Calcio
Champions ed Europa League, una ripresa difficile
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 06.04.2020)
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È assai improbabile che i campionati nazionali, sospesi in tutto il mondo per il coronavirus, possano concludersi, quelli europei sforando in luglio/agosto. I problemi sarebbero tanti permanendo lo stato di allarme per il contagio pur se dovessero essere ridotte le costrizioni.
Se luglio fosse disponibile per riprendere l’attività agonistica, sarebbe una conclusione di stagione a tappe forzate, con dodici giornate da smaltire e partite ogni tre giorni, a parte la ripresa problematica della preparazione dei calciatori dopo uno stop di quattro mesi.
Meglio pensare alla stagione prossima anche se la cancellazione di quella in corso avrà ripercussioni economiche sui club. Il calcio professionistico italiano ci rimetterebbe 700 milioni di euro.
In luglio potrebbero andare a conclusione la Champions e l‘Europa League con quattro turni da giocare, ma da smaltire in poco tempo. Sorgerebbe però un problema per la stagione successiva.
Con i campionati nazionali bloccati e ovviamente cancellati, quali dovrebbero essere le squadre ammesse in Champions ed Europa League per la stagione 2020-2021?
Logica vorrebbe, senza forzare i tempi e nell’incertezza che la “
guerra” al coronavirus sia veramente conclusa, che Champions ed Europa League concludano nel 2020-21 il percorso interrotto agli ottavi. I nuovi campionati designerebbero poi le squadre per la stagione europea 2021-2022.
PREVISIONI
Si fanno previsioni ottimistiche per il ritorno del calcio negli stadi in estate. Saranno possibili partite a porte aperte? È incerta la risposta del pubblico dopo le pesanti privazioni della quarantena.
Andare alle partite costa e non saranno floride le tasche dei tifosi annunciandosi una pesante recessione.
Sarà una conclusione solo televisiva dei tornei con restrizioni totali o parziali dell’affluenza del pubblico negli stadi?
C’è poi da riprogrammare le trasferte, impegno complesso, ristretto come sarebbe in poco tempo. E si giocherà in quelle città profondamente colpite per il numero dei morti? Non ci sarà certo lo spirito per riappassionarsi al pallone.
Il danno economico che il calcio subirà per la stagione interrotta dal coronavirus rientra nel quadro più generale e pesante dell’economia mondiale che uscirà scossa dalla pandemia.
Questo danno non può essere assolutamente motivo per una forzata conclusione di questa stagione agonistica. Si troveranno rimedi, escludendo però che il calcio debba essere un settore privilegiato. Le esigenze del dopo-pandemia saranno ben altre e più urgenti.
CHAMPIONS
La Champions League è ferma agli ottavi di finale portati a termine da sole quattro squadre.
Già qualificati per i quarti l’
Atletico Madrid (1-0 in casa e 3-2 ai supplementari contro il Liverpool), il
Paris Saint Germain (2-0 in casa e 2-1 contro il Borussia Dortmund), l’
Atalanta (4-1 in casa e 4-3 al Valencia), il
Lipsia (3-0 in casa e 1-0 al Tottenham).
Sono rimaste in sospeso dopo la prima gara:
Juventus-Lione (0-1 all’andata in Francia),
Barcellona-Napoli (1-1 al San Paolo),
Manchester City-Real Madrid (2-1 a Madrid),
Bayern-Chelsea (3-0 a Londra).
L’accoppiamento dei quarti sarà decisa per sorteggio a Nyon.
Nella stagione 2018-19, i quarti di finale promossero il Tottenham (1-0 in casa e 3-4 col Manchester City), l’Ajax (1-1 in casa, 2-1 a Torino contro la Juventus), il Barcellona (3-0 in casa, 1-0 fuori contro il Manchester United), il Liverpool (2-0 in casa, 4-1 fuori col Porto).
La finale, giocata l’1 giugno a Madrid, laureò campione d’Europa il Liverpool che batté il Tottenham 2-0.
Negli anni Duemila il
Real Madrid è stato campione d’Europa sei volte (2000, 2002, 2014, 2016, 2017, 2018), il
Barcellona quattro volte (2006, 2009, 2011, 2015), il
Bayern due volte (2001 e 2013), il
Milan due volte (2003 e 2007), il
Liverpool due volte (2005 e 2019). Una volta campioni d’Europa il
Porto (2004), il
Manchester United (2008), l’
Inter (2010), il
Chelsea (2012).
Il
Napoli non ha mai superato gli ottavi. Nella Coppa dei campioni 1990, eliminato dallo Spartak Mosca (0-0 al San Paolo, 3-5 ai rigori a Mosca). Nella Champions 2012, eliminato dal Chelsea (3-1 a Napoli, 1-4 ai supplementari a Londra). Nella Champions 2017, eliminato dal Real Madrid (1-3 in Spagna, 1-3 al San Paolo).
