allontana di nove punti dall'Inter che vola ormai verso lo scudetto. Per il Napoli settima vittoria esterna.
Il Napoli ha strapazzato il Milan nel primo tempo grazie alla grande serata di Zielinski e Insigne chiudendo però il tempo sullo 0-0. Zielinski aveva due palle-gol: la prima gliela parava Donnarumma, la seconda usciva a lato.
Per tutto il primo tempo, la scena è stata del Napoli. Il Milan ha badato soprattutto a difendere, arretrando gli esterni Castillejo e Krunic. Il Napoli conduceva una gran danza a centrocampo con gli scambi volanti fra Zielinski e Insigne, un po' lento Fabian Ruiz.
Sulle corsie esterne, il Milan non creava pericoli perché era in gran serata Hysaj e, dall'altro lato, Di Lorenzo vinceva il duello con Theo Hernandez.
Mancava al Napoli la punta centrale perché Mertens non si reggeva sulle gambe e faticava a correre. Il Milan attaccava raramente in contropiede, ma Leao non aveva spazio contro Maksimovic e Koulibaly era pronto a spazzare l'area.
Trottellerava in mezzo al campo Demme che a volte, avanzando, contrastava Kessie e, ripiegando, marcava Calhanoglu. La difesa del Milan aveva difficoltà su Insigne (Dalot) e Politanoc (Hernandez).
Nella ripresa, prima che il Milan trovasse il modo di entrare in partita, Politano (49') batteva Donnarumma con un diagonale e il punteggio di 1-0 per gli azzurri resisteva sino alla fine.
Dopo un'ora di gioco entrava Osimhen per Mertens e aumentavano le chance azzurre in attacco anche se, nella ripresa, era il Mian a condurre il gioco. Pioli inseriva Saelemaekers per Castillejo, Rebic per Krunic e Brahim Diaz per Calhanoglu potenziando così la fase offenisva.
Ma tutto il secondo tempo condotto in attacco fruttava niente al Milan se non un pericoloso colpo di testa di Rebic annullato da Ospina, mentre il Napoli mancava due volte il raddoppio con Fabian Ruiz e Osimhen.
Il Napoli ha giocato una gara gagliarda e anche la fase difensiva (nel secondo tempo) è stata intensa e impeccabile. Il Milan non ha mai avuto una vera opportunità per pareggiare.
La serata. Il Milan è reduce dalla partita di giovedì a Manchester per l'Europa League. Gli manca sempre Ibrahimovic. Fuori anche Rebic (in panchina) e Calabria. All'ultimo momento dà forfait Kjaer (in panchina) e schiera una linea difensiva del tutto inedita (Dalot, Gabbia al rientro dopo un infortunio che l'ha tenuto fermo per lungo tempo, Tomoti e Hernandez).
Al Napoli, manca Rrahmani ed è ancora indisponibile Lozano, ma Gattuso può schierare una formazione di tutto rispetto. C'è Maksimovic in difesa e Hysaj sulla sinistra. A centrocampo Demme con Fabian Ruiz. È Mertens a partire da prima punta.
Primo tempo brillante del Napoli. Il Milan gli lascia fare la partita e raramente si affaccia nell'area di Ospina dopo una prima puntata offensiva di Leao che il portiere azzurro annullava con una coraggiosa uscita sui piedi dell’angolano.
Il Milan gioca basso puntando sul contropiede. La difesa azzurra è attenta. Il palleggio è tutto azzurro con scambi volanti. Solo Fabian Ruiz è un po' lento. Ma friccica Zielinski e Insigne è in partita. Manca l'apporto di Mertens in condizioni precarie. C'è più Di Lorenzo che Teo Hernandez.
Il Napoli ha più di una occasione per afferrare il risultato, due volte con Zielinski (16' parata di Donnarumma, 30' gran palla-gol battuta fuori). Che Mertens si regga poco sulle gambe si nota in tutti i duelli che perde e nel tiro largo a fine primo tempo dopo uno scambio veloce Zielinski-Insigne.
Il Milan affronta la ripresa con un altro piglio, ma incassa subito il gol che decide la partita. Hysaj rompe a centrocampo la manovra milanista e invita Zielinski alla corsa, rapido l'assist del polacco per Politano (49') che controlla di sinistro e insacca di destro (non il piede migliore).
Il Napoli ha la palla del due a zero con Fabian Ruiz che sventaglia un gran sinistro al volo e Donnarumma cancella la prodezza dello spagnolo (58') tenendo a galla il Milan.
Scattano i cambi: Osimhen per Mertens (58'); Saelemaekers per Castillejo, Rebic per Krunic e Diaz per Calhanoglu (59'). I nuovi entrati danno una scossa alla manovra offensiva del Milan che avanza anche con i difensori, Dalot a destra, Hernandez a sinistra, ma il Napoli regge. C'è anche Meitè per Kessie (67') e, ancora, Hauge per Leao (79').
Gattuso dà il cambio a Zielinski (74' Elmas), poi fa rifiatare i più provati (79' Mario Rui per Politano e Bakayoko per Demme).
