Calcio
Roma 4 volte kapùt mundi
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 30.11.2020)
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Bucata la prima partita di vertice, col Milan, il Napoli argentino (con la maglia dell’albi-celeste) si rifà alla grande contro la Roma, annichilita ieri sera al San Paolo (4-0). Ora è in zona-Champions.
Passato in vantaggio dopo la mezz’ora con una punizione di Insigne nella porta dove Maradona trasformò Tacconi in una statua di sale, il Napoli ha colpito la Roma per la seconda volta quando la squadra giallorossa aveva conquistato campo, tesa a rimettere in equilibrio il match.
Fabian Ruiz ha mollato il colpo del kappaò (64’). Poi Mertens (81’) e Politano (87’) hanno completato la festa. È parso che Diego sorridesse dal display luminoso dello stadio.
Il Napoli ha avuto in pugno tutta la gara. Tredici tiri, nove nello specchio della porta romanista, contro quattro conclusioni della Roma, una nella porta di Meret.
La squadra azzurra ha costruito con pazienza il successo. Niente coltello tra i denti, ma un calcio ragionato. La partita non ha mai avuto ritmi alti. Il superiore possesso-palla degli azzurri faceva arretrare la Roma. Si abbassavano Karsdorp e Spinazzola per una difesa a cinque contro la quale, sulle fasce, Lozano e Mario Rui cercavano lo sfondamento. Erano risucchiati indietro anche Pedro e Mhkitaryan.
Il Napoli poteva piazzarsi nella metà campo della Roma e far girare palla aspettando pazientemente di trovare il varco per colpire.
Il gioco intenso di Lozano, le fiammate di Zielinski, la buona serata di Insigne tenevano in scacco la Roma. Il piccolo Demme presidiava la metà campo azzurra.
Il Napoli costruiva dal basso con Koulibaly. Ma questa volta il gigante senegalese non portava palla, consegnandola subito a un centrocampista. Non era veloce il gioco del Napoli, ma molto puntuale.
La Roma era come soggiogata, incapace di ripartire. È apparsa una squadra ferma, rannicchiata in difesa in attesa di un contropiede che non c’è mai stato. Dalla giostra azzurra si eclissava Mertens.
Nella Roma, Dzeko al rientro dopo il covid ha fatto poco e niente. Ma è anche vero che non è stato mai convenientemente servito. Nella squadra giallorossa, i centrocampisti hanno svolto esclusivamente un gioco di contenimento. È venuta meno la spinta di Spinazzola a sinistra, sono venute meno le combinazioni fra Mkhitaryan e lo stesso Spinazzola sullo stesso lato. A destra, la Roma era assente.
Il Napoli occupava magnificamente il campo tenendo la Roma a ridosso della sua area di rigore. La squadra giallorossa si salvava ripetutamente in corner.
La partita, fredda tatticamente, veniva scongelata dalla punizione di Insigne da sinistra. Quasi un tiro a giro sul primo palo (31’). Non c’era reazione della Roma.
Dopo l’intervallo la squadra di Fonseca, che aveva perduto Mancini per guai muscolari (38’ dentro Juan Jesus) e rientrava senza Veretout anch’egli infortunato (dentro Villar), accennava a risalire il campo.
Il Napoli giocava con un 4-3-3 perché Zielinski partiva dalla linea dei mediani. Il polacco sfondava spesso lo schieramento romanista. Sull’altro lato, non era altrettanto brillante Fabian Ruiz.
La squadra azzurra aveva mancato il raddoppio a fine primo tempo, quando Mirante della stirpe dei portieri di Castellammare di Stabia (Donnarumma, Iezzo) con una mano aveva annullato la conclusione ravvicinata di Mertens.
Col minimo vantaggio, il Napoli controllava la Roma che alzava il baricentro, ma veniva avanti mai pericolosamente. Manolas si distingueva in difesa. Meret restava inattivo.
La partita andava messa al sicuro. La Roma, con i suoi giocatori più alti, poteva far danno sui calci d’angolo. Ma, dopo un tiro debole di Dzeko, l’unica conclusione del bosniaco, il Napoli andava al raddoppio. Insigne che aveva aperto la partita invitava al gol Fabin Ruiz e lo spagnolo insaccava a fil di palo (64’). L’azione del Napoli era iniziata con un colpo di tacco di Mari Rui!
Fonseca passava al 4-3-3 con l’ingresso di Carlos Perez per Dzeko non in condizione. Centravanti diventava Mkhitaryan, a destra Perez, a sinistra Pedro. Non ne cavava nulla. Il Napoli difendeva con ordine impedendo alla Roma di andare al tiro. I giallorossi conquistavano qualche corner, ed era tutto.
