Calcio
Il Napoli di Chucky fa’ tu
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 13.12.2020)
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Come ai vecchi tempi. Dal ciuccio a Chucky. Chucky fa’ tu. E il Chucky Lozano entra nella ripresa, infila il gol del pareggio, stampa sul palo un tiro irresistibile e scodella per Petagna il gol della vittoria.
Battuta la Samp in rimonta (2-1) alla prima gara di campionato nello stadio intitolato a Diego. Di nuovo le maglie argentine.
È andata bene, consolidato il terzo posto alla vigilia di una settimana di grandi prove, mercoledì il Napoli a San Siro contro l’Inter, domenica a Roma contro la Lazio.
Nonostante i cinque cambi rispetto alla durissima gara di giovedì contro la Real Sociedad (Meret per Ospina, Manolas per Maksimovic, Ghoulam prima volta da titolare per Mario Rui, Demme per Bakayoko, Politano per Lozano), il Napoli ha poca benzina e gioca un primo tempo lento.
Per non avere sorprese si schiera con un 4-1-4-1, Demme a protezione della difesa e, a supporto di Mertens prima punta, sotto il controllo dei giganti Yoshida (1,89) e Colley (1,92), la linea a quattro con Politano, Fabian Ruiz, Zielinski, Insigne.
Il Napoli gioca corto, a piccoli e ripetuti tocchi. È noioso, ma non vuole perdere palla. Non forza mai la giocata per sfondare. La Sampdoria, senza le Coppe, può avere il sopravvento nella corsa. Il Napoli vuole controllare la gara. La Samp si raccoglie negli ultimi venti metri e tenta di colpire con lanci lunghi. Un gioco semplice ed essenziale contro il gioco azzurro lento, masticato, senza sbocchi. È un gioco di attesa.
Il pericolo viene dalla linea mediana dove Fabian Ruiz e Zielinski, troppo avanti, non fanno filtro. Demme rimane troppo solo a fronteggiare il ribaltamento del fronte. La Samp ha un jolly tra le linee, Verre, che sfugge ad ogni marcatura ed è il giocatore che deve pescare Quagliarella e lanciarlo in gol. Ma non è partita per lo stabiese. Un po’ svogliato, mai servito, quasi assente. Quagliarella si eclissa dopo una acrobazia nell’area di Meret nei primissimi minuti senza far danni.
Il Napoli accentra troppo il gioco anziché puntare l’aggiramento sulle fasce e non passa. Tutta la squadra viene troppo avanti intasando gli spazi e di duelli, per passare, ne vince pochi. Sono duelli pericolosi perché offrono alla Samp il destro di ripartite in fuga.
Quando arriva il gol di Jankto (20’) con la difesa del Napoli scoperta sul lancio di Ekdal, e Di Lorenzo in ritardo sull’esterno sinistro doriano, la partita può farsi difficile. Perché il piano della Sampdoria va a nozze. Vantaggio e difesa con una doppia linea di sbarramento, energiche marcature individuali, raddoppi e rapidità nella conquista delle seconde palle.
Il Napoli è in difficoltà. Deve temere il raddoppio degli avversari e perciò continua col suo tic-tòc prudente. Portando palla lentamente i difensori azzurri favoriscono il piazzamento totale della difesa doriana. Zielinski è intrappolato, Fabian Ruiz è in una di quelle sue vaghe giornate. A Politano non riesce di puntare dall’esterno destro al centro. A sinistra, sono insignificanti il gioco e le sovrapposizioni fra Ghoulam e Insigne. E Mertens ha poca vita fra i giganti doriani.
Non si capisce se il Napoli stia conducendo una gara attenta “
difendendo” lo 0-1 per preparare la riscossa oppure non ce la faccia a rimontare. C’è appena una scintilla di Mertens, deviazione bassa di testa, che allarma il portiere della Samp (36’) e, in finale di tempo, una conclusione di Insigne deviata in corner da Audero (44’).
Dall’intervallo vengono fuori i cambi di Gattuso per arpionare la vittoria: Lozano per Politano e Petagna per l’evanescente Fabian Ruiz. C’è anche un cambio di modulo (4-2-1-3). Demme e Zielinski sulla linea mediana, Mertens suggeritore per i tre davanti Lozano, Petagna, Insigne. Il Napoli si affolla meno nella metà campo della Samp creando gli spazi per colpire. Ci sono fasi in cui Lozano, Mertens e Insigne partono dietro Petagna (4-2-3-1).
È Lozano che dà la scossa. Il messicano è il cannoniere azzurro di questa stagione, già cinque gol all’attivo. Comincia col martirizzare il terzino Augello (sento Augello volar …), dà profondità al Napoli, la squadra si rianima.
Sulla sinistra i compagnucci di un tempo, Insigne e Mertens, combinano l’azione di sfondamento che Dries conclude con un cross sul quale, in contatto e in anticipo su Augello, a centro area, Lozano fa una mirabile torsione e di testa insacca (53’), proprio come un centravanti vero, come una volta sapeva fare Boninsegna.
A questo punto, la qualità delle squadre in campo fa la differenza. Il Napoli impone la sua tecnica superiore. Gattuso completa l’opera inserendo Mario Rui per Ghoulam e Bakayoko per Demme (59’). Il Napoli ha saldamente in pugno la gara, deve solo segnare il gol del sorpasso.
