Calcio
Uno striminzitic show
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 16.97.2020)
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A Bologna non c’è stata la goleada degli anni precedenti (1-1). Il Napoli tiene in pugno la partita per 70 minuti, cavandone appena un gol di testa di Manolas su corner (7’), fa il lezioso, gioca a un tocco, però con un rischioso palleggio difensivo, sparisce nell’ultimo quarto d’ora, becca il pareggio (81’ Barrow) e un clamoroso palo di Danilo nel recupero (94’) lo salva dalla sconfitta.
Ma che partita è stata? Otto novità presentate da Gattuso rispetto alla partita col Milan: Meret, Manolas, Hysaj, Elmas, Demme, Politano, Milik, Lozano. Una rivoluzione, un turn-over profondo.
All’inizio c’è qualcosa di nuovo anzi d’antico, l‘attacco di Ancelotti con Milik e Lozano. Il centravanti polacco non entra mai in partita. Lozano non viene mai servito come si deve, cioè palla lunga a terra. Quando il messicano si accende, tre spunti sensazionali, uno concluso con un gran tiro ma fuori (57’), viene sostituito.
Succede che, dopo un’ora di gioco, senza repliche al gol di Manolas, tanto bel gioco inutile, nessuna vera palla-gol, Gattuso ricorre ai talentuosi. Insigne per Lozano e Callejon per Politano (61’), poi Mertens per Milik e Fabian Ruiz per Elmas (69’). Scintille immediate di Insigne, ma è un fuoco di paglia.
Il Napoli perde campo, il Bologna rinforza il cuore della squadra (78’ con Poli e Baldursson per Medel e Dominguez, esausti dopo avere corso tanto dietro il palleggio del Napoli) e aggancia il match. Perché, finalmente, Soriano sale in cattedra e il vecchio Palacio (38 anni) è sempre l’anima del Bologna.
È vero che la classifica non chiede più nulla al Napoli, ma Gattuso vorrebbe avere sempre una squadra che ruggisce (la famosa mentalità vincente). A Bologna non s’è vista.
A Bologna il Napoli si è dilettato in un giro palla ampio ed elegante, ma poi c’è voluto un difensore per far gol. Per il resto, zero. Pure c’era un attivissimo Politano in campo, anche in versione Callejon, cioè prezioso nella fase passiva. Arretrava molto Politano per difendere e poi partire veloce.
Il Bologna ha sofferto per 70 minuti, ma Skorupski non ha dovuto esibirsi in interventi salva-tutto. Era come se il Napoli giocasse per se stesso tenendosi lontano dal gol. Per la prima volta, il numero dei tiri azzurri è stato bassissimo (otto, tre nello specchio). Il 53% di possesso-palla è stato un inutile esercizio di bravura.
Era anche vero che Zielinski giocava a tratti, Elmas si vedeva e non si vedeva, Milik fuori gara come s’è detto. Conducevano il gioco Maksimovic nelle vesti di Koulibaly a impostare la manovra dal basso, Demme, Politano e i due laterali di difesa, però Hysaj aveva qualche problema nel controllare Skov Olsen e Di Lorenzo non è in un momento brillante (brutto cliente Barrow).
Il vantaggio immediato di Manolas, che sfiorava il raddoppio ancora su corner (21’), non induceva la squadra ad “ammazzare” la partita, come pretende Gattuso. Il Napoli è rimasto a gingillarsi sprecando la presenza (per la prima volta da titolare) di Lozano, mai lanciato sulla corsa.
In realtà, non s’è capito che partita stesse giocando il Napoli col continuo girotondo della palla e senza alcuna conclusione da brivido. Il Bologna ha subìto, poi è venuto fuori nel finale di fronte a un Napoli che abbassava le vele. Gattuso doveva impiegare Allan (83’ per Zielinski) per rinforzare la resistenza contro le ondate del Bologna sempre più allarmanti.
È finita con Insigne che doveva fare il terzino e il palo che salvava il Napoli. Il Var ha annullato al Bologna due gol (22’ Mbaye e 67’ Palacio) per millimetrici offside. Né il Napoli con Politano, Milik e Lozano è stato irresistibile in attacco, né il Napoli dei tre moschettieri. Alla fine si è trattato di uno striminzitic show.
CORSARIUna squadra corsara il Bologna? Più vittorie fuori casa (7) che in casa (4), 24 punti in trasferta, 19 al “Dall’Ara”. In casa ha ceduto sei volte (0-3 Genoa, 1-2 Inter, 0-2 Juventus, 2-3 Milan, 1-2 Roma, 1-2 Sassuolo).
