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Cronaca
Judo, addio a Nicola Tempesta
di Adriano Cisternino
Lo sport napoletano s'infiammava di tifo per Nicolone, s'infiammava per il nostro gigante del judo, ogni volta che incontrava Anton Geesink, l'avversario di sempre, il tulipano bianco che a Tokio 1964 fece piangere i giapponesi battendo il loro idolo Kaminaga e vincendo l'oro olimpico della categoria “open”.

Nicola Tempesta, il maestro, pioniere del judo a Napoli ed in Italia, è scomparso sabato scorso all'età di 85 anni.

Era nato infatti il 28 giugno 1935 ed il suo primo sport era stato il nuoto, alla Rari Nantes, finché non conobbe il judo alla Partenope. E fu colpo di fulmine per il tatami dove trascinò con sé anche il fratello minore, Ernesto, giornalista, a lungo redattore al Mattino.

Nel 1952 Nicola era già in nazionale per gli Europei di Parigi dove passava ore nelle palestre dei campioni per carpire i segreti di uno sport ancora in via di sviluppo in Europa.

Per quasi quindici anni è stato l'uomo di punta del judo italiano riempendo quasi da solo la bacheca azzurra: due ori europei, (1957 e 1961), sei argenti e un bronzo quando in Europa il gigante olandese dominava la scena della categoria costringendo il napoletano ben cinque volte ad accontentarsi della seconda medaglia.

Alle olimpiadi di Tokio 1964 fu eliminato dopo una vittoria su Huang Yong-Chun (Taiwan) e una contestatissima sconfitta contro il coreano Kim Jong-Dal.

I filmati poi documentarono l'ingiustizia, ma purtroppo non c'era il Var. Fu cittì azzurro a Monaco '72 e quindi arbitro internazionale. Ha continuato a lungo a tenere conferenze e stages spiegando che il judo non è solo uno sport ma una filosofia di vita.

Nel 2018, al compimento degli 83 anni, in una suggestiva cerimonia, gli è stato consegnato il 9° dan.

Con Nicola Tempesta scompare un monumento del judo nazionale e della storia dello sport napoletano.
22/2/2021
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