Con una impetuosa uscita dalle retrovie, Manolas lancia Lozano con la Samp sbilanciata in avanti. Il Chucky se ne va solo soletto, in posizione centrale, e solo il palo gli nega la conclusione a filo d’erba (61’).
La Samp non riesce più a distendersi in avanti, riduce i lanci, sostituisce Verre con Ramirez (63’), tenta con Candreva a destra e Jankto a sinistra di arrivare alla porta di Meret, ma la difesa azzurra è attenta, rientrano gli attaccanti a far numero e intensità difensiva.
Poi Lozano conclude la sua deflagrante apparizione scodellando il cross che Petagna impatta di testa in rete (68’). È il sorpasso. È il due a uno.
Lobotka per Zielinski (77’) e Damsgaard per Jankto (79’). Nonostante il minimo vantaggio, il Napoli non corre pericoli. La Samp attacca con buona volontà, ma si ferma ai venti metri dell’area azzurra. Mertens e Insigne rientrano a difendere. Manolas si ripete in una uscita impetuosa dalla difesa, corre avanti, serve Mertens, il portiere devia in corner (76’).
Era una partita difficile, segnata soprattutto dal duro impegno di giovedì. Il Napoli l’ha affrontata con intelligenza, governando le energie disponibili. Non è stato mai frenetico, nervoso, dissennato, cosa che l’avrebbe esposto al contropiede doriano. Ha saputo giocarsela senza incantare, ma incantando la classifica. Terzo posto e non è secondo con l’Inter per il punto di penalizzazione accoppiato al famoso “
tavolino” con la Juventus.
MARADONA
Sei gol di Diego alla Sampdoria (quattro su rigore). Contro la formazione genovese, Maradona segnò il primo e l’ultimo gol in maglia azzurra. 23 settembre 1984 al San Paolo, 1-1, portò in vantaggio il Napoli su penalty, poi pareggiò Salsano. 24 marzo 1991, 1-4 a Marassi, Diego ancora su rigore. Fra le due partite: nell’anno dello scudetto, 1986-87, Maradona segnò su rigore il 2-1 al San Paolo e l’1-1 a Genova, vantaggio azzurro, poi pareggiò Lorenzo; 17 gennaio 1988, il gol vittoria (1-0) a Napoli. Nel campionato 1989-90, ancora il rigore di vantaggio, poi il pari di Dossena (1-1).
RANIERI
Toccò a un giovane Claudio Ranieri, romano, allora quarantenne, al suo quinto anno in panchina, dopo che aveva portato il Cagliari dalla C alla serie A, rilanciare il Napoli del dopo-Maradona. Ingaggiato a 750 milioni per la stagione 1991-92, con i rinforzi del “
libero” francese Blanc (26 anni) e dell’attaccante Padovano (25 anni), Ranieri poté contare su una squadra competitiva con Careca, Zola, De Napoli, Alemao, Ferrara, Francini.
Allenatore scrupoloso, tatticamente duttile, lavoratore irriducibile, cambiò convinzioni e motivazioni a una squadra abituata ad affidarsi a Maradona. Voleva un Napoli “
a mille facce”. Allenava i giocatori in una “gabbia” di 35 metri per 20 per esaltarne la reattività e il gioco negli spazi brevi. Lo aiutarono i gol di Careca (15) e di Zola (12). Blanc contribuì con 6 reti e Padovano con 7. Portò il Napoli al quarto posto, conquistando la partecipazione alla Coppa Uefa, e uscì dalla Coppa Italia al terzo turno.
In campionato, il Napoli di Ranieri maramaldeggiò con le medie e le piccole squadre, ma non la spuntò contro le “grandi”. In ogni caso, Ferlaino gli rinnovò il contratto per il 1992-93 (ritoccandolo a un miliardo di lire). Col nuovo campionato, ebbe due rinforzi, l’attaccante uruguayano Fonseca e il nazionale svedese Thern a centrocampo, più un gruppo di seconde linee tra cui Nela, Pari, Policano. Ferlaino si aspettava una squadra da scudetto. Ma l’inizio della nuova stagione di Ranieri fu disastroso. Si qualificò ai quarti di Coppa Italia, ma a novembre uscì dalla Coppa Uefa al secondo ostacolo (Paris Saint Germain) e, in campionato, dopo nove partite e cinque sconfitte, si ritrovò terzultimo. La batosta contro il Milan (1-5) al “San Paolo” gli fu fatale. Esonerato. Ferlaino richiamò Bianchi.
NAPOLI-SAMPDORIA 2-1 (0-1)
NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Ghoulam (59’ Mario Rui); Fabian Ruiz (46’ Petagna), Demme (59’ Bakayoko); Politano (46’ Lozano), Zielinski (77’ Lobotka), Insigne; Mertens.
SAMPDORIA (4-4-1-1): Audero; Ferrari, Yoshida, Colley, Augello; Candreva, Thorsby, Ekdal, Jankto (79’ Damsgaard); Verre (63’ Ramirez); Quagliarella.
ARBITRO: La Penna (Roma).
RETI: 20’ Jankto, 53’ Lozano, 68’ Petagna.