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Calcio
Un pari da malinconico autunno
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 24.11.2019)
Milan e Napoli, due squadre che non sanno più vincere, chiudono 1-1 la “partita della paura” a San Siro, il Milan con le ambasce della bassa classifica, il Napoli inseguito dalle raccomandate di De Laurentiis.

È la quinta partita degli azzurri senza vittorie. Rincantucciato in tribuna Edoardo De Laurentiis. Applausi per Ancelotti dai suoi antichi sostenitori rossoneri.

Primo tempo di buon livello, ripresa mediocre. Il Milan, che brucia tutte le energie nei primi 45 minuti, è proprio poca cosa. Il suo 4-3-3 è stato fasullo. In realtà, il malinconico Piatek è stato spesso un attaccante solitario.

Quando, nel primo tempo, il Milan ha tentato di vincere ha insistito molto sulla fascia sinistra con le puntate offensive del terzino Theo Hernandez (che risucchiava Callejon) e con un magnifico Bonaventura. Il Napoli ha cercato la vittoria senza slancio. L’ha persa pur andando in vantaggio.

Gli azzurri hanno onorato l’impegno, ma non sono andati oltre. Ancelotti, nell’ultima mezz’ora, ha fatto cambi tutti offensivi, sfoderando un 4-3-3 con Lozano-Mertens-Insigne di punta. Ma il Napoli, pur superiore, ha giocato morbido, senza la grinta necessaria per vincere.

Ha avuto due magnifiche occasioni con Callejon (32’) e Insigne (45’). Lo spagnolo ha calciato a lato, Lorenzo è stato chiuso al tiro dall’uscita di Donnarumma. Vittoria sfumata.

Una squadra normale dopo essere stata bellissima. Questo, oggi, è il Napoli. Influisce senza dubbio la pesante situazione società-squadra col presidente che ha i fucili puntati sui giocatori e i giocatori che non hanno più la testa per graffiare le partite.

Per il Milan era “la partita della paura” perché pericolosamente pencolante in basso. A parte la scarsa qualità della squadra, il Milan ha finito col giocare frenato dalla mediocre classifica dopo un inizio volenteroso.

Il Napoli ha giocato una “partita insignificante”. Non c’è stato lo spirito di riscossa (quattro pareggi nelle ultime cinque partite). Riscossa, poi, nel vuoto che si è creato?

Lo score del match segnala i pochi tiri (11, sei nello specchio della porta) di un Napoli famoso invece per il gran numero di conclusioni. Bassa anche la percentuale dei passaggi portati a buon fine.

Si è ripreso Koulibaly che ha stoppato in area Piatek pronto al gol (78’). Ottima la partita di Allan (91’ gran tiro respinto da Donnarumma). Bene anche Di Lorenzo, Elmas, Zielinski e Insigne fin quando è stato in campo (65’ dolorante al gomito destro cedeva il posto a Younes).

Lorenzo ha giocato da capitano, cercando di trascinare la squadra (nel primo tempo) e sempre nel vivo del gioco (24’ incrocio pieno dei pali con un gran sinistro dal limite, scivolando a terra, e Lozano di testa infilava in rete per il vantaggio azzurro il pallone rimbalzato dai legni). Salgono a dieci i pali colpiti dal Napoli in campionato.

Sarà forse la Champions (mercoledì a Liverpool), palcoscenico internazionale di grande prestigio, a sollecitare il Napoli a una prestazione superiore. Chissà, mentre arriveranno le bordate punitive del presidente.

Il Milan è partito con tanta buona volontà punzecchiando il Napoli nel primo quarto d’ora con tre conclusioni fuori bersaglio, attento Meret su un cross tagliente di Rebic destinato pericolosamente a Bonaventura (9’).

Il portiere azzurro, nel confronto a distanza con Dannarumma, compagni in nazionale, ha avuto poco lavoro annullando senza affanno due tiri di Bonaventura (44’ e 56’). Poco ha dovuto fare anche il portiere milanista. Ordinaria amministrazione per entrambi.

La squadra milanese ha impiegato cinque minuti per annullare il vantaggio di Lozano. Bonaventura, dalla lunetta, ha trovato un varco fra Zielinski e Koulibaly per battere una bordata senza scampo (29’).

Naturalmente, Ancelotti ha iniziato col 4-4-2, Elmas quarto a sinistra per l’indisposizione di Fabian Ruiz, frenato in panchina. Lozano e Insigne in attacco si accentravano per dare spazio a Callejon e a Hysaj. Novità forzate Hysaj terzino sulla fascia mancina (Mario Rui e Ghoulam indisponibili), Maksimovic per Manolas ed Elmas.

