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Cultura
Le chiese sulla collina della Costigliola
di Achille della Ragione
Oltre a bassi puzzolenti e personaggi dai volti patibolari, sono presenti numerosi edifici sacri, che descriveremo in questo capitolo, ad eccezione della chiesa di San Potito, alla quale abbiamo dedicato un La collina della Costigliola è una zona della città delimitata da via Pessina, via Salvator Rosa ed il Cavone. capitolo specifico, consultabile digitando il link:
http://achillecontedilavian.blogspot.com/2018/01/finalmente-riapre-la-chiesa-di-san.html e quella di S. Monica, la quale con l’annesso monastero protrude verso il basso nel Cavone e la descriveremo nel relativo capitolo.

Partiamo perciò dalla chiesa dei Santi Bernardo e Margherita, ubicata in via San Giuseppe dei Nudi. L'edificio è incorporato nel Complesso del Sovrano Militare Ordine di Malta, ed è anche noto come chiesa di San Giovanni del Sovrano Ordine di Malta.

Il complesso venne fondato nel 1646 da monache francescane del monastero dei Santi Bernardo e Margherita a Fonseca, che gradivano vivere con regole di clausura più rigide. Le monache acquistarono numerose proprietà adiacenti per fondare il proprio monastero, che venne ristrutturato già nel XVIII secolo; il refettorio fu realizzato nel 1722 da Antonio Tango e la chiesa venne eretta, su progetto di Giovan Battista Nauclerio, tra il 1725 ed il 1732.

La chiesa presenta una facciata tardo barocca (fig.1) che introduce elementi rococò ed è caratterizzata da un portico con loggiati laterali chiusi successivamente, mentre all'ordine superiore si presenta una pregevole decorazione in stucco. La scala d'accesso mostra una notevole qualità esecutiva delle parti in piperno.

L'interno è a croce greca di matrice ottagonale, con al centro una cupola con otto finestroni. Le pareti sono articolate grazie all'utilizzo dell'ordine gigante di lesene composite.

Di buona fattura sono gli stucchi che ornano le volte e le pareti. L'altare maggiore venne ricostruito nel 1956 ed è sormontato da una tela di Giovanni Antonio Amato, raffigurante l’Immacolata (fig.2), mentre sulla controfacciata è collocata un’Annunciazione (fig.3) di incerta attribuzione, che richiama a viva voce i modi del Guarino.

Sui due altari del transetto i Santi Gennaro, Francesco d’Assisi e Nicola di Bari sono opera di un pittore noto solo agli specialisti: il solimenesco Michelangelo Schilles e il Calvario di ignoto pittore settecentesco. Infine i restanti quattro dipinti possono essere attribuiti ad un seguace di Paolo De Matteis.

Con l’abolizione dei monasteri il complesso divenne, nel 1820, Alloggiamento di vedove militari; nel 1859 vi subentrarono i Cavalieri del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano (i Cavalieri di Malta) che in una parte dell’immobile impiantarono un ospedale tuttora attivo come ambulatorio, mentre la restante parte è trasformata in abitazioni.

Il Sovrano Militare Ordine di Malta è un’istituzione gloriosa, nata secoli fa in una piccola isola dalla grande storia. E nel tempo ha acquisito benemerenze grazie all’opera instancabile dei suoi membri; tra questi uno dei più autorevoli cavalieri (anche se senza cavallo) che vogliamo ricordare ai nostri lettori è Marco De Ruggero (fig.4), più noto negli ambienti diplomatici come “o chiattone”, la cui massima referenza consiste nell’essere un amico sincero e di vecchia data di mia figlia Marina.

Passiamo ora alla chiesa di San Giuseppe dei Vecchi, fondata nel 1614 da Andrea Cavallo, padre caracciolino, sui suoli di una delle proprietà Carafa. In breve tempo la chiesetta ed il monastero divennero subito operativi, ma nel 1634 i monaci affidarono a Cosimo Fanzago la progettazione di una chiesa più grande e maestosa.

Il progetto fanzaghiano andò a rilento per diversi motivi, compresa l'epidemia di peste del 1656; nel 1665, la chiesa venne consacrata ancora incompleta, tanto che la fabbrica era coperta per mezzo di un tetto provvisorio. Venne completata tra il 1706 e il 1712 dall'architetto Onofrio Parascandalo e nel 1732, per far fronte ai danni del terremoto del medesimo anno, l'ordine incaricò a Nicola Tagliacozzi Canale il restauro e il consolidamento della struttura.

Sulla facciata, il portale in piperno (fig.5), che funge da sagrato, è opera di Francesco Solimena. L'interno è a croce greca con l'asse longitudinale più lungo dell'altro asse; possiede quattro cappelle angolari e l'abside, poligonale, presenta un arco, simile ad una serliana, che nasconde un ulteriore ambiente destinato ad ospitare una tela (fig.6-7).

