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Calcio
Napoli, elefante impacciato
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 06.11.2020)
Sul campo del Rijeka, il Napoli fa la figura dell’elefante impacciato. Poderoso e lento. Un autogol del terzino Braut, su tocco di Politano, toglie il Napoli dai pasticci di una partita impicciosa, condotta male dagli azzurri, sotto effetto tavor per tutto il primo tempo, un po’ meno lenti e monotoni nella ripresa. Il Napoli passa sul campo del Rijeka (2-1) dove anche la Real Sociedad aveva stentato, vincendo 1-0 al 93’.

La squadra croata, cenerentola del girone, tre sconfitte su tre, è stato avversario ardimentoso con un serrato catenaccio e guizzi offensivi che hanno sempre tenuto in allarme la difesa napoletana. Muric, fin quando è stato in campo (24’ usciva per infortunio) e l’esterno sinistro Menalo hanno terrorizzato la difesa azzurra.

Sette cambi nel Napoli con una linea mediana inedita, Demme e Lobotka, due fari spenti, però Demme ha avuto il merito di segnare l’1-1, sfiorando il bis nella ripresa. Il Napoli è stato lungamente lento e monotono. Sempre palla sui piedi, mai l’attacco dello spazio. Merito anche del 5-4-1 del Rijeka. Ma dal Napoli ci si aspettava di più.

Non è stata per niente una passeggiata come si pensava alla vigilia. Il Rijeka ha difeso con nove uomini, capace però di schizzare in attacco con un gioco semplice e veloce. Lanci lunghi e via a puntare la porta di Meret.

Il Napoli portava palla favorendo il piazzamento della difesa croata. Si distinguevano appena Mario Rui per la buona volontà ed Elmas per un pizzico di vivacità. Gattuso piazzava un macigno nel cuore della difesa del Rijeka, Petagna, e macigno è rimasto, statico e inefficace. Politano, spesso contrastato da tre avversari, non riusciva a sgusciare alla sua maniera da destra verso il centro.

Nell’imbarazzante primo tempo degli azzurri, neanche Koulibaly dava la sicurezza solita. Il tran-tran di Demme e Lobotka toglieva brillantezza alla manovra del Napoli. Non riusciva a venire fuori Mertens. Il possesso-palla del Napoli (74%) è stato inefficace. La montagna di passaggi degli azzurri (770 contro 197) ha prodotto zero. Il primo tiro del Napoli è arrivato al 43’ (il gol di Demme).

Il Rijeka andava in vantaggio (13’) con una incursione rapida di Kulenovic (morbido Koulibaly nel contrasto) e la battuta dal limite di Muric (in ritardo Mario Rui). Non era una sorpresa perché nel primo tempo il protagonista azzurro è stato Meret (4’ deviava in corner la conclusione di Menalo; 9’ uscita coraggiosa sui piedi del medesimo Menalo; 17’ respinta prodigioso sul corner di Muric battuto direttamente in porta; 25’ parata su Kulenovic; 28’ uscita fuori area precedendo lo stesso Kulenovic).

E il Napoli dov’era? Sempre nella metà campo croata a ruminare il suo calcio impotente senza mai tirare in porta, passa e ripassa, gira e rigira, ricamo e fraseggio. Una noia. Il Rijeka, in vantaggio, tirava su il muro di nove maglie bianche che il Napoli tentava di aggirare senza successo. Gli azzurri erano maledettamente lenti e imprecisi, perdevano palloni su palloni, rischiavano scoprendosi.

Quando Muric ha abbandonato il campo, il tecnico del Rijeka, galvanizzato dal vantaggio, schierava un altro attaccante, il centro-africano Yateke in appoggio a Kulenovic e Menalo. Erano attaccanti che rientravano a dar man forte alla fase difensiva, ma veloci nel ribaltare il fronte.

Il Napoli ha avuto davanti una partita difficile. La solita partita in cui gli avversari si chiudono e la squadra azzurra non sfodera una sola arma per andare a rete. Sul punto di inabissarsi in un match oscuro, il Napoli ha avuto la fortuna di acciuffare il pareggio prima dell’intervallo con l’assist di Mertens per Demme che toccava in gol nell’area piccola (43’). Per tutta la prima frazione, Gattuso a bordo-campo allargava sconsolato le braccia.

Il tecnico azzurro non cambiava subito e, nella ripresa, il Napoli ricominciava il suo valzer lento. Forse era solo pazienza per stanare l’avversario, ma il gioco era sempre uguale e prevedibile. Tristezza, per favore vai via. E Menolo, dopo la fuga di Yakete, piazzava il pallone sul palo sinistro di Meret (49’). Un brivido profondo. Si poteva addirittura perdere la partita della rincorsa nel girone di Europa League? Non è stato mai tranquillo il match degli azzurri.

