Calcio
Partita insidiosa alla vigilia di due big-match
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 13.12.2020)
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Smontato l’accampamento di giovedì sera in cui gli azzurri sono rimasti asserragliati per difendersi dagli assalti ripetuti della Real Sociedad, battendosi all’arma bianca e correndo spesso a vuoto, tre giorni dopo ecco il campionato (Napoli-Sampdoria oggi pomeriggio allo stadio Diego Armando Maradona) col solito interrogativo del dopo-coppe: quanta energia è rimasta al Napoli, quanto hanno recuperato gli azzurri che giocheranno contro la Samp più fresca non avendo impegni di coppe?
È sulla tenuta fisica del Napoli che ruotano le sorti del match contro i doriani di Claudio Ranieri, formazione più abile in trasferta (due vittorie, un pareggio, due sconfitte) che sul proprio campo (una vittoria, un pareggio, tre sconfitte). Squadra compatta e più o meno corsara con quell’eterno filibustiere del gol, l’ormai trentasettenne stabiese Fabio Quagliarella, che ha sempre una sorpresa nella gerla dei suoi colpi leggendari e ha colpito già cinque volte in questo campionato.
La Sampdoria, che ha battuto a Genova la Lazio (3-0) e ha vinto a Bergamo contro l’Atalanta (3-1), ancorata a un solido 4-4-2, sarà un avversario ostico, capace di compattarsi in una strenua difesa e sganciare il contropiede sostenuto dalle proiezioni di Candreva a destra, dagli inserimenti di Ekdal e Thorsby e dal movimento di Gaston Ramirez in appoggio a Quagliarella.
La partita è di estrema importanza per il Napoli atteso dal doppio salto mortale prossimo venturo che comincerà a delineare il ruolo degli azzurri in questo campionato, mercoledì a Milano con l’Inter, domenica a Roma con la Lazio, un calendario che non concede respiro, ancora in campo ogni tre giorni.
Saltare l’ostacolo Samp è quindi necessario per andare convinti alle due sfide di vertice. Oggi pomeriggio, sarà ancora un match da giocare con molta intelligenza, possesso-palla sicuro e non lezioso se le energie difetteranno e attenzione massima al contropiede della Samp. La sorpresa è dietro l’angolo.
Innesti freschi nella formazione che, giovedì sera, ha molto patito e battagliato assicureranno puntelli opportuni. Manolas, Demme e Politano dovrebbero figurare dal primo minuto. È possibile che Petagna giochi da prima punta. C’è da verificare la condizione di Insigne, capitano generoso che si è speso molto contro i baschi. Gattuso non dovrebbe rinunciare a Zielinski che, nel 4-2-3-1, ha trovato un ruolo più congeniale potendo esprimersi meglio dietro gli attaccanti. Ripresosi dopo il Covid-19, il polacco appare il più lucido e con buona energia per scatenare l’attacco.
La Samp è un assembramento di giganti: dai difensori Ferrari (1,91), Yoshida (1,89), Colley (1,92) ai centrocampisti Thorsby (1,89) e Askildsen (1,90). Gli azzurri saranno chiamati a duelli rusticani. Fisicamente, la Samp può schiacciarli.
Il Napoli può giocarli in velocità con una partita coraggiosa a due tocchi. Dalla difesa al centrocampo, ogni indecisione nelle giocate sarà fatale. È bene che Koulibaly, più volte incerto nelle ultime prestazioni, giochi la palla senza girotondi pericolosi. Vale anche per i centrocampisti. Dare la palla velocemente anziché sfidare l’avversario in dribbling azzardati.
Non deve illudere e confondere il trend dei doriani (due punti nelle ultime cinque partite). C’è da aspettarsi una squadra che concederà poco, una formazione di combattimento. La concentrazione dovrà essere altissima in ogni zona del campo senza cincischiare nella costruzione della manovra “dal basso” che, se non eseguita in sicurezza, potrà invogliare la Samp a venire a pressare confondendo la giocata degli azzurri.
Potrebbe essere una di quelle partite in cui Gattuso invoca “
il coltello tra i denti” che non è proprio un’arma del Napoli. Ma certamente la tenuta agonistica avrà un ruolo importante. Il Napoli avrà difficoltà ad abbattere il muro doriano e, a centrocampo, sarà necessario il rientro degli attaccanti per non subire l’inferiorità numerica.
È una partita delicata e insidiosa. Il Napoli è chiamato a soffrirla cercando la via del gol, che non si annuncia agevole, e mantenendo un equilibrio costante per non offrirsi ai contrattacchi della Samp.
Lo stadio Diego Armando Maradona ricorderà il primo e l’ultimo gol del pibe in maglia azzurra proprio alla Sampdoria, due calci di rigore, il penalty dell’1-1 a Napoli del settembre 1984 e quello a Marassi del marzo 1991.