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Recensioni
La Rivincita, di Leo Muscato
di Giovanna D'Arbitrio

La Rivincita, primo film di Leo Muscato, autore teatrale, tratto dall’omonimo romanzo di Michele Santeramo (Ed. Baldini + Castoldi), opera già messa in scena a teatro dallo stesso Muscato, si attiene alla trama del libro che così viene descritto: “Tra le murge pugliesi bruciate dal sole e battute dal vento, due fratelli diventano involontari protagonisti di un incubo. A Vincenzo espropriano parte della terra per consentire il passaggio della ferrovia mentre Sabino, il fratello, lo rovina finanziariamente. Questi fatti innescano una serie di conseguenze tragicomiche, nelle quali la forza primitiva del legame familiare ("Se non ci aiutiamo in mezzo a noi") li porta a lottare insieme per la sopravvivenza. 


 


In un viaggio vorticoso fra baristi cravattari, avvocati falchi, burocrati ladri e ottusi, i due contadini rispondono a ogni colpo della vita con coraggio: "Mai ti devi rassegnare, mai!" L'espediente di Marta per aggirare l'infertilità del marito Vincenzo causata dall'uso di pesticidi, il ricorso al gioco della cognata Angela, come ultima risorsa e anche il sangue venduto come merce, sono lo specchio impietoso della realtà italiana contemporanea e alla fine della discesa all'inferno i due fratelli riusciranno a trovare la propria rivincita contro la "porca miseria". "Perché la miseria fa veramente schifo, te lo dico io."  


 


Anche il film inizia in uno scenario campestre, degradato e squallido, dove vivono due fratelli, Vincenzo (Michele Cipriani) e Sabino (Michele Venitucci) e le loro rispettive compagne Maja (Deniz Ozdogan)e Angela (Sara Putignano). 


 


Quattro esistenze, misere e precarie: Vincenzo che tira a campare coltivando la terra ereditata dal padre e quando essa viene espropriata dal demanio per far posto a una superstrada, chiede alla moglie incinta di rinunciare al bambino; Sabino che gestisce un chiosco di fiori davanti al cimitero, è pieno di debiti e non riesce a mantenere dignitosamente figlio e moglie. E così cadono in balia di spietati usurai, smerciando veleni agricoli o finiscono a vendersi il sangue. Vincenzo medita perfino di vendersi un rene. Pentita dell’aborto, Maja, pur di avere un figlio, fa una scelta estrema che rischia di far precipitare tutti in maggior caos e sofferenze.


 


Senz’altro ispirato da tante storie vere come il libro omonimo, il film oscilla tra realismo e matrice teatrale, poiché regista e interpreti provengono tutti dal teatro. E anche se il regista prova ad offrire uno spaccato d’epoca veritiero sui nuovi poveri del Sud, tuttavia non trova il tono giusto, forse per i diversi passaggi dal libro alla pièce teatrale e infine allo schermo 


 


La pellicola appare quindi come un mix di generi oscillanti tra melodramma, farsa e black comedy, pur nel tentativo di descrivere una realtà fatta di bollette, debiti, tasse e quant’altro, soprattutto al Sud dove Vincenzo e Sabino vorrebbero soltanto una vita normale focalizzata sulla serenità degli affetti familiari e su un lavoro dignitoso.


 


Ed ecco il trailer del film, disponibile gratis su RayPlay (Ray Cinema) in seguito al lockdown per il Covid 19, insieme ad altre pellicole:



21/6/2020
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