Calcio
Al San Paolo si annuncia un luna park
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 01.11.2020)
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S’avanza nel tardo pomeriggio al San Paolo la reginetta di bellezza del campionato italiano del principino De Zerbi con una collana di sedici gol, la più bella del reame, e col motto vincere non è importante, segnare un gol più degli avversari è quello che conta.
La squadra di Sassuolo, ceramica e piastrelle, è una reginetta sbarazzina che non conosce catenacci e cinture di castità. Si fa violare, nove gol in cinque partite, ma molla schiaffoni sonori agli avversari che la insidiano.
È una tentatrice. Si fa offendere e reagisce. È il Sassuolo delle ultime clamorose rimonte a suon di gol, 4-3 a Bologna, 3-3 col Torino. Non s’arrende mai. Il gioco offensivo è il suo vanto.
Con i tempi che corrono e molte “grandi” o presunte tali che non corrono, Napoli-Sassuolo è il derby del secondo posto dove il Napoli sta umiliato da un punto di penalizzazione e da un rovescio a tavolino. La sfida è bella e promette spettacolo. Le due squadre si affrontano “a specchio”, come suol dirsi: 4-2-3-1 per entrambe. Il Napoli appare più solido, il Sassuolo più frizzante.
Con queste promesse, la partita non sarà mai finita fino all’ultimo fischio dell’arbitro e il Napoli non l’avrà in pugno finché non conquista un vantaggio rassicurante contro questo baldanzoso avversario che non si fa condizionare da nessuno svantaggio.
Nel Napoli escono di scena sette dei magnifici combattenti di San Sebastian, là impiegati con precisi ordini di scuderia per spegnere ogni fuoco e ambizione dei baschi. Contro il Sassuolo, nella rotazione di una squadra di tutti titolari (De Laurentiis, amareggiato dai titolarissimi di Sarri, gongola), il Napoli non aspetterà lo svolgersi degli eventi, ma mirerà ad orientarli e padroneggiarli.
Politano è il nuovo killer azzurro (dimenticati i tormenti interisti) con la collaudata manovra circolare a rientrare da destra al centro. Per tre stagioni e venti gol nel Sassuolo, sarà ingolosito dal gol dell’ex, un classico. Osimhen, un po’ nervoso a San Sebastian, dovrà rientrare nei panni del bravo, irresistibile e veloce ragazzo del gol.
Ciruzzo Mertens riappare nel ruolo di regista e goleador avanzato, da falso nueve a falso trequartista, capace di indossare ogni veste tattica per amore del gioco e felicità di essere l’ultimo, devoto e applaudito napoletano d’adozione.
Lozano dismette la corazza di guerriero con cui ha magnificamente lottato in Spagna per rivestire i panni di puntatore assoluto dell’avversario e della porta nemica. Scampoli di annotazioni sulla squadra che Gattuso ormai padroneggia, muove e sa anche adattarla alle circostanze.
Il Sassuolo ha le sue stelle, ci mancherebbe. Ciccio Caputo, nuovo orgoglio di Altamura dopo le famose lenticchie, è sbocciato a 33 anni alla gloria maggiore della nazionale, penultima tappa Empoli (42 gol), ultimo approdo a Sassuolo (26 gol in due anni), un “pensierino” del Napoli a inizio stagione, centravanti che impensierisce ogni difesa, predone del gol e infaticabile globetrotter offensivo.
Domenico Berardi, l’Inter nel cuore ma tampinato dalla Juve tre anni fa, è l’attaccante dal quale devi sempre aspettarti la rasoiata assassina. Manuel Locatelli, uscito dalle vaghezze milaniste, ha ormai conquistato il trono del centrocampo.
Mehdi Bourabia, origini marocchine, e Hamed Traoré, ivoriano da bambino in Italia, solidi riferimenti nel cuore del gioco. In difesa, Vlad Chiriches pallido romeno di quattro stagioni azzurre. Ma è il ventenne Giacomo Raspadori, che gioca un po’ nel ruolo di Mertens, la novità assoluta e interessante del Sassuolo.
Ecco, allora, che la partita sarà una parata di stelle. Si va a vederla come si va al luna park con tante attrazioni, tiri a segno, tunnel delle sorprese, giostre di gol e ruote di vertigine.