EUROPA LEAGUE
Anche il secondo torneo europeo è fermo agli ottavi di finale. Due partite non si sono giocate:
Inter-Getafe e
Siviglia-Roma. Hanno giocato solo la partita di andata il Basilea (3-0 all’Eintracht Francoforte), il Manchester United (5-0 al Lask), lo Shacktar (2-1 al Wolfsburg), il Bayer Leverkusen (3-1 ai Rangers), il Copenaghen (1-2 dall’Istanbul Basaksehir), il Wolverhampton (1-1 con l’Olympiakos).
Negli anni Duemila si è giocata la Coppa Uefa sino al 2008, poi diventata Europa League nel 2009. Il
Siviglia ha vinto cinque volte (2006, 2007, 2014, 2015, 2016). Tre volte l’
Atletico Madrid (2010, 2012, 2018). Due volte il
Chelsea (2013 e 2019). Due volte il
Porto (2003 e 2011). Una volta hanno vinto il
Galatasaray (2000), il
Liverpool (2001), il
Feyenoord (2002), il
Valencia (2004), il
Cska Mosca (2005), lo
Zenit San Pietroburgo (2008), lo
Shakhtar (2009), il
Manchester United (2017).
Inter-Lazio 3-0 è stata la finale 1998, ultima apparizione di squadre italiane nel match conclusivo.
Nell’Europa League, il
Napoli è giunto alle semifinali nel 2015 (1-1 in casa, 0-1 fuori col Dnipro). Nel 2019 si è fermato ai quarti (0-1 al San Paolo, 0-2 a Londra con l’Arsenal). Nel 2014, eliminato agli ottavi (2-2 in casa, 0-1 fuori col Porto).
Nel 2014-15, il Napoli di
Benitez arrivò alla semifinale vincendo il girone (4 vittorie, un pareggio, una sconfitta) che comprendeva Sparta Praga, Slovan Bratislava e Young Boys.
Nei sedicesimi, il Napoli superò il Trabzonspor (4-0 in Turchia, 1-0 al San Paolo). Negli ottavi eliminò la Dinamo Mosca (3-1 in casa, 0-0 in Russia).
Nei quarti, superò il Wolfsburg (4-1 fuori, 2-2 al San Paolo).
Nella semifinale d’andata contro il Dnipro, Benitez schierò col 4-2-3-1: Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; Jorginho, David Lopez (71’ Gargano); Callejon (76’ Gabbiadini), Hamsik, Insigne (81’ Mertens); Higuain.
Nel match di ritorno a Kiev, la difesa rimase immutata, a centrocampo David Lopez (79’ Henrique) e Inler, in attacco Callejon, Gabbiadini (55’ Hamsik), Insigne (61’ Mertens) alle spalle di Higuain.
BILANCIO
Il Napoli ha giocato 57 partite in Coppa dei campioni/Champions con 25 vittorie, 18 pareggi, 14 sconfitte, 90 gol all’attivo, 66 al passivo. In Coppa Uefa /Europa League, 108 partite, 47 vittorie, 29 pareggi, 32 sconfitte, 156 gol segnati, 113 subiti.
LA VITTORIA Il successo più prestigioso del Napoli in Europa è stato il 2-0 inflitto al Liverpool campione europeo in carica il 17 settembre 2019 al San Paolo nel girone di qualificazione della Champions.
Era il Napoli di
Carlo Ancelotti che schierò (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan (75’ Elmas), Fabian Ruiz, Insigne (66’ Zielinski); Lozano (68’ Llorente), Mertens.
Il Liverpool di Klopp schierò (4-3-3): Adrian; Alexander-Arnold, Matip, Van Dijk, Robertson; Henderson (87’ Shaqiri), Fabinho, Milner (66’ Wijnaldum); Salah, Firmino, Mané.
Il Napoli conquistò la vittoria negli ultimi dieci minuti col rigore di Mertens all’81’ e il gol di Llorente al 92’.
MERTENS GOLEADOR
Dries Mertens con 26 gol in 65 partite è il cannoniere azzurro nelle competizioni europee (22 gol in Champions). Seguono Cavani (19 gol), Hamsik (16), Altafini, Higuain e Insigne (15), Callejon (12), Canè (10), Milik (9).
Marek Hamsik vanta il maggior numero di presenze (80) nelle competizioni europee, seguito da Callejon (68), Mertens (65), Insigne (59), Maggio (53), Koulibaly (49), Albiol (44), Allan (42), Ghoulam (39).