La prima sostituzione di Gattuso era Politano per Lozano (67’), poi Elmas per Zelinski (77’) che non è ancora al massimo della condizione atletica. Sul doppio svantaggio, ancora Fonseca arricchiva l’attacco con lo spagnolo Mayoral. Ma l’impotenza della Roma era evidente. Si spegneva subito il suo poco ardore con cui era rientrata in campo.
Il Napoli finiva in bellezza. Elmas impegnava Mirante che respingeva corto e Mertens era lesto ad approfittarne (81’). Un gol per lasciare il segno in un partita volenterosa ma nulla più.
Entravano Petagna per Mertens e Lobotka per Demme (83’) col Napoli che governava la partita. In chiusura, Politano se ne andava in slalom centrale, saltava tre difensori, aggirava Mirante e deponeva in rete i quarto gol azzurro (87’).
Era temuta la Roma, reduce da cinque vittorie consecutive, imbattuta in campionato (escludendo lo 0-3 di Verona), magnifica macchina di gioco.
Il Napoli, con un impegno costante, attento, senza mai premere sull’acceleratore, ma giocando con sapienza e pazienza, ha letteralmente cancellato la Roma dal campo.
La vittoria rilancia la squadra azzurra dopo le due consecutive sconfitte in casa con Sassuolo e Milan. È un campionato che ancora non ha messo sul tavolo i suoi assi, mentre continua a comandare il Milan.
Giovedì in Olanda, contro l’Alkmaar, per il penultimo turno di Europa League. Ma è un Napoli rinfrancato questo che torna in Europa.
LUI C’ERA
Napoli-Roma, lui c’era. Sei anni fa. Il 12 febbraio 2014. Maradona apparve in tribuna mentre si giocava proprio Napoli-Roma di Coppa Italia. Il Napoli di Benitez vinse 3-0 con i gol di Callejon, Higuain e Jorginho.
IL MINUTO 10
Emozione infinita. Nella nona giornata di campionato, tutte le partite si sono fermate al 10’. Il 10, il numero di maglia di Maradona, il suo numero mitico, unico, inimitabile. Ieri sera, al San Paolo, al 10’ la palla era nei piedi di Mertens.
PIBE
Cinque i gol di Maradona alla Roma nei suoi sette anni napoletani. Su rigore per l’1-1 al San Paolo nel campionato 1985-86. Il gol all’Olimpico nella stagione successiva (1-0): su cross di Giordano da sinistra, Diego accarezzò la palla al volo di sinistro e, senza farle toccare terra, di sinistro in corsa insaccava la porta di Tancredi. La doppietta nel campionato 1989-90 a Fuorigrotta: un rigore e un gol (3-1) e il gol a Roma per l’1-1.
LA MAGLIA
La maglia stile Argentina non è una novità nel Napoli. La indossò la squadra della stagione 2005-06 in serie C vincendo il campionato. Era la squadra di Reja col Pampa Sosa, Pià, Calaiò.
LA MALEDIZIONE
Quota 14 ha portato male all’Atalanta (0-2 in casa contro il Verona) e alla Lazio (1-3 contro l’Udinese all’Olimpico). Il Napoli, invece, ne è schizzato fuori.
EUROPA
Gli impegni europei frenano in campionato le squadre italiane ad esclusione delle milanesi. Delle quattro formazioni di Champions, vince solo l’Inter (3-0 sul campo del Sassuolo). Pareggia la Juventus (1-1 a Benevento). Perdono sui loro campi l’Atalanta (0-2 col Verona) e la Lazio (1-3 con l’Udinese). Delle tre squadre in Europa League, il Milan vince (2-0 alla Fiorentina), il Napoli vince, la Roma perde.
NAPOLI-ROMA 4-0 (1-0)
NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Fabian Ruiz, Demme (83’ Lobotka); Lozano (67’ Politano), Zielinski (77’ Elmas), Insigne; Mertens (83’ Petagna).
ROMA (3-4-2-1): Mirante; Ibanez, Cristante, Mancini (38’ Juan Jesus); Karsdorp, Pellegrini (79’ Mayoral), Veretout (46’ Villar), Spinazzola; Pedro, Mkkitaryan; Dzeco (71’ Perez).
ARBITRO: Di Bello (Brindisi).
RETI: 31’ Insigne, 64’ Fabian Ruiz, 81’ Mertens, 87’ Politano.