Calcio
Un colpo di Kulusevski
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 23.07.2020)
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Il Parma non porta bene a Gattuso. Battuto dai ducali al debutto sulla panchina azzurra al San Paolo (1-2 con i lampi di Kulusevski e Gervinho), battuto ieri al Tardini con l’identico punteggio (1-2) nella partita di tre rigori (45’ Caprari, 54’ Insigne, 87’ Kulusevski).
Partita orribile. Il Napoli ha fatto fatica a costruire contro un Parma tutto dietro la linea della palla. Ritmo da valzer delle candele. Il Napoli ha indirizzato un solo vero tiro nella porta parmense (74’ Lozano, Sepe deviava in corner).
Il Napoli ha fatto poco per vincere. Il successo assicura al Parma la salvezza matematica. Al Napoli non assicura niente.
L’esperimento di Lozano falso nove è fallito. Il messicano, quando si è spostato stabilmente a destra, nella ripresa, ha fatto qualche buona giocata, compreso l’unico, vero in porta del Napoli. Milik era squalificato e Mertens non in buone condizioni. Così Gattuso ha piazzato il messicano al centro dell’attacco. Poi ha inventato Callejon al centro, infine Insigne. Tentativi che hanno prodotto zero.
È stata una messa cantata, una partita lenta con un Napoli prevedibile nella manovra poco profonda, cincischiata, deludente. Demme ha fatto il geometra, non l’architetto. Fabian Ruiz poco ispirato. Politano, dopo la stella filante all’Udinese, si è prodotto in un solo tiro (moscio) all’avvio, parato da Sepe. Neanche Insigne è stato in serata brillante.
Quando è entrato Kulusevski (58’ per Sligardi), Koulibaly l’ha ammansito due volte. Al terzo duello ha fatto fallo da rigore sull’attaccante che è già della Juve per 35 milioni.
Ormai, senza niente in palio, sono partite sofferte. Napoli brutto e senz’anima. Il Parma ha fatto il suo difendendosi e cercando il contropiede in cui, pare, sia maestro.
C’erano otto novità nella squadra azzurra (Meret, Di Lorenzo, Maksmovic, Allan alla seconda partita da titolare, Demme, Politano, Lozano). È un turn-over obbligato per il ritmo intenso del calendario. Il Napoli ha perso ogni identità. Allan è apparso spaesato.
Gattuso ha giocato con gli esterni (Di Lorenzo e Mario Rui) alti, ma la difesa del Parma è rimasta sempre compatta, con due giganti al centro, l’albanese Dermaku (1,95) e il portoghese Bruno Alves (1,89).
Il Parma ha marcato a uomo a tutto campo. Il Napoli non ha avuto freschezza e brillantezza per liberarsi dalle marcature asfissianti. Giocava con due soli elementi liberi, i due centrali, Koulibaly si è inventato regista arretrato, ma avanti c’era poco movimento e, soprattutto, un Parma tutto dietro.
S’è visto subito che Lozano punta centrale non funzionava. Spesso il messicano è andato a cercare migliore fortuna sugli esterni con Politano al centro, ma non è successo nulla. Troppo lento il Napoli per prendere d’infilata un Parma arroccato nella sua metà campo e ancora più intenso nella propria area. Il giro-palla del Napoli è stato noioso, mai una verticalizzazione, un’invenzione, una imbucata positiva.
Senza i rigori non ci sarebbero stati tiri in porta, escludendo quella conclusione di Lozano. Le squadre sono stanche, hanno la meglio chi difende.
Non è riuscito, stavolta, il colpo nel recupero (sei minuti) perché Younes ha alzato troppo il tiro (95’). Il pareggio avrebbe cambiato niente nel Napoli che torna a casa con una prestazione deludente. La squadra non ha più guizzi e invenzioni. Insigne, generoso, si è notato in due recuperi difensivi, poi un tiro a giro alto, un altro tiro fuori e l’azzardata rovesciata finale fuori bersaglio.
Un po’ di vivacità l’ha assicurata Elmas (65’ per Allan). Ma è mancato l’apporto di Fabian Ruiz e poi di Zielinski che lo sostituiva al 77’.
Il solito, inutile possesso-palla del Napoli (65 per cento). Dodici conclusioni azzurre contro sei (4- nello specchio), ma non sono mai state autentiche occasioni-gol. Il Napoli ha completato 678 passaggi contro 271. Ha vinto chi si è difeso, però successo meritato del Parma per la pochezza del Napoli.
BILANCIOIn nove trasferte a Parma, il Napoli di De Laurentiis ha collezionato 5 vittorie, 2 pareggi, 2 sconfitte. L’anno scorso, goleada (4-0) con Zielinski, doppietta di Milik e Ounas. L’ultima sconfitta a Parma l’aveva rimediata il Napoli di Benitez, battuto da un gol di Parolo (1-0).
CAPOLINEAParma a due facce per il Napoli, due volte indimenticabile. La promozione in serie A nel 1965, la retrocessione del 1998. Gioie e dolori. L’inizio degli anni Sessanta fu un tormento per i tifosi azzurri. Napoli retrocesso in serie B nel 1961 e nel 1963, a stretto giro di posta.
Parma capolinea azzurro. Nel 1965 restituì il Napoli alla serie A. Da quell’anno per trentatré stagioni il Napoli restò stabilmente in serie A. Poi, Parma che l’aveva promosso gliela tolse.
30 giugno 1965. Lo stadio di Parma è affollato da diecimila tifosi napoletani. Parma-Napoli, in serie B, è decisiva per la promozione degli azzurri (tre promozioni). Il Brescia è già avanti, la Spal è appena dietro, il duello a distanza è con il Lecco, frenato da due pareggi consecutivi. In ogni caso, il Napoli deve vincere contro il Parma già retrocesso.
È il Napoli di Pesaola. In panchina c’è anche il Comandante Lauro. Il Napoli schierò: Bandoni; Adorni, Gatti; Ronzon, Panzanato, Emoli; Canè, Fraschini, Bean, Spanio, Juliano. Nel Parma giocò Mario Zurlini, ragazzo di Parma, che due anni dopo verrà a giocare nel Napoli per otto campionati, 197 gare.
Fu un trionfo. Doppietta di Canè e gol di Bean per il 3-1 che proiettò il Napoli in serie A. Proprio Zurlini segnò il gol degli emiliani. Invasione di campo a fine partita. Tifosi azzurri scatenati. Ricordava Pesaola: “
Ho visto la morte con gli occhi”. Fu travolto anche Lauro che poi si lamentò di avere perso il portafoglio nel trambusto. Tremila tifosi accolsero la squadra alla stazione di Mergellina.
Trentatré anni dopo, un’altra storia, una storia al rovescio. Il Napoli di quattro allenatori (Mutti, Mazzone, Galeone, Montefusco) disputò il peggior campionato della sua storia, inchiodato a 24 sconfitte, con due sole vittorie (Napoli-Empoli 2-1 alla seconda giornata, Napoli-Vicenza 2-0 alla ventesima). Dei tre portieri, Taglialatela incassò 66 gol in 29 partite, Di Fusco 8 in sei partite, Coppola 2 in una sola gara. Dalla nona giornata il Napoli si prese l’ultimo posto e non lo lasciò più.
L’11 aprile 1998 il Napoli giocò a Parma (ventinovesima giornata). Perdendo era la retrocessione matematica a sei giornate dalla fine. Il Napoli perse. Il Parma rovesciò il punteggio di trentatré anni prima: da 1-3 a 3-1. Era il Parma con Buffon, Thuram, Sensini, Crespo, Chiesa, allenato da Ancelotti, che si classificò sesto.
Fu la prima retrocessione con Ferlaino. Il Napoli giocò quella sciagurata partita con Taglialatela; Goretti, Crasson; Baldini, Ayala, Scarlato (80’ Asanovic); Rossitto, Longo, Altomare, Bellucci, Protti (46’ Stojan). Crespo segnò una doppietta.
PARMA-NAPOLI 2-1 (1-0)
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui; Allan (65’ Elmas), Demme (85’ Lobotka), Fabian Ruiz (77’ Zielinski); Politano (65’ Callejon), Lozano (85’ Younes), Insigne.
PARMA (4-3-3): Sepe; Darmian, Dermaku, Alves, Pezzella; Grassi (62’ Barillà), Brugman, Kurtic (75’ Iacoponi); Siligardi (58’ Kulusevski), Karamoh (62’ Inglese), Caprari (75’ Gervinho).
ARBITRO: Giua (Olbia).
RETI: 45’+2’ Caprari rigore, 54’ Insigne rigore, 87’ Kulusevski rigore.