La riscossa azzurra è arrivata dopo il 50’ con la gran parata di Nevistic (1,95) sulla conclusione ravvicinata di Elmas dopo il duetto con Mertens (53’) e la punizione di Mertens che il portiere croato sviava sulla traversa (57’).

Giungeva il tempo dei cambi. Insigne per Elmas e Fabian Ruiz per Lobotka (60’). Non è che venisse fuori un miglior gioco. L’autogol di Braut salvava l’insignificante esibizione del Napoli. Sul cross di Mario Rui, il tocco di Politano nell’area piccola e la deviazione in porta di Braut (62’).

Poteva dirsi chiuso il match? Neanche per sogno perché le sortite in contropiede del Rijeka davano sempre apprensione. Però, almeno, ora il Napoli si faceva più pericoloso. Lozano per Politano (69’), Zielinski per Petagna e Ghoulam per Mario Ruis (80’). Nel finale il Napoli legittimava il successo sfiorando il gol con Zielinki (87’ gran parata di Nevistic) e andando a rete con più convinzione. Tuttavia, qualche contropiede del Rijeka dava pensiero.

Una vittoria “sporca” che porta il Napoli a sei punti con Real Sociedad e Alkmaar nel girone di Europa League sempre più complicato. Il ritorno col Rijeka (26 novembre) è da vincere con una prestazione superiore.

Il Napoli è apparso in un momento di stanca. Nonostante il turn-over, pesano le partite ogni tre giorni. A Rijeka non c’era Osimhen, squalificato. S’è visto a tratti Mertens. Il migliore è stato Elmas fin quando è rimasto in campo, il più coraggioso e svelto nel tentare qualcosa.

CHAMPIONS
Il calcio italiano, pompato oltre misura su giornali e tv, rimane sempre sotto nei confronti del calcio europeo come la Champions League conferma ancora una volta. Dopo tre turni, le nostre quattro squadre (Atalanta, Inter, Juventus, Lazio) hanno conquistato complessivamente 17 punti, le quattro inglesi 31 punti, le tedesche 26 e le spagnole 24. Le formazioni italiane hanno segnato 21 gol contro le 32 reti delle quattro inglesi e delle quattro tedesche, 24 gol per le formazioni spagnole. Nei gironi, nessuna italiana è a punteggio pieno (Juventus 6 punti, Lazio 5, Atalanta 4, Inter 2).
Ecco la classifica delle sedici formazioni: Bayern, Manchester City, Liverpool, Barcellona 9 punti; Siviglia e Chelsea 7; Borussia Dortmund, Lipsia, Manchester United, Juventus 6; Munchengladbach e Lazio 5; Real Madrid, Atletico Madrid, Atalanta 4; Inter 2.
La Lazio è l’unica italiana imbattuta (una vittoria, due pareggi). L’Inter non ha ancora vinto (due pareggi, una sconfitta). L’unica a centrare due vittorie è la Juventus in un girone non proibitivo (2-0 sul campo della Dinamo Kiev, 0-2 in casa col Barcellona, 4-1 a Budapest contro il Ferencvaros).
Lo schianto dell’Atalanta contro il Liverpool ha smontato l’esultanza per la squadra bergamasca, considerata la più adeguata formazione italiana per reggere i confronti europei. Il tonfo più clamoroso è quello dell’Inter di Conte a rischio eliminazione (2-2 col Gladbach a San Siro, 0-0 fuori con lo Shakhtar, 2-3 sul campo del Real Madrid).
In condizioni di difficoltà se l’è cavata la Lazio a conferma di uno spirito di squadra notevole (3-1 al Borussia Dortmund, fuori casa 1-1 col Brugge e 1-1 con lo Zenit San Pietroburgo).

RIJEKA-NAPOLI 1-2 (1-1)

NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui (80’ Ghoulam); Demme, Lobotka (60’ Fabian Ruiz); Politano (69’ Lozano), Mertens, Elmas (60’ Insigne); Petagna (80’ Zielimski).

RIJEKA (5-4-1): Nevistic; Tomecak, Escoval, Velkowski, Smolic, Braut (64’ Stefulj); Muric (24’ Yateke, 64’ Raspopovic), Cerin, Loncar, Menalo; Kulenovic. ARBITRO: Gestranius (Finlandia).

RETI: 13’ Muric, 43’ Demme, 62’ autogol Braut.

EUROPA LEAGUE – GIRONE F

Rijeka-Napoli 1-2
Real Sociedad-Alkmaar 1-0

CLASSIFICA
6 Alkmaar (gol 5-2), Napoli (3-2), Real Sociedad (2-1); 0 Rijeka (2-7).
6/11/2020
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