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Calcio
Napoli, mattatore casalingo
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 08.03.2021)
Allo Stadio Maradona, in una serata di gioco piacevole, il Napoli batte il Bologna (3-1) e va all’incasso della quinta vittoria consecutiva sul suo campo. Decisamente un mattatore casalingo: 28 punti conquistati in casa contro 17 in trasferta. Zona Champions a tre punti.

Il Napoli, finalmente al completo della “rosa”, si dispone a una serata di felicità. Va subito in gol (8’ Insigne) e si annuncia una passeggiata contro un Bologna che vuole giocarsela a viso aperto.

Ma sapete com’è il Napoli? Non vuole essere mai felice. E così, dopo il vantaggio, si ritrae, dà campo al Bologna che manovra con eleganza, viene avanti con un baricentro molto alto, spinge molto sulla destra con l’imprendibile danese Skov Olsen e la sovrapposizione del terzino De Silvestri, mentre a sinistra si allarga Palacio (quasi 40 anni) che crea qualche difficoltà a Di Lorenzo.

Il Napoli si ritrova addosso il Bologna. Ma ecco la “carta segreta”.  Entra Osimhen per Mertens (53’) e il giocare basso del Napoli apre una prateria per il contropiede.

Il Bologna troppo sbilanciato in avanti paga pegno. Il lancio di Zielinski, assist-man della serata, aveva già lanciato in gol Insigne con un colpo di tacco, pesca il nigeriano che, al suo gran ritorno in campo, piazza il pallone del due a zero (65’).

Felicità? No. Il Napoli deve sempre complicarsi la vita. Fatica a uscire, troppi palloni corti e rischiosi. Ne perde uno Demme sulla destra dell’area azzurra sotto la pressione di Palacio che non s’arrende mai e che allunga la palla in area dove Skov Olsen scivola ma riesce a dare la palla a Soriano che non perdona (73’).

Vantaggio azzurro dimezzato, il Bologna continua ad attaccare, il Napoli continua a subire, ma tutto dietro ha sempre un campo libero da andarci in contropiede.

Osimhen, dopo i gol, sbaglia due favorevolissime occasioni, calciando fuori sul lancio di Insigne (68’), poi sbagliando l’ultimo passaggio verso la porta di Skorupski in superiorità numerica degli azzurri.

Mihajlovic, reduce da Sanremo, vuole cantare ancora e, col Bologna che continua ad attaccare, inserisce i suoi giovani gioielli per il pareggio (76’): Orsolini per Skov Olsen che ormai ha dato tutto, Vignato per Svanberg che si piazza all’ala sinistra, più Medel per Mbaye in difesa.

C’è proprio da temere il pari del Bologna, ma il calcio fa brutti scherzi. La squadra petroniana ha appena rinfrescato e rinforzato il suo attacco quando il Napoli colpisce ancora.

Insigne, sul lancio di Osimhen, ruba palla a De Silvestri e va in gloria a segnare la sua doppietta (77’), scavalcando Cavani tra i goleador azzurri di tutti i tempi.

Al Bologna non resta che continuare ad attaccare e al Napoli di andare in contro-fuga. E vince il Napoli ed è una buona serata azzurra perché il recupero di Osimhen apre nuovi orizzonti. Gran serata di Insigne e Zielinski.

È andata così. Torna Ospina in porta, rientra Koulibaly dalla squalifica, confermato Demme e il 4-2-3-1. Il Bologna ha qualche assenza pesante in difesa (Tomiyasu, Dijks, Faragò), non ha Schouten squalificato. Il Napoli sta meglio, finalmente sta meglio alla diciannovesima partita da inizio anno.

Si annuncia una partita spettacolare e si comincia in allegria col Napoli subito protagonista, Fabian Ruiz non conclude una percussione tutta personale (5’) e Insigne va in gol con un piatto elegante dal limite, a passo di ballerina. Superbo è l’assist di tacco di Zielinski (8’).