DEBUTTO AZZURRO
Il Napoli che vanta 2 partecipazioni alla Coppa dei campioni, 7 alla Champions, 2 alla Coppa delle coppe, 4 alla Coppa delle Fiere, 13 alla Coppa Uefa e 7 all’Europa League, ha debuttato in campo internazionale nella Coppa Europa 1934-35, avversario l’Admira di Vienna.
La squadra azzurra si era classificata terza in campionato e acquisì il diritto a partecipare alla competizione europea con Juventus (prima), Ambrosiana (seconda) e Bologna (quarto).
Come racconta Gianni Nicolini nel primo libro apparso nel 1968 sulla storia del Napoli, il Napoli giocò la prima partita al Prater di Vienna (18 giugno 1934).
Il Napoli di Garbutt schierò: Cavanna; Vincenzi, Castello; Mongero, Colombari, Rivolta; Visentin, Vojak, Sallustro, Rossetti, Ferraris II. Gli azzurri strapparono un magnifico 0-0 che fece ben sperare per la gara di ritorno.
L’Admira, maglie bianconere, vincitrice di cinque campionati austriaci, era una delle più forti squadre danubiane. Stadio Partenopeo gremito per la seconda partita. Il Napoli andò in vantaggio con un gol stupendo di Sallustro e raddoppiò su rigore con Vojak. La squadra si rilassò e gli austriaci rimontarono 2-2. Fu necessaria la “bella” che si giocò a Zurigo, Napoli battuto 5-0.
Successivamente, l’Admira eliminò la Juventus in semifinale: 3-1 al Prater, 1-2 a Torino. Gli austriaci cedettero in finale al Bologna: 3-2 in casa, 1-4 in Italia.
COPPA DELLE COPPE
Debutto del Napoli in Coppa delle coppe nel 1962. Prima trasferta nella sconosciuta città di Bangor, in Galles. Il Napoli con Corelli e Fraschini, Ronzon e Tomeazzi, Girardo e Tacchi. I gallesi vinsero 2-0. Il Napoli pareggiò il conto nel ritorno (3-1) con i gol di Mariani, Tacchi e Fanello. La “bella” si disputò a Londra. Una doppietta di Humberto Rosa (2-1) promosse il Napoli.
Viaggio a Budapest, 1-1 con l’Ujpest e 1-1 anche a Napoli, spareggio a Losanna e vittoria azzurra (3-1, gol di Fanello, Ronzon e Tacchi). Nei quarti di finale l’Ofk di Belgrado: 0-2 in Jugoslavia, 3-1 a Napoli. Ancora una “bella” e fine dell’avventura a Marsiglia. Gli jugoslavi vinsero 3-1.
Di nuovo in Coppa delle coppe, nel 1977, sino alla semifinale. Lungo viaggio verso i ghiacci del Circolo polare artico, a Bodoe, sul mar di Norvegia, puzza di pesce ovunque e sole che non tramontava mai, seicento chilometri a sud di Capo Nord. Doppietta di Speggiorin (2-0). A Napoli, fu Massa a sistemare i norvegesi (1-0).
Secondo turno coi ciprioti dell’Apoel. Pareggio a Nicosia (1-1) con un rigore di Savoldi, vittoria netta al “San Paolo” con Speggiorin e Massa (2-0).
Terza tappa, in Polonia. Contro il Wroclaw di Zmuda, battitore libero famoso e roccioso, che venne poi a giocare nel Verona e nella Cremonese, la difesa azzurra resse (0-0). C’era Favaro in porta. A Napoli, 2-0 siglato da Massa e Chiarugi.
Il Napoli raggiunse la semifinale della Coppa delle coppe, traguardo storico. Non era mai andato così avanti nelle Coppe europee. Ci riuscì Pesaola. Un gol di Bruscolotti sistemò l’Anderlecht (1-0) al “San Paolo”. Il ritorno a Bruxelles fu una dannazione, al “Park Astrid”. Scesero in campo: Carmignani; La Palma, Vavassori; Burgnich, Catellani, Vinazzani; Massa, Juliano, Savoldi, Esposito, Speggiorin.
L’allenatore dei belgi, Goethals, promise al Napoli cinque gol. Bruscolotti bloccò la temibile ala Rensenbrink, uno dei due olandesi dell’Anderlecht, con Haan. Bloccata anche la mezzala Coeck, fonte del gioco belga. Il Napoli sfoderò una prima mezz’ora da favola. Segnò Speggiorin, ma l’arbitro cominciò a cacciarci indietro. Gol annullato, inspiegabilmente.
Il direttore di gara era il britannico Matthewson, rappresentante in Inghilterra della birra belga Bellevue, sponsor dell’Anderlecht. Fu tutto chiaro. Speggiorin colse una traversa. Il sogno finì con i gol di Thissen e di Van del Elst (2-0). L’Anderlecht, poi, perse la finale con l’Amburgo.