GOLEADAGol a raffica del Napoli nel campionato 2016-17 nel secondo anno di Sarri. L’attacco azzurro esplose con 94 reti. Il tridente dei piccoletti firmò 60 gol (Mertens 28, uno meno di Dzeko capocannoniere della stagione; 18 Insigne; 14 Callejon). Nelle goleade di quell’anno il 7-1 a Bologna (3 reti Hamsik, 3 Mertens, 1 Insigne) con questa formazione: Reina; Hysaj, Albiol, Maksimovic, Ghoulam; Zielinki (73’ Giaccherini), Diawara (62’ Allan), Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne (79’ Rog). Sulla panchian del Bologna, Donadoni. Strapazzato due volte il Torino: 5-3 a Napoli, 5-0 in trasferta; 5-0 a Cagliari; 4-2 al Milan e sul campo della Sampdoria; 4-1 alla Fiorentina; 3-0 all’Inter.
SINISAGioie e dolori. Coraggio, ottimismo, felicità, lutti. La guerra, il pallone. La Serbia, l’Italia. La leucemia.
Quando Sinisa Mihajlovic, 51 anni, racconta la sua vita dice: “Mi sembra di avere 150 anni per tante cose che ho visto, per tante vite che ho vissuto”. Un uomo vero col suo orgoglio e la sua umanità. La povertà quand’era bambino in Jugoslavia. Gli orrori della guerra.
Quando è tornato a Vukovar, in Croazia, dov’è nato, “la città più bella del mondo”, ha visto solo scheletri di palazzi, “non volava un uccello, non c’era un cane”. La devastazione di una guerra fratricida.
L’Italia (ha il passaporto italiano) gli ha ridato il sorriso. Da calciatore arrivò a Roma nel 1992, pagato dal club giallorosso 8,5 miliardi di lire alla Stella Rossa. Roma, Sampdoria, Lazio, Inter le sue squadre e il record di 28 gol su punizione (tre in una sola partita).
Da allenatore è tornato a Bologna dove cominciò in panchina nel 2006. Poi Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan, Torino, lo Sporting Lisbona esonerato dopo nove giorni.
Il ritorno a Bologna nel gennaio dell’anno scorso: subito una strepitosa salvezza, quest’anno un campionato sereno con tante soddisfazioni. Il suo Bologna gioca un buon calcio. A bordo-campo col cappellino sulla testa che, una volta, era riccioluta. In ospedale per 44 giorni battendosi contro la leucemia.
DON RODRIGOUn attaccante da 110 gol in Italia l’argentino Rodrigo Palacio di Bahia Blanca. In Italia undici anni fa, al Genoa per 5 milioni dal Boca Juniors. Poi l’Inter (58 gol in 169 partite). Al Bologna da tre anni, da svincolato. Dispensa ancora le sue delizie in zona-gol. Soprannominato “el trezza” per la treccina. Un giocatore leale, sorridente.
IL GIOIELLORiccardo Orsolini, 23 anni, marchigiano di Ascoli, è il “gioiello” che la Juventus ha dato in prestito per 15 milioni al Bologna riservandosi la priorità di riaverlo se il club petroniano volesse cederlo.
BOLOGNA-NAPOLI 1-1 (0-1)
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Maksimovic, Hysaj; Elmas (69’ Fabian Ruiz) Demme, Zielinski (83’ Allan); Politano (61’ Callejon), Milik (69’Mertens), Lozano (61’Insigne).
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Mbaye (83’ Denswil), Danilo, Tomyasu, Krejci (65’ Dijks); Medel (78’Poli), Dominguez (78’ Baldursson); Skov Olsen (65’ Orsolini), Soriano, Barrow; Palacio.
ARBITRO: Piccinini (Forlì).
RETI: 7’ Manolas, 81’ Barrow.
SERIE A – 33ª GIORNATAAtalanta-Brescia 6-2, Bologna-Napoli 1-1, Milan-Parma 3-1, Sampdoia-Cagliari 3-0, Lecce-Fiorentina 1-3, Roma-Verona 2-1, Sassuolo-Juventus 3-3, Udinese-Lazio 0-0. Giovedì: Torino-Genoa, Spal-Inter.
CLASSIFICAJuventus 77; Atalanta 70; Lazio 69; Inter 68; Roma 57; Napoli e Milan 53; Sassuolo 47; Verona 44; Bologna 43; Cagliari 41; Parma 40; Fiorentina 39; Sampdoria 38; Udinese 36; Torino 34; Genoa 30; Lecce 29; Brescia 21; Spal 19.