Calcio
Un anno di calcio ricordandone
i protagonisti dai migliori ai peggiori
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 31.12.2019)
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INFERNO
Giacomelli – Il lungagnone arbitro di Trieste (1,92) sbaglia clamorosamente in Napoli-Atalanta. Non decide sullo scontro in area atalantina fra Kjaer e Llorente, né rigore, né punizione a favore dell’Atalanta. Il gioco prosegue e la squadra bergamasca pareggia (2-2). Sbugiardato dal designatore arbitrale Rizzoli e fermato per tre turni.
Ancelotti – Dopo avere conquistato un secondo posto col punteggio più basso degli ultimi quattro anni (79 punti), facendo continui esperimenti senza mai giungere a costruire un suo Napoli, alla seconda più deludente stagione azzurra infila una serie di sette partite senza vittoria (cinque pareggi) e viene esonerato.
Spalletti – L’eremita toscano di Certaldo Luciano Spalletti, 60 anni, nove milioni netti per i prossimi due anni da esonerato dell’Inter, allenatore migratorio, Empoli, Sampdoria, Venezia, Udinese, Ancona, Roma, Zenit San Pietroburgo, Inter, non trova pace, ma trova danari a palate.
Fabian Ruiz – Brucia nelle fiamme del desiderio lo spagnolo che vuole tornare in Spagna, il Real Madrid offrirebbe al Napoli 70 milioni di euro, più del doppio di quanto De Laurentiis sborsò per averlo dal Betis Siviglia (30 milioni). Un tiro mancino.
Younes – Disperso tra le volpi del deserto, correndo sino a dribblare se stesso, è Amin Younes di Düsseldorf, tedesco con cittadinanza albanese, uno dei piccoletti (1,68) azzurri, 26 anni, ala a zig-zag, col segno di tre gol nel 4-2 all’Udinese (prima rete), nel 4-1 all’Olimpico contro la Roma (ultimo gol) e nel 2-0 a Frosinone (seconda rete). Scintille.
Samir Khiat – All’inferno senza ritorno Samir Khiat, agente di Nicolas Pepé, l’attaccante tecnica e velocità del Lilla (35 gol in 74 partite), nato in Francia da genitori ivoriani, promesso al Napoli per 60 milioni, con sbarco da autentica sceneggiata a Dimaro, poi ceduto all’Arsenal per 80 milioni.
Megan Rapinoe – La californiana ala della nazionale Usa femminile, campione del mondo 2019 in Francia, è tra le persone più famose che ha mandato Trump all’inferno in un memorabile discorso a New York.
PARADISO
Pesaola – L’ineguagliabile petisso, cuore azzurro come nessuno. Oggi avrebbe 94 anni. È scomparso nel 2015. Ala sinistra al Vomero (240 partite, 27 gol). I suoi cross lanciavano a rete Jeppson e Vinicio. Da allenatore piazza per la prima volta il Napoli al secondo posto (1968), disputa una semifinale europea (Coppa delle coppe 1977), vince una Coppa Italia (1962). Riporta il Napoli in serie A (1962), strappa una eroica salvezza (1983).
Di Lorenzo – Grande acquisto. Ventisei anni, difensore che sfonda sulla fascia destra (cominciò a giocare da attaccante). Da appena un anno in serie A, un affarone, costato 8 milioni, già nel giro della nazionale. Un gol alla Juventus.
Vigorito – Oreste Vigorito, ercolanese, 73 anni, laureato in giurisprudenza e considerato il padre dell’energia eolica, imprenditore di successo e di danari, ha preso il Benevento in C2 nel 2006 col fratello Ciro, scomparso e al quale è dedicato lo stadio. In tredici anni ha portato il club giallorosso ai massimi livelli. Sta riportando il Benevento in serie A dopo l’apparizione della squadra sannita nel massimo campionato 2017-18.
