Cultura
Sepe e Zamuner riscoprono Ria Rosa
di Adriano Cisternino
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Scavando nel vecchio "
cascione" si trovano antiche perle dimenticate. È quello che hanno fatto Daniele Sepe ed Emilia Zamuner che, stanchi della prigione professionale cui il Covid ha costretto i musicisti, hanno deciso e realizzato in qualche modo un'evasione in piena regola con un gruppo di amici-colleghi.
Un modo per uscire da questo “annus horribilis” dei musicisti: “
Pensate ad una squadra di calcio– ha spiegato il sassofonista –
che non gioca insieme per un anno. Io posso pure stare a casa ad esercitarmi sullo strumento. Ma è come fare palleggi nel salotto: al calcio si gioca insieme”.
Sono nati così due album, “
Lockdown # 1”, solo strumentale, sulle piattaforme digitali, cui ha fatto seguito “
Lockdown # 2”, con la voce della Zamuner, in hd digitale ed in video su Youtube e la pagina Fb dell'Istituto italiano di cultura di Tokio per i 60 anni del gemellaggio Napoli-Kagoshima. Sul palco, con Sepe e Zamuner, Tommy De Paola al piano, Davide Costagliola al basso Paolo Forlini alla batteria e Antonello Iannotta alle percussioni.
Un'evasione dal lockdown per un viaggio (musicale ovviamente) in giro per il mondo. Così racconta Daniele Sepe nella breve presentazione. Un'evasione senza limiti, partendo da Napoli naturalmente, fino al Giappone.
E la partenza da questa città – ecco le perle uscite dal "
cascione" – vede fra gli altri due brani di Ria Rosa, artista napoletana di inizio '900 ingiustamente dimenticata. Ria Rosa (nome d'arte di Maria Rosaria Liberti), ragazza del '99, cioè di fine '800, nata nei vicoli di Montecalvario, quartieri spagnoli, femminista ante litteram a sua insaputa, cantava che alle eccitanti carezze del suo Mimì preferiva restare “
fresca fresca” nelle acque di Mergellina.
E proprio la rilettura di “
Fresca fresca” è una delle canzoni di Ria Rosa (e anche “
Nu poco 'e sentimento”) che Emilia Zamuner propone col gruppo diretto da Daniele Sepe. Ma c'è anche una “
Tammurriata” di Pagani, e la celeberrima “
Bammenella” di Raffaele Viviani, di cui fra l'altro quest'anno ricorrono i settant'anni dalla morte. E questo è anche un modo per ricordarlo, visto che proprio il lockdown ne ha compresso le occasioni per celebrare la ricorrenza.
Da Napoli in Sudamerica, Venezuela per l'esattezza, con un pezzo dal titolo “
Golpe”, libero adattamento di una canzone popolare che celebra il generale Mariano Montilla, combattente per la rivoluzione contadina, poi ucciso a tradimento. È un nuovo momento d'attenzione di Sepe a personaggi della storia sudamericana, dopo il cileno Victor Jara.
Dal Venezuela al Giappone con la “
Yerakina” in cui la Zamuner sfoggia la disinvolta duttilità della sua voce. Il tutto naturalmente filtrato attraverso la cultura jazzistica del gruppo.
Un viaggio, nel complesso, dall'estremo oriente al lontano occidente senza mai abbandonare le radici. È l'ennesima testimonianza di una musica senza confini, temporali o geografici.