Zielinski ha dominato a centrocampo per la pochezza di Biglia. Gran lavoro per Di Lorenzo e Callejon sulla fascia percorsa di gran carriera da Theo Hernandez e conquistata da Bonaventura (sul quale c’era Allan in seconda battuta) nel primo tempo. Nella ripresa, il Milan è scomparso sulla fascia sinistra.

Con l’uscita di Callejon (58’), Ancelotti ha piazzato Allan vertice basso del centrocampo, Zielinski ed Elmas mediani-mezzali, tre in attacco come s’è detto. Ma non c’è stata mai una risposta vibrante della squadra neanche col 4-3-3 che predilige.

Il Napoli avrebbe potuto vincere non solo per le due palle-gol non concluse da Callejon e Insigne. Così il Milan se l’è cavata. Un “brodino”, come si diceva un tempo.

Per il Napoli si sa che la stagione ha preso una brutta piega dopo l’ammutinamento del 5 novembre. Con De Laurentiis intenzionato a farla pagare cara agli ammutinati s’è rotto il giocattolo (altra frase abusata, ma così è).

SERIE – Cinque partite, la serie positiva del Napoli sul campo del Milan (tre pareggi, due vittorie) iniziata col 4-0 del 4 ottobre 2015. Cinque pareggi nelle prime 13 partite di campionato hanno per il Napoli due soli precedenti. Stagione 2014-15, allenatore Benitez (6 vittorie, 5 pareggi, 2 sconfitte). Stagione 2011-12, allenatore Mazzarri (5 vittorie, 5 pareggi, 3 sconfitte).

VITTORIE – Appena cinque vittorie nelle prime 13 giornate di campionato è un dato negativo del Napoli verificatosi tre volte prima d’oggi. 2007-08, l’anno del ritorno in serie A, allenatore Reja (5 vittorie, 3 pareggi, 5 sconfitte). 2009-10, allenatore Donadoni/Mazzarri (5 vittorie, 4 pareggi, 4 sconfitte). 2011-12, allenatore Mazzarri (5 vittorie, 5 pareggi, 3 sconfitte).

ANCELOTTI – Da allenatore del Milan negli ultimi due anni sulla panchina rossonera, Ancelotti batté il Napoli 1-0 a San Siro, gol di Ronaldinho nel campionato 2008-09, poi 0-0 al San Paolo; nel 2007-08, il Milan vinse in casa 5-2, doppietta di Ronaldo e gol di Seedorf, Kakà e Pato, perse a Napoli 1-3 gol di Hamsik, Domizzi e Garics. Sulla panchina del Napoli, Ancelotti è imbattuto contro il Milan affrontato tre volte: 3-2 l’anno scorso al San Paolo (doppietta di Zielinski e gol di Mertens, Bonaventura, Calabria), 0-0 a San Siro l’anno scorso e quest’anno.

GUERRA – È in arrivo la stangata di De Laurentiis per l’ammutinamento del 5 novembre. Impallidisce la più eccitante e caotica aneddotica del passato, il patto di Vietri, la pace di Lodrone, vendetevi l’anima ma non Vinicio. Siamo nell’occhio del tifone e del tifoso.
Il presidente ha in serbo raccomandate, multe, ingiunzioni, denunce. Bloccati gli stipendi di ottobre, previste rilevanti decurtazioni. E poi altra pesante contestazione per il danno di immagine in sede civile.

I calciatori del Napoli, condannati dalla società, saranno protagonisti del prossimo cinepanettone della Filmauro, “Natale a Sing Sing”.

De Laurentiis, che ha fatto grande il Napoli, ora lo sta abbattendo per un nuovo progetto: tenersi Ancelotti per il futuro eliminando le mele marce, le pere cotte e i meloni usciti bianchi per allestire una rosa senza spine, senza cosacchi del Dom Perignon (via la steppaglia) e senza cinesi irrispettosi dello stipendio.

MILAN-NAPOLI 1-1 (1-1)

NAPOLI (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Hysaj; Callejon (58’ Mertens), Allan, Zielinski, Elmas; Lozano (84’ Llorente), Insigne (65’ Younes)

MILAN (4-3-3): Donnarumma; Conti, Musacchio, Romagnoli, Hernandez; Paquetà, Biglia (73’ Calabria), Krunic; Rebic (46’ Kessie), Piatek (85’ Leao), Bonaventura.

ARBITRO: Orsato (Schio).

RETI: 24’ Lozano, 29’ Bonaventura.

24/11/2019
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