Recensioni
60 anni giocati bene in città, quartieri, borghi
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 24.12.2019)
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Sessant’anni giocati bene “
in ogni città, in ogni quartiere, in ogni villaggio”, come scrisse Antonio Ghirelli, il maestro di tutti noi.
Ai sessant’anni della Lega nazionale dilettanti, fondata il 2 agosto 1959, Salvatore Colonna ha dedicato un delizioso libretto di cifre e ricordi, pubblicato dalle Edizioni Scientifiche e Artistiche.
Salvatore Colonna con barba risorgimentale e viso allegro, portiere della formazione giovanile del Cavone ai suoi tempi di calciatore, è stato, nomen omen, una colonna della Lega dilettanti che è la componente più numerosa della Federcalcio, “
la base della piramide del calcio italiano”, 14mila società, un milione e 200mila giocatori, 200mila dirigenti, settantamila squadre.
Due nomi a noi vecchi seguaci del pallone saltano agli occhi, quelli di Ottorino Barassi e di Carlo Di Nanni.
Barassi, napoletano del 1898, è stato il primo presidente della Lega dilettanti sino al 1971 quando perì in un tragico incidente. Carlo Di Nanni, nostro santo e protettore, ingegnere, arbitro, dirigente e giornalista al curaro, è stato il presidente della Commissione che diede vita alla Lega dilettanti, poi vicepresidente della stessa.
Ottorino Barassi è una leggenda del calcio italiano. Trasferitasi la sua famiglia a Cremona, tifoso della Cremonese.
Primo presidente della Federcalcio dopo l’ultima guerra (1946). Pare che salvò la Coppa Rimet, vinta dalla nazionale italiana nel 1934 e 1938, dalla razzia dei tedeschi nascondendola in casa sua.
A Ottorino Barassi è intitolato il piccolo stadio di Secondigliano in via Cupa dell’Arco, realizzato nel 1960 in occasione dei Giochi del Mediterraneo a Napoli, poi chiuso per vicende varie e riaperto nel 2005 proprio da Salvatore Colonna, presidente del Comitato regionale campano per dodici anni, dal Duemila. “Questo stadio ha un alto impatto morale e sociale” disse il dirigente napoletano al ripristino della struttura dove oggi giocano 300 calciatori di quindici società.
Nella successione dei nove presidenti della Lega dilettanti, da Barassi a Carlo Grassi, Artemio Franchi, Antonio Ricchieri, Elio Giulivi, Carlo Tavecchio, Felice Belolli e Antonio Cosentino che hanno retto per breve tempo la Lega, per finire a Cosimo Sibilia in carica dal 2017, eletto con l’unanimità dei consensi, figlio del più originale presidente di calcio degli anni Settanta, Antonio Sibilia, che costruì l’Avellino che poi giocò in serie A per dieci anni, in questa galleria di dirigenti un posto d’onore spetta a Carlo Tavecchio.
Il dirigente comasco di Ponte Lambro ha guidato la Lega dilettanti per 15 anni, dal 1999, e a lui la Lega deve molto, dalla rinascita della nazionale dilettanti ai campi in erba artificiale, all’autofinanziamento della Lega attraverso grandi sponsorizzazioni, un dirigente dinamico e rivoluzionario che raggiunse importanti traguardi sportivi ed economici prima d’essere eletto presidente della Federcalcio nel 2014.
Nella Lega campana dilettanti, lanciata da Carlo Di Nanni, si sono succeduti Aniello Mazza, Vincenzo Montuori, Alfredo Buongiorno in carica per 16 anni, Ludovico Feole, Guglielmo Scarlato, Cosimo Sibilia eletto a 35 anni, Salvatore Colonna, per brevi periodi Vincenzo Pastore e Salvatore Gagliano, Carmine Zigarelli in carica.
Di ognuno c’è nell’opuscolo il dettagliato percorso.