L'ammonizione a Di Lorenzo gli farà saltare la prossima gara con la Roma (era diffidato). La difesa azzurra tiene magnificamente e il Var cancella il rigore reclamto dal Milan (entrata di Bakayoko su Theo Hernandez al limite dell'area azzurra).
Finale palpitante con Osimhen che, lanciato da Di Lorenzo, batte fuori la palla del raddoppio (93').
RIVERADici Milan e noi che eravamo ragazzi negli anni Sessanta dici Milan e dici Gianni Rivera, il primo italiano Pallone d’oro nel 1969 con 83 voti davanti a Gigi Riva (78) e all’attaccante tedesco Gerd Muller (38). Il calcio sublime, la classe adamantina, la corsa leggera, il colpo di grazia, una carezza alla palla.
I miei versi per il golden-boy. Gianni era stato ragazzo nell’Alessandria colorando di suo la grigia maglietta, già pronto per la grande ribalta. Gianni non piacque allo staff juventino che lo giudicò grazioso, da esibizione in giardino.
Dall’allenatore Pedroni fu dirottato al Milan di tanti campioni. Il bambino dai fitti capelli castani come aghi di pino si guadagnò una foto e la confidenza del grande Schiaffino.
Aveva il piede per diventare l’erede del portento uruguagio. Lo schierò Viani al fianco di Sani, il brasiliano saggio d’ogni giocata, vincendo i dubbi di Rocco che l’avrebbe ceduto per un calciatore più nerboruto.
Rimase Rivera nella storia rossonera di gloria e vittorie. Paladino del gioco offensivo aveva leggeri garretti (per lui correva Lodetti), osteggiato dal campo del catenaccio imperante, accusato di correre poco con un fisico fioco. Pallone d’oro a Parigi, proclamò la giuria: “Rivera è poesia”. Per vent’anni accuse e trionfi, infin la disdetta: in nazionale la famosa staffetta col rivale Mazzola.
Rivera giocò nel Milan 658 partite segnando 164 gol, campione d’Italia nel 1962, 1968 e 1979, campione d’Europa nel 1963 e nel 1969.
DE NAPOLIAi tempi in cui Berlusconi scese in campo e a gamba tesa sul calciomercato, il Milan prese Nando De Napoli dal Napoli. Era il 1992. Il giocatore avellinese aveva 28 anni.
L’idea fu di Capello che aveva preso il posto di Arrigo Sacchi sulla panchina rossonera. Frank Rijkaard, giunto al Milan per 5,8 miliardi nel 1988, aveva ormai 31 anni e desiderava tornare all’Ajax. Capello individuò nel mediano azzurro “sette-polmoni” il sostituto dell’olandese per schierarlo in tandem con Albertini sulla linea dei mediani.
Il Napoli aveva acquistato De Napoli dall’Avellino per 5,8 miliardi. In maglia azzurra giocò 176 partite segnando 8 gol dal 1986 al 1992. Fu ceduto al Milan per 6,5 miliardi. Nando soffriva da quattro anni a un ginocchio (danni alla cartilagine). Non si riprese mai completamente e nel Milan giocò appena nove partite in due stagioni. Il club rossonero aveva anche trovato in Marcel Desailly il giocatore da far giocare in mediana.
De Napoli fu assente nelle partite che il Milan giocò contro il Napoli nei campionati 1992-93 e 1993-94. Fu quando passò alla Reggiana che giocò tre volte da ex contro la squadra azzurra (due vittorie e un pareggio per il Napoli).
MILAN-NAPOLI 0-1 (0-0)
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Hysaj; Fabian Ruiz, Demme (79' Bakayoko); Politano (79' Mario Rui), Zielinski (74' Elmas), Insigne; Mertens (58' Osimhen).
MILAN (4-2-3-1): Donnarumma; Dalot, Gabbia, Tomori, Hernandez; Tonali, Kessie (67' Meitè); Castillejo (59' Saelemaekers), Calhanoglu (59' Diaz), Krunic (59' Rebic); Leao (79' Hauge).
ARBITRO: Pasqua (Tivoli).
RETI: 49' Politano.
SERIE A – 27ª GIORNATA
Lazio-Crotone 3-2, Atalanta-Spezia 3-1, Sassuolo-Verona 3-2, Benevento-Fiorentina 1-4, Genoa-Udinese 1-1, Bologna-Sampdoria 3-1, Parma-Roma 2-0, Torino-Inter 1-2, Cagliari-Juventus 1-3, Milan-Napoli 0-1.
CLASSIFICA
65 Inter; 56 Milan; 55 Juventus; 52 Atalanta; 50 Roma e Napoli; 46 Lazio; 39 Sassuolo; 38 Verona; 33 Udinese; 32 Sampdoria; 31 Bologna; 29 Fiorentina; 28 Genoa; 26 Benevento e Spezia; 22 Cagliari; 20 Torino; 19 Parma; 15 Crotone.
*Torino due partite in meno; Juventus, Napoli, Lazio, Sassuolo una partita in meno.