Calcio
A Udine un test valido solo per Ancelotti
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 07.12.2019)
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Dodici punti in meno dell’anno scorso.
Se il Napoli ne avesse conquistato almeno la metà, sarebbe ora a due soli punti dalla zona Champions. Inter, Lazio, Roma e Atalanta che precedono il Napoli sono migliorate meno di quanto ha perso la squadra azzurra: Inter +8 punti, Lazio +6, Roma +8, Atalanta +7. Il Cagliari è migliorato di 12 punti. La Juventus ha 4 punti in meno.
L’anno scorso, il primo Napoli di Ancelotti si è piazzato secondo per la scarsa concorrenza alla piazza d’onore. Oggi, non solo il Napoli è peggiorato, ma ci sono sei squadre in corsa per i primi quattro posti.
La qualificazione alla prossima Champions è ad alto rischio. Sarà un vuoto di introiti (premi europei e diritti tv) che inciderà pesantemente sul bilancio del club azzurro. Una prospettiva che terrorizza De Laurentiis.
La partita di stasera a Udine, dopo il “
faccia a faccia” tra allenatore e giocatori e il ritiro prolungato, dovrà dire se si è raggiunta una intesa di rapporti e fissata una definitiva fisionomia di gioco e tattica della squadra.
Non arrivano segnali positivi. I giocatori pensano alle multe e alle azioni di difesa. Dopo la preferenza espressa sul 4-3-3, la squadra giocherà ancora col 4-2-2. È un altro segnale che fra tecnico e giocatori c’è ancora distanza.
Insigne avrebbe scosso i compagni invitandoli a riprendere a giocare come sapevano. L’atteggiamento di Lorenzo, dopo essere stato fra i ribelli contro il ritiro del 5 novembre, non è piaciuto a Mertens e ad altri.
La squadra sembra spaccata fra chi vorrebbe tornare a giocare e basta e chi continua a essere rigido sulla posizioni nei confronti della società.
Dal canto suo, Ancelotti fa il leader calmo che, nelle condizioni in cui è precipitato il Napoli, significa non essere leader e la calma è una resa. Il ritiro predisposto dall’allenatore pare serva a poco. Ci sarebbe voluta una scossa, una solidarietà spettacolare fra tecnico e squadra per riemergere dalla crisi.
La partita di Udine è soprattutto un test per Ancelotti. Si attende di vedere se almeno una parte della squadra è disposta a seguirlo. È un test relativo, fra Udinese e Genk, per scongiurare l’emergenza di un cambio in corsa dell’allenatore che peraltro non risolverebbe nulla perché non servirebbe a risolvere la crisi profonda dello spogliatoio che non è di natura tecnica.
L’Udinese pencola verso il basso della classifica, quattro punti sopra la zona retrocessione. Come il Bologna avrà motivazioni aspre per battersi. La squadra friulana, affidata a Gotti dopo l’esonero di Tudor, ha raccolto 4 punti nelle quattro partite con la nuova guida tecnica. Ha perduto le ultime due partite.
Peggiore, per le ambizioni della vigilia, è il ruolino del Napoli che non vince da sei turni (quattro pareggi, due sconfitte). Fra campionato e Champions sono otto le partite senza vittorie.
Monica Scozzafava sul “Corriere del Mezzogiorno” ha genialmente attribuito i nuovi ruoli “tattici” agli azzurri suddividendoli in ribelli, dissidenti, mediatori e pacifisti.
È la conferma di un clima ancora confuso, mentre sono più insistenti le voci che danno De Laurentiis alla caccia di un allenatore per il prossimo anno. Il sodalizio con Ancelotti terminerà a giugno. È un altro elemento che svuota di ogni energia lo spogliatoio del Napoli.
Giuntoli sarebbe già attivo sul mercato in vista delle epurazioni e delle cessioni che dovrebbero proporre, l’anno prossimo, un Napoli senza le “
mele marce” e con più di un giocatore che chiederà di andare via (Koulibaly, Allan, Fabian Ruiz).
Corrono voci anche sul mercato di gennaio con disappunto della squadra mentre i “
titolarissimi” hanno perso da tempo il loro ruolo.
Stasera Ancelotti riuscirà a schierare una formazione di buona volontà? L’obiettivo minimo stagionale, il quarto posto, è lontano otto punti. È una distanza colmabile, ma solo da una squadra fortemente motivata.
Con Inter, Juventus, Lazio e Roma nei primi quattro posti l’assalto alla zona-Champions richiederebbe un’impresa. Servirebbero una forte scossa azzurra e il calo di almeno una delle due squadre romane.