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Calcio
Per gli azzurri è il match della riscossa
di Mimmo Carratelli
Urge balsamo sulla ferita di Europa League. Il muro dell’Alkmaar ha resistito più del muro di Berlino. Il lungo palleggio del Napoli nella metà campo olandese non è riuscito a stanare l’Alkmaar che non è mai venuto avanti restando numeroso e compatto negli ultimi venti metri e raddoppiando le marcature sul possessore di palla azzurro avanzato.

Amen. Era una partita da zero a zero. Poi all’Alkmaar è riuscito il colpaccio con la difesa del Napoli consenziente. Un catenaccio che sarebbe piaciuto a Nereo Rocco. Al Napoli, con l’Alkmaar che negava la profondità per gli spunti di Osimhen e Lozano, è venuta meno la velocità per fare breccia.

Il campionato è l’obiettivo massimo del Napoli. Rientrare nei primi quattro posti per tornare in Champions, prestigio e soldi. L’Europa League è un rammarico contenuto. Si gioca ogni tre giorni con l’insidia del Covid-19 e il rischio di infortuni per la preparazione limitata.

E manca l’adrenalina del pubblico. Si sostiene che le squadre maggiori ne soffrano più delle formazioni medio-piccole sempre spinte alla “partita della vita” per pressanti esigenze di classifica e orgoglio di fronte agli avversari superiori.

Benevento-Napoli si annuncia come un match più aperto della gara di giovedì contro l’Alkmaar. L’arma del Benevento è il gioco. La squadra sannita non ha mai mollato neanche nelle sfide perdute con punteggi pesanti (Inter e Roma). Ha giocato con ardimento fino all’ultimissimo minuto.

Benché rafforzata dall’esperienza di Glik, la difesa di Pippo Inzaghi sta subendo troppi gol. In serie B era stata la difesa-regina del torneo (27 gol in 38 partite). Ora è sotto di 12 reti in quattro partite. È il tallone d’Achille del Benevento dovuto in parte alla propensione offensiva della squadra.

Il Napoli troverà una squadra irriducibile che non s’abbatte mai e rimane in piedi per l’intero match. Non è una trasferta facile per gli azzurri e i “precedenti” non contano. Questo è un altro Benevento con maggiore personalità e una qualità di gioco superiore. Per vincere c’è bisogno del miglior Napoli.

È possibile che i sanniti offrano spazio per gli spunti di Osimhen e Lozano, ma non è scontato perché Pippo Inzaghi avrà valutato il pericolo predisponendo le contro-misure necessarie. Ma non snaturerà la squadra imponendole una partita difensiva. L’aggressività, il movimento corale, la manovra d’attacco sono le sue armi migliori.

È possibile che giochi Lorenzo Insigne, dopo l’”assaggio” della mezz’ora contro l’Alkmaar, con Lozano a destra. Politano retrocederebbe in panchina nonostante stia attraversando un buon momento (è stato il più vivace contro gli olandesi).

Assente Mertens, dovrebbe essere Petagna la prima punta con Osimhen alle spalle, e non viceversa, per offrire al ragazzo nigeriano più spazio per la sua velocità. Rientra Bakayoko a centrocampo, personalità e prestanza fisica. In zona il Benevento opporrà la grinta del moldavo Ionita e la buona qualità del marsigliese Dabo ai lati di Pasqualone Schiattarella di Mugnano.

. La difesa azzurra (Mario Rui a sinistra per un migliore apporto offensivo) dovrà stare sveglia contro i guizzanti attaccanti beneventani, Roberto Insigne tre anni più giovane di Lorenzo e più vario del fratello nelle giocate, il trentenne Lapadula bucaniere del gol e Gianluca Caprari che ha lo spunto per andare a rete. È un attacco leggero, ma dinamico.

Il Napoli conferma il 4-2-3-1 che è ormai il nuovo marchio di fabbrica. Il Benevento ha tre centrocampisti davanti ai quattro difensori, due punte esterne che rientrano e un attaccante centrale. Il cosiddetto approccio alla partita sarà essenziale per il Napoli che dovrà dimostrare dal primo minuto di volersi prendere il match.

Ma non sarà mai finita sino al 90’ perché il Benevento si batterà a tutto campo e per tutta la gara.
24/10/2020
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