Si annuncia un festival di gol. Zielinski gioca da seconda punta dietro Mertens, Politano copre a centrocampo. Il Bologna replica con bel gioco, pericoloso sulla sua destra con Skov Olsen, mentre si defila a sinistra Palacio (qualche difficoltà iniziale di Di Lorenzo sul quasi quarantenne argentino).

Il Napoli molla la presa e il Bologna viene avanti con belle manovre orchestrate da Soriano. Quando il bolognese avanza lo marca Demme, quando si abbassa gli va incontro Fabian Ruiz.

È una bella partita perché il Bologna naviga in un mare di quasi tranquillità, a metà classifica, e se la gioca a viso aperto. Il Napoli perde i tempi di gioco.

Skov Olsen scuote un palo di Ospina (20’) e la partita è in grande equilibrio. Si ferma Ghoulam (stiramento?) ed entra Hysaj (22’) che va in difficoltà contro Skov Olsen. Il Napoli triangola a centrocampo con Fabian Ruiz, Demme e Zielinski. Ma anche Zielinski non sembra in eccellente salute. Ogni tanto zoppica.

Insigne costringe Skorupski a una deviazione in angolo (25’), poi per dieci minuti è solo Bologna che avanza e conquista le metà campo azzurra. Ospina a mani aperte sventa il colpo di testa di Palacio (29’).

E quando, finalmente, il Napoli si libera della morsa bolognese, Politano se ne va in fuga, ma piazza a lato il diagonale (34’) scoccato col piede destro, non il migliore. Occasione perduta per il raddoppio.

Doveva essere un festival di gol, ma il primo tempo si chiude col gol solitario di Insigne per l’ottava volta capace di aprire le segnature azzurre.

La ripresa vede ancora il Bologna in avanti finché entra Osimhen (53’ Mertens non è ancora in buone condizioni) e il nigeriano orienta la partita perché il Napoli può lanciarsi in contropiede. Il Bologna attacca scriteriatamente e offre campo aperto alle ripartenze del Napoli.

Entrano Dominguez per Poli (58’) e Barrow per Sansone (65’) e il Bologna continua la sua danza, ma becca il raddoppio (65’ Osimhen).

Partita decisa? Ma no. Soriano accorcia (73’) e sul due a uno al Napoli vengono brutti pensieri se non fosse che ha sempre il contropiede a disposizione, l’arma assicurata da Osimhen che si batte duramente contro Danilo.

Col secondo gol di Insigne (77’) e il 3-1 il Napoli, pur continuando a subire, non ha più pensieri cattivi. La danza del Bologna non impensierisce mai Ospina che deve solo sfoderare i pugni su una una punizione insidiosa di Barrow (85’). E finisce in gloria.

JULIANO
Il Bologna è stata la squadra in cui Antonio Juliano ha giocato le sue ultime partite dopo 505 presenze nel Napoli e 38 gol. Alla fine della stagione ’77-’78, aveva 35 anni. Di Marzio, allenatore di quegli anni, gli assicurò la conferma per l’anno successivo. Invece, a sorpresa, a Juliano venne proposta la direzione del settore giovanile.
Se devo smettere di giocare, lo decido io. Datemi la lista che mi trovo una squadra”, disse Juliano che se ne andò al Bologna allenato da Pesaola. Dopo sedici anni di assoluta fedeltà, lealtà e impegno, questo fu lo strappo che allontanò Juliano da Napoli. Non se l’aspettava e non perdonò mai né Di Marzio, né Ferlaino.
Le partite che giocò da ex contro il Napoli si chiusero con un pareggio a Bologna (1-1) e con la vittoria degli azzurri per 2-1 al “San Paolo”.

