Calcio
Il Napoli scende dall’ottovolante
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 26.09.2010)
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Cherchez la femme? No, cerchez la formazione. