Calcio
Un campo-trappola da saltare
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 06.11.2020)
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Sul campo del Crotone, squadra ultima in classifica senza avere vinto ancora una partita, sono passati il Milan (2-0), l’Atalanta (2-1) e la Lazio (2-0), s’è impantanata la Juventus (1-1) salvata da Morata.
Il Crotone è allenato da Giovanni Stroppa, 52 anni, lodigiano, con esperienze nella provincia del calcio (Pescara, Spezia, Sudtirol, Foggia). Ha portato il Crotone in serie A.
La squadra calabrese ha tutti indicatori negativi. Seconda peggiore difesa del campionato (20 gol), ultimo attacco (sei reti, appena due sul proprio campo).
Ma per il Napoli non sarà una trasferta facile. Il Crotone avrà l’aggressività e l’impeto di una formazione che insegue “col coltello tra i denti” la salvezza, la squadra azzurra deve evitare di riproporre il suo gioco evanescente.
Hanno illuso le vittorie su Atalanta e Roma, due avversari che hanno concesso al Napoli di spassarsela senza essere pressato.
Quando ha affrontato squadre di minore calibro, ma battagliere e con una forte predisposizione difensiva, il Napoli ha perso il filo del gioco. È il rischio che corre a Crotone.
Sarà una battaglia e, in battaglia, le qualità tecniche non bastano come ammonisce Gattuso che, da calciatore poco dotato, suppliva col suo spirito guerriero.
Come s’è visto anche in Olanda, il Napoli perde la qualità del palleggio, fa errori in disimpegno, fallisce le giocate più facili mentre l’avversario inferiore ma animoso lo attacca.
Allora il Napoli perde lucidità e non ha il cinismo di controbattere. I suoi giocatori migliori vanno in ombra. La mancanza di un leader in campo, riferimento costante e salvagente nei momenti difficili, priva la squadra di una bussola sicura.
Senza un leader e neanche un trascinatore, il Napoli si appiattisce subendo l’avversario.
A Crotone, il Napoli dovrà smentire l’insicurezza che ormai sembra distinguerlo. Non è una questione di modulo di gioco, ma di giocatori di personalità media che si perdono quando il mare delle partite diventa mosso.
Sarà molto mosso questa sera a Crotone. Ci sarà anche da vedere quanta ruggine è rimasta nel Napoli dopo Alkmaar, quanta stanchezza avrà smaltito della trasferta olandese dove ha sprecato molte energie nel secondo tempo di affannoso contenimento.
Non resiste l’alibi delle partite ogni tre giorni. Anche il Milan sta giocando ogni tre giorni, ma non perde mai la sua identità di squadra compatta, “
normale”, sicura.
Il Crotone, che non gioca le coppe (fuori dalla Coppa Italia al terzo turno, a fine ottobre, eliminato sul suo campo dalla Spal ai rigori), avrà energie più fresche.
Gattuso dovrà preferire gli “
asini vivi” ai “
dottori morti” della sua “
rosa” senza fare sconti ad alcuno.
Sarà assente ancora Osimhen. L’indisponibilità del nigeriano ha consentito a Mertens di avanzare come prima punta, il ruolo che gli affidò Sarri.
E Dries, da centravanti vero o falso che sia, ha messo a segno tre gol, al Milan, alla Roma e all’Alkmaar. È il ruolo che predilige, ma si adatta a giocare dietro Osimhen perché ha voglia di stare in campo e si è molto legato alla maglia azzurra e alla città.
Il Napoli deve giocare veloce, senza portare palla, lanciandola nello spazio per le puntate dei suoi attaccati più rapidi.
Bakayoko, al centro della mediana, non è un regista, distribuisce solo gioco corto, ma è una magnifica barriera, non cede nei duelli uno contro uno e recupera palla.
Dovranno essere i centrocampisti di qualità ad innescare le punte. Più gioco sulle fasce che al centro per aggirare la difesa del Crotone che, in mezzo, farà molta intensità.
E da giocatori come Zielinski e Fabian Ruiz si pretende la conclusione veloce, da fuori area, senza perdere il tempo della battuta che li costringe a far girare ancora la palla.
Un Napoli deciso, concentrato, irriducibile può fare risultato. Ma dovrà lottare con tutte le sue energie. Il campo del Crotone è una trappola.