Mario Rui – Il portoghese Mario Rui, 28 anni, bistrattato e di aspetto non affascinante, 74 presenze col Napoli, mai titolare, merita un posto in paradiso per la semplicità con cui accetta il suo destino azzurro e l’impegno con cui onora le sue gare.
Meret – Alex Meret, 22 anni, udinese, 1,90, si iscrive di diritto e di parate nella scia dei portieri del Napoli, aspirante erede di Zoff. Poco appariscente, al contrario di Castellini, Bugatti, Garella, è essenziale.
Milik – Martire e santo. Fermato da due infortuni (8 ottobre 2016 al legamento crociato anteriore sinistro; 23 settembre 2017 al legamento crociato anteriore destro) soffre e risorge. 43 gol in 98 partite col Napoli (7 reti in Champions), più forte della sua sfortuna. Venticinquenne, centravanti di movimento. Il Napoli l’ha prelevato dall’Ajax per 32 milioni.
Diletta Leotta – L’angelo del nostro paradiso televisivo. Catanese, 28 anni,
comme facette mammesa si sa, nce mettette tutt’’e ccose. Invidiata dalla vestale Rai Paola Ferrari (59 anni) e da Caterina Collovati (57). Sulle passerelle di Miss Muretto 2006 e Miss Italia 2009 senza raccogliere consensi, appare in tv ad Antenna Sicilia nel 2010 bruciando poi tutte le tappe, da Mediaset a meteorina Sky, reginetta della Serie B su Sky, regina bionda su Dazn. Se la incontri, non la eviti.
Mertens – Il folletto azzurro con 118 gol può toccare il paradiso superando il record assoluto di Marek Hamsik (121 reti), super-cannoniere della storia del Napoli.
Nino Daniele – De Magistris esonera l’uomo più colto (laurea in filosofia) della giunta comunale, 66 anni, da mezzo secolo in politica con impegno, garbo, passione. Gli spetta il paradiso come minimo risarcimento.
José Alberti – L’argentino di Marechiaro il paradiso l’ha intravisto incontrando Papa Francesco. Si sono riabbracciati dopo 59 anni. Si erano conosciuti al tempo del San Lorenzo de Almagro, la squadra argentina di Alberti giovane calciatore, tifoso del San Lorenzo il Papa che possiede la tessera associativa del club numero 88235N-o.
Gaetano – Il 2019 è stato l’anno di Gianluca Gaetano, 19 anni, di Cimitile, con l’esordio in prima squadra nella partita di Coppa Italia (13 gennaio) che il Napoli ha vinto contro il Sassuolo (2-0). Pochi minuti finali al posto di Milik. Bel portamento, centrocampista di fascia con propensioni offensive. Nel Napoli a tredici anni, gran protagonista con le squadre giovanili azzurre (60 gol in 117 partite).
Luperto – Il corazziere leccese Giancluca Luperto, 23 anni, 1,90, con 27 presenze in maglia azzurra può già considerarsi un giovane-anziano del Napoli, esordio il 25 agosto 2018 nella vittoriosa partita sul Milan (3-2) al San Paolo entrando al 73’ al posto di Mario Rui.
Leo Messi – Nel 2019 conquista il sesto pallone d’oro (il primo nel 2009) facendo infuriare Cristiano Ronaldo, fermo a cinque. Dieci campionati e quattro Champions vinti col Barcellona, 715 gol in carriera contro i 714 di CR7, più giovane di due anni di Ronaldo (32 anni).
Mancini – Con undici vittorie di fila fissa un record con la nazionale. Marchigiano di Jesi, 55 anni, Roberto Mancini ha allenato Fiorentina, Lazio, Inter, Manchester City, Galatasaray, Zenit di San Pietroburgo per un totale di 730 partite con una percentuale del 54,52 di vittorie.
