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Calcio
Genoa per noi è Lozano
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 09.07.2020)
L’accademia azzurra del primo tempo, una montagna di gioco (73 per cento di possesso-palla) che partorisce il topolino di un gol (Mertens poco prima dell’intervallo), illude il Napoli perché il Genoa non è proprio in partita nei primi 45 minuti.

Genoani timorosi che concedono gioco e campo, aspettano, non marcano con cattiveria, lasciano al Napoli un palleggio elegante, insistito a un tocco, si attruppano nella loro area (5-3-2), subiscono il pressing alto degli azzurri, non prendono mai palla, perdendola subito.

Il Napoli gioca in allegria e costantemente nella metà campo ligure. Sembra una gita. Ma nel secondo tempo le cose cambiano, il Genoa entra in partita, alza il baricentro (3-5-2) e il Napoli rischia di sprecare tutto il gran gioco del primo tempo. Subisce il pareggio (Goldaniga 49’ di testa su corner sovrastando Maksimovic). Poi Lozano che rileva Politano (63’) mette il turbo e fionda in gol sullo spettacolare lancio da trenta metri di Fabian Ruiz (66’).

Mancano per squalifica Koulibaly (c’è Manolas) e Demme (Lobotka). La prestazione in allegria del Napoli è sporcata da qualche sgorbio di Manolas e Maksimovic, dai limiti tecnici di Hysaj, da troppi errori in uscita e, nel secondo tempo, da una prestazione inferiore per stanchezza (possesso-palla finale 64 per cento).

Gattuso indovina i cambi, soprattutto quello di Lozano per Politano, però l’ingresso di Milik per Mertens (63’) è una delusione. Il centravanti perde tutti i contrasti e, nel finale, manca una formidabile occasione-gol.

È Elmas, che gioca al posto di Zielinski, l’azzurro più animoso nel primo tempo che il Napoli stradomina. Si vede annullato un gol per fallo di mano di Manolas, subito dopo con una rovesciata acrobatica impegna Perin (15’). Serve poi a Mertens una palla-gol che Perin sventa (30’).

A centrocampo il più ispirato sembra Fabian Ruiz. Alla lunga, il migliore sarà Mario Rui (come contro la Roma) in un momento di grazia. Con lui Insigne che si è prodigato anche nella fase difensiva quando, nel secondo tempo, il Genoa ha preso campo. Impeccabile, ma non squillante la prova di Lobotka. Politano ha cercato di sfondare col suo piede migliore, il sinistro, ma non c’è riuscito.

Il gol di Mertens (45’+1’) è nato da un duetto rapido con Insigne, la vecchia intesa e l’antica sorpresa. Ma, per come aveva subito, il Genoa all’intervallo se la cavava col minimo danno.

Il Napoli, che aveva maramaldeggiato nella prima parte della gara, nella seconda si ritrovava di fronte un Genoa più coraggioso che portava avanti gli esterni (Biraschi e Barreca) per acciuffare il risultato positivo. La classifica dei genoani piange, ma questa di Nicola non sembra una squadra con la grinta necessaria per salvarsi (mentre il Lecce si stacca dalla zona rossa).

In ogni caso, mettendoci un po’ più d’animo, contro il Napoli di improvvise leggerezze, il Genoa rapinava il pareggio su un corner regalato dagli azzurri (ennesimo sgorbio). Maksimovic si faceva superare da Goldaniga che infilava di testa (49’).

Cominciava un’altra partita, un po’ più vera, perché il Genoa iniziava a giocare e si presentava nella metà campo azzurro che aveva disertato per 45 minuti. Non che il Genoa minacciasse seriamente Meret, ma c’era il pericolo che il Napoli, un po’ stanco e un po’ deluso dal pareggio genoano, perdesse il filo del gioco.

Lo recuperava anche se a fatica e senza la leggerezza del primo tempo. Lozano, tre minuti dopo essere entrato, filava da centravanti sul lungo lancio al bacio di Fabian Ruiz e, pur pasticciando nel contrasto con Biraschi, batteva Perin (66’).

Anche il Genoa faceva i suoi cambi non considerando chiuso il match (71’ il veloce Iago Falque per Cassata, l’esperto e irriducibili Pandev per Sanabria). E Pandev creava qualche pericolo nell’area azzurra. Ma non sembrava che il Genoa potesse arrivare ancora al gol.

Gattuso (82’) faceva rifiatare Elmas ormai allo stremo inserendo Zielinski e dava il cambio a Insigne con Younes che non aveva il tempo di entrare in partita. Anche il Genoa impiegava forze fresche (82’ Favilli per Pinamonti, un centravanti per un altro, e Ghiglione per Biraschi).

Pur non padroneggiando più la partita, il Napoli non rischiava molto. Allan (86’ per Fabian Ruiz) rafforzava il centrocampo, ma non doveva sprecarsi. Il Genoa aveva dato tutto col gol di Godaniga, non ne aveva più. Il gioco tornava tra i piedi del Napoli senza l’eleganza del primo tempo, però efficace. Milik avrebbe potuto segnare nel recupero (93’), invitato al gol da Zielinski, ma incomprensibilmente rinunciava al tiro preferendo un goffo e sbagliato passaggio di ritorno.