La chiesa è un vero e proprio giacimento di capolavori dell’arte: gli stucchi del ‘700, gli affreschi che illustrano le scene dell’Antico e Nuovo Testamento e, soprattutto, della vita di San Giuseppe.

Nelle cappelle laterali spiccano quelle di San Michele Arcangelo con una tela a olio (fig.8), sopra l’altare, di Nicola Maria Rossi, giovane allievo del Solimena, mentre nell’altra un pregevole dipinto che raffigurano San Francesco Caracciolo (fig.9) di Antonio Sarnelli, allievo di Paolo De Matteis che, a sua volta, era stato discepolo di Luca Giordano !

Numerose anche le sculture intagliate nel legno, arte di cui la capitale vicereale poteva vantare una solida e famosa tradizione. Tra questi si segnalano quelle di S. Anna, l’Ecce Homo, un pregevole crocifisso e due splendidi angeli settecenteschi ai lati dell’altare maggiore.

Nella sacrestia sono conservati una decina di dipinti, ignoti agli schedari della Sovrintendenza e mai citati in alcuna pubblicazione. Essi sono di grande interesse e sono opera di seguaci di Pacecco De Rosa e Filippo Vitale.

Dietro all’altare maggiore vi è un ampio vano con una spettacolare affacciata su panorama: in basso il Cavone, di fronte l’ex carcere minorile.

Sulla sinistra della chiesa vi è il vecchio monastero, da tempo divenuto il Palazzo delle Conciliazioni, con un chiostro molto bello che presenta tre bracci restaurati (fig.10), mentre un quarto versa in condizioni fatiscenti. Di grande effetto sono sulle pareti il doppio partito di lesene e cornici, da cui si sviluppano in perfetta continuità i piani di piperno dei balconi e nelle volte degli ambulacri le coperture, a cellule giustapposte di basse cupolette ovali. Al centro uno splendido pozzale in piperno (fig.11), opera negli anni Quaranta del Settecento di Tagliacozzi Canale, uno dei principali esponenti del rococò napoletano.

Ed inoltre nella chiesa di San Giuseppe dei Vecchi, oltre a venerare la tomba di don Dolindo, di cui abbiamo parlato nel capitolo Corbellerie e boiate a volontà, si può consultare l’archivio parrocchiale: una miniera inesauribile di notizie tra processetti matrimoniali, certificati di battesimi e di morte.

Tra questi spicca per la gioia degli storici del futuro il fascicolo 386, ai quali lo proponiamo, che conserva gelosamente il certificato di battesimo (fig.12) di un illustre personaggio napoletano, che indichiamo con tutti i suoi nomi: Achille, Giovanni, Antonio, Gertrude. Ma come Gertrude? Un nome femminile per il celebre Pelide?

Spiegazione semplicissima: Gertrude è la protettrice dei neonati e da secoli tutti i rampolli del nobile casato della Ragione, maschi o femmine che siano, lo tengono come nome secondario. Al fianco del documento battesimale, 1° giugno 1947, è riportata la data del matrimonio, avvenuto nella famosa chiesa di Santa Chiara il 15 settembre 1973, quando il focoso Pelide impalmò una giovane fanciulla che rispondeva e risponde ancora dopo 47 anni al nome di Elvira Brunetti.

E sulla destra vi è ancora uno spazio vuoto che attende e attenderà a lungo, forse invano, a causa dell'immortalità del personaggio, la data e la località del decesso.

Nella chiesa il celebre Achille ha celebrato anche la sua prima (ed anche ultima) comunione (fig.13 ) avendo come compare il fratello maggiore Carlo (fig.14) e come officiante il cardinale in carica all’epoca.

Didascalie
fig. 1 - Chiesa dei SS. Bernardo e Margherita (facciata)
fig. 2 - Giovanni Antonio Amato - Immacolata con i SS. Bernardo e Margherita
fig. 3 - Ignoto seguace di Guarino – Annunciazione
fig. 4 - O chiattone
fig. 5 - Chiesa di San Giuseppe dei Vecchi (facciata)
fig. 6 - Chiesa di San Giuseppe dei Vecchi (interno)
fig. 7 - Chiesa di San Giuseppe dei Vecchi (cupola)
fig. 8 - Chiesa di San Giuseppe dei Vecchi (lato sinistro)
fig. 9 - Antonio Sarnelli - San Francesco Caracciolo
fig.10 - Nicola Tagliacozzi Canale - Scala dell'ex convento
fig.11 - Nicola Tagliacozzi Canale - Chiostro con pozzale
fig.12 - Battesimo Achille - fascicolo 386
fig.13 - Prima comunione di Achille
fig.14 - Achille con il cardinale
31/8/2020
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