PURGATORIO
De Laurentiis - Il migliore imprenditore di calcio che il Napoli abbia mai avuto, ma pessimo carattere. Sbaglia tre allenatori su otto: Ventura, Donadoni, Ancelotti. Bilanci in ordine e Napoli sulla scena europea. Esonera Ancelotti dopo sette partite senza vittoria (cinque pareggi). Aveva già fiutato il fallimento accordandosi con Gasperini alla fine del campionato scorso. Non se ne fece nulla, rimase Ancelotti.
Lozano – Più nuvole che Messico. Pagato 42 milioni, finiti nelle casse del Psg Eindhoven, delude. Doveva essere la freccia azzurra, non si fionda mai. Segna un gol inutile alla Juventus (4-3 per i bianconeri). Segna al Salisburgo e al Milan (due pareggi). Compare, scompare. L’asso messicano resta nella manica.
Insigne – Si offusca la stella di Lorenzo il Magnifico. Si diverte in nazionale, patisce col Napoli. Non trova posizione nel 4-4-2 di Ancelotti. Il tiro a giro non centra più l’incrocio. Mette il broncio, si ammutina. Se ne attende la riscossa.
Cristiano Ronaldo – Sono il più bello e il più forte. Così dice. Condannato nel girone dei superbi. Perde il Pallone d’oro negli ultimi due anni, dietro Messi e poi dietro Modric, e si rifugia a Dubai per un premio di consolazione. Viene celebrato per il gol di testa alla Sampdoria librandosi a 2,56 metri. Per averlo, la Juventus ha investito quasi 400 milioni: 105 per prenderlo dal Real Madrid, 54 milioni lordi l’anno (31 netti al giocatore) per quattro anni.
Koulibaly – Regge fino a un certo punto l’alibi di avere perduto il suo angelo custode (Albiol). Latita uno dei più forti difensori. Regala alla Juventus con un autogol la rete del 4-3 di Torino a inizio campionato dopo che, sul campo bianconero, era stato l’indomito guerriero che aveva siglato l’1-0 al 90’ il 22 aprile 2018.
Giuntoli – Fiorentino, 47 anni, direttore sportivo del Napoli fino al 2024, paga per non avere esaudito il desiderio di Ancelotti mancando l’acquisto di James Rodriguez, ma può rifarsi regalando a Gattuso Ricardo Rodriguez, il difensore svizzero del Milan, 27 anni. Abile venditore ha piazzato Verdi al Torino (25 milioni), Diawara alla Roma (21), Roberto Inglese al Parma (20), Rog al Cagliari (15), Vinicius al Benfica (17) per 98 milioni complessivi, più di una Champions.
Callejon – Dieci milioni ben spesi per José Maria Callejon alla settima stagione nel Napoli, appena sei partite saltate nei sette campionati in azzurro. Equilibratore disequilibrato da Ancelotti. Un declino annunciato? Ridargli entusiasmo perché finisca in bellezza la permanenza napoletana.
Rino Gattuso – Il calabrese Rino Gattuso, ex molosso di centrocampo, se uno nasce quadrato non muore tondo, giunge nel purgatorio delle anime perse di Ancelotti per dare dignità alla stagione azzurra. Sono 202 le sue panchine (79 vittorie, 64 pareggi, 59 sconfitte) tra Sion, Palermo, Pisa, Milan, Napoli.
Ghoulam – 179 partite col Napoli, ora nel purgatorio degli infortunati. Il primo crac contro il Manchester City (1 novembre 2017), rottura del legamento crociato del ginocchio destro. Il 9 febbraio 2018 la ricaduta, un infortunio in allenamento riportando la frattura trasversale della rotula dello stesso ginocchio.
Zielinski – Resta nel purgatorio degli incompiuti. Il fuoriclasse, pronosticato da Sarri, che non è mai diventato. Al quarto anno nel Napoli (165 partite, 21 gol) senza lasciare il segno. Preso dall’Udinese per 15 milioni più il passaggio di Zuniga al club friulano, non si sa oggi quanto possa valere.