PECCI
Il Napoli lo inseguiva da cinque anni. Allodi riuscì a portarlo in maglia azzurra. Eraldo Pecci, il romagnolo della provincia di Forlì, simpatico e caustico, che aveva iniziato a giocare nel Bologna, arrivò nel Napoli a trent’anni dopo le sei stagioni ruggenti nel Torino di Pulici e Graziani e quattro campionati nella Fiorentina.
L’atterriva l’aereo, come Dennis Bergkamp che prendeva solo il treno, come Anna Magnani che, quando andò a Hollywood, raggiunse l’America in nave. Da Napoli alla Romagna e viceversa, nei giorni di libertà, si spostava in macchina. Dopo un anno disse che ne aveva abbastanza di andare su e giù. Perciò rimase al Napoli una sola stagione (24 partite, un gol). Bianchi gli affidò il ruolo di regista.
Commentò: “A Bologna presi il posto di Bulgarelli, a Torino quello di Ferrini, a Firenze quello di De Sisti. Qui basta passare la palla a Maradona e Diego risolve tutti i problemi”. Tornò a Cattolica e c’era il Bologna a due passi dove finire la carriera. Non fece differenza che il Bologna giocasse in serie B.

SAVOLDI
Se l’acquisto di Jeppson per 105 milioni fece scalpore nel 1952, quello di Savoldi per 2 miliardi nel 1975 stabilì un record. Ferlaino precisò che, in contanti, Savoldi costò 1400 milioni più la cessione di Clerici e metà Rampanti al Bologna.
Giuseppe Savoldi, bergamasco di Gorlago, classe 1947, arrivò al Napoli a 28 anni. Il debutto al “San Paolo”, contro il Como, fu rocambolesco. Partita sullo 0-0 e rigore per il Napoli. Tira Savoldi e il portiere para. L’arbitro fa ripetere. Secondo tiro sul palo. A fine partita un altro rigore per il Napoli e, finalmente, Savoldi segna (1-0). Fu un idolo dei tifosi azzurri che lo battezzarono “’o maragià” e “Beppegol”.
Nel primo campionato con Savoldi, il Napoli vendette 70.402 abbonamenti, record mai superato, neanche ai tempi di Maradona. In quattro campionati giocò 128 partite segnando 55 gol.
Musone all’inizio, Savoldi si sciolse al calore dei tifosi napoletani. A Napoli incise due dischi: “La favola dei calciatori”, che vendette 70mila copie, e “” di ispirazione napoletana. Tornò al Bologna per il campionato 1979-80 in cambio di Bellugi e 800 milioni.

NAPOLI-BOLOGNA  3-1  (1-0)
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Ghoulam (22’ Hysaj); Fabian Ruiz, Demme; Politano, Zielinski (79’ Elmas), Insigne (79’ Mario Rui); Mertens (53’ Osimhen).

BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; De Silvestri, Danilo, Soumaoro, Mbaye (76’ Medel); Poli (58’ Dominguez), Svanberg (76’ Vignato); Skov Olsen (76’ Orsolini), Soriano, Sansone (65’ Barrow); Palacio.

ARBITRO: Chiffi (Padova).

RETI: 8’ Insigne, 65’ Osimhen, 73’ Soriano, 77’ Insigne.

SERIE A – 26ª GIORNATA
Spezia-Benevento 1-1, Udinese-Sassuolo 2-0, Juventus-Lazio 3-1, Roma-Genoa 1-0, Crotone-Torino 4-2, Fiorentina-Parma 3-3, Verona-Milan 0-3, Sampdoria-Cagliari 2-2, Napoli-Bologna 3-1, Inter-Atalanta lunedì.

CLASSIFICA
59 Inter; 56 Milan; 52 Juventus; 50 Roma; 49 Atalanta; 47 Napoli; 43 Lazio; 38 Verona; 36 Sassuolo; 32 Udinese e Sampdoria; 28 Bologna; 27 Genoa; 26 Fiorentina, Spezia, Benevento; 22 Cagliari; 20 Torino; 16 Parma; 15 Crotone.
*Juventus, Napoli, Sassuolo, Lazio una partita in meno; Torino due partite in meno.  
8/3/2021
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