Per il Genoa è stata la quarta sconfitta consecutiva a Marassi (Lazio, Parma, Juve e Napoli). Per Gattuso la settima vittoria nelle ultime otto partite. In qualche modo ha visto il Napoli che vuole, cioè una squadra che, senza più interessi di classifica, gioca per vincere. E a Marassi ha vinto meritatamente. L’assetto difensivo del Genoa è stato meno ostico di quello della Roma. Lo score è tutto azzurro: 16 conclusioni contro 7 (11-3 nello specchio della porta), 600 passaggi completati contro 262.

Domenica sera, al San Paolo, una bella partita. Si annuncia il Milan in gran forma di questi tempi, esaltato dal “massacro” in rimonta inflitto alla Juventus. Napoli e Milan sono in un momento eccellente. Spettacolo assicurato.

IL GRIFONE
Naviga in brutte acque il vecchio e glorioso Genoa, uno dei più antichi club italiani, fondato nel 1893, vincitore di nove scudetti dal 1898 al 1924 prima della serie A a girone unico iniziata nel 1929. Ultime stagioni sempre in pericolo. L’anno scorso, terzultimo con l’Empoli a quota 38, si salvò dalla retrocessione per la migliore differenza reti (-19) rispetto ai toscani (-40). Gli ultimi sprazzi con Gian Piero Gasperini, quinto nel 2008-09 con Diego Milito ed El Shaarawy in attacco, sesto nel 2014-15 con Perin, Pinilla, Burdisso, Diego Perotti, Santana, Pavoletti, Matri.

GIOCHI PERICOLOSI
Dai Giochi Preziosi, la holding di famiglia, ai giochi pericolosi col Genoa, per l’avellinese Enrico Preziosi, 72 anni, figlio di un orefice e di una maestra, è al tramonto l’avventura alla testa del club genovese. Prese il Genoa, appena retrocesso in serie C e poi ripescato in B, per 22 milioni nel 2003.
Diciassette anni al comando. Dallo scorso anno ha messo in vendita il club rossoblù. Quand’era presidente del Como, lo staff tecnico fece un provino a Lionel Messi, che aveva quindici anni, scartandolo per gracile costituzione: l’affare mancato di Preziosi, abile nelle cessioni.
Le più recenti: Pjatek al Milan per 35 milioni, Laxalt alla stessa società rossonera per 14, Perin alla Juve per 12 (poi rientrato al Genoa), Simeone alla Fiorentina per 15, Pietro Pellegri al Monaco per 31. Grazie alle ultime plusvalenze, Preziosi ha sanato il bilancio in rosso del Genoa. Si calcola che, negli ultimi dodici anni, Preziosi abbia realizzato 300 milioni in plusvalenze.

PANDEV

Sempre sulla breccia il vecchio Pandev, 37 anni, 594 partite, 137 gol, primatista per presenze (108) e gol (34) nella nazionale macedone. Da cinque anni al Genoa dispensando ancora i lampi della sua classe. Quest’anno otto reti firmando i successi sul Cagliari (1-0) e sul Sassuolo (2-1), sei punti preziosi per il Genoa. Tre campionati nel Napoli, dal 2011 al 2014, che lo prese per 7,5 milioni di euro dopo le stagioni alla Lazio e all’Inter, e un breve intervallo al Galatasaray, firmando 19 gol, una doppietta alla Juventus nel fantastico 3-3 al San Paolo del 29 novembre 2011. Puntuale marcatore azzurro proprio nelle partite contro il Genoa: quattro gol al Grifone, doppietta decisiva a Marassi nel 2-0 del 28 novembre 2013.

BEHRAMI
Lunga vita allo svizzero Valon Behrami, capelli argento, 35 anni, un altro ex azzurro nelle file genoane, preso in gennaio dopo quattro partite nel Sion. Due campionati nel Napoli, dal 2012 al 2014, nessun gol in 54 partite, in tandem a centrocampo con Inler. Giocatore di sostanza ed esperienza.

GENOA-NAPOLI 1-2 (0-1)

NAPOLI (4-3-3): Meret; Hysaj, Manolas, Maksimovic, Maio Rui; Fabian Ruiz (86’ Allan), Lobotka, Elmas (82’ Zielinski); Politano (63’ Lozano), Mertens (63’ Milik), Insigne (82’ Younes).

GENOA (3-5-2): Perin; Goldaniga, Zapata, Masiello; Biraschi (82’ Ghiglione), Cassata (71’ Iago Falque), Schone, Behrami (63’ Lerager), Barreca; Pinamonti (82’ Favilli), Sanabria (71’ Pandev).

ARBITRO: Mariani (Aprilia).

RETI: 45’+1’ Mertens, 49’Goldaniga, 66’ Lozano.

9/7/2020
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