Calcio
Riscossa sotto il segno di Insigne
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 08.11.2020)
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Involuzione, stallo, preoccupazione, rivoluzione (4-3-3?), arrabbiatura totale di Gattuso per il primo tempo di Rijeka (
‘o cchiù bell d’’a vita è ‘o durmì), più bastone che carota per il Napoli di questi tempi, un po’ giù, di una partita ogni tre giorni.
Rientro in campionato con un diavolo per capello e la formazione-tipo dopo il turn-over europeo, torna Osimhen, tornano Bakayoko e Fabian Ruiz a centrocampo, torna soprattutto Lorenzo Insigne.
A Bologna oggi, quando si fa sera, gli azzurri giocano per rimettere le cose a posto, obiettivo finire nei primi quattro per tornare in Champions l’anno venturo, e il resto sono chiacchiere.
Bisogna vincere, dobbiamo vincere. Dries Mertens, finto trequartista, ma ancora più finto Mertens negli ultimi tempi, non segna da sei partite, aveva cominciato così bene, un gol al Parma, uno al Genoa, poi è entrato in lockdown.
Partita che il Napoli può rendere facile se la palla scorre veloce, se il ritmo sarà alto, se saprà creare la profondità per Osimhen, se in difesa il grande Koulibaly torna grande.
Il Bologna prende puntualmente gol da 39 partite, è vulnerabile, ma sa anche sorprendere, tira in porta come il Napoli (39 conclusioni dei rossoblu nello specchio, 37 per il Napoli), è una formazione senza vie di mezzo, o vince o perde, sinora non ha mai pareggiato (come il Napoli).
Vive dei sei punti conquistati sul suo campo contro Parma (4-1) e Cagliari (3-2), tre sconfitte su tre fuori casa. Sembrerebbe facile, ma non lo è.
Tutto dipenderà dal Napoli se sarà tonico, convinto, con la testa nella partita. Se vorrà prendersi il match senza aspettare, premendo subito sull’acceleratore. Il Bologna è migliore della sua classifica (quattordicesimo). Giochiamo meglio ma raccogliamo poco, è il lamento di Sinisa Mihajlovic. Bologna bello e impossibile. Bello in attacco, impossibile in difesa.
Musa Barrow del Gambia sembra una copia minore di Duvan Zapata. Rodrigo Palacio, 38 anni, è un antico cacciatore di gol, il vezzoso codino è l’antenna che orienta l’argentino di Bahia Blanca verso la porta.
Riccardo Orsolini di Ascoli Piceno è un trottolino amoroso, o spacca o va in vacca. Roberto Soriano è il giocatore che muove il sole rossoblu e l’altrui stelle petroniane. Sono gli uomini decisivi, deputati a far danni al Napoli.
Brucia ancora la sconfitta contro il Sassuolo menomato che, sabato, al completo è stato ingabbiato dall’Udinese in questo campionato pazzo sull’altalena di risultati buoni e rovesci susseguenti.
Il Napoli procede a singhiozzo: due vittorie e la sconfitta però a tavolino con la Juve, altre due vittorie e la partita bucata al San Paolo col Sassuolo. Serve continuità.
È il difetto degli alti e bassi di queste ultime stagioni che Gattuso non ha ancora eliminato.
Dopo Bologna, scatta la sosta per le partite della nazionale. Dal Napoli si pretende un commiato di festa. Vietato fare gli asinelli sotto la torre dei medesimi.