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Cronaca
Lutto nella boxe napoletana
di Adriano Cisternino (da: Roma del 04.07.2020)
Ottomila spettatori o giù di lì l'ormai ex-Palargento (chiuso dal 1998) li ha raccolti una sola volta nella sua storia. Accadde in occasione del match Lamagna-Duran, titolo italiano dei pesi medi di pugilato. Un record rimasto insuperato.

Mario Lamagna era il cuore di Napoli pugilistica in tempi in cui la boxe trascinava migliaia di appassionati intorno al ring. Se n'è andato ieri dopo lunga malattia all'età di settantanove anni.

Non era un fuoriclasse, Mario, il rosso dell'Arenella, ma era un pugile generoso, mai domo, e soprattutto aveva il raro dono del colpo da kappaò. Mancino, sempre all'attacco, il suo sinistro quando arrivava non perdonava, era soporifero, e l'avversario si ritrovava inesorabilmente al tappeto, spesso per il conto totale.

La gente non chiedeva di più per esaltarsi, la boxe – la vera boxe – è sempre stata questa, la tecnica è bellissima ma il kappaò è l'emozione che esalta, il tuffo al cuore dello spettacolo del ring, e Mario esaltava la gente perché la gente sapeva che quando c'era lui sl ring il kappaò era sempre in agguato.

Peso medio naturale, la più classica delle categorie - quella dei Benvenuti e Mazzinghi - Mario era uno dei tanti campioni emersi dalla storica palestra Fulgor del maestro Geppino Silvestri, quella di via Roma 402, interno palazzo in un sottoscala, la stessa che poi produsse i Cotena e gli Oliva.

Mario apparteneva ad una generazione precedente. Sfiorò la partecipazione olimpica a Tokio 1964 dove gli fu preferito il ligure Valle, non senza strascichi polemici. Il titolo italiano fu lo sbocco quasi immediato della carriera professionistica dove per sua sfortuna s'imbattè in una serie di fuoriclasse europei. A cominciare da Carlos Duran, perticone argentino, italiano per matrimonio, pugno quasi zero (al contrario di Mario) ma grande tecnica di braccia e di gambe.

Nella concitata vigilia intervenne anche Omar Sivori, argentino anche lui e all'epoca idolo dei calciofili napoletani. Vinse ai punti Duran che poi scalò l'europeo, mentre Mario raggiunse il tricolore battendo Patruno a Caserta.

La sua boxe spettacolare lo portò in giro per l'Europa contro i migliori, incontrò gente del calibro di Kechichan a Parigi, Gratien Tonna due volte a Montecarlo, Tom Bogs a Copenaghen, tutta gente di statura mondiale.

Lamagna ha sicuramente caratterizzato un'epoca felice del pugilato napoletano. Sceso dal ring, trovò serenità sociale con un posto in banca e con la moglie Rosaria e i tre figli, Massimo, Vincenzo e Michela che gli sono stati accanto fino a ieri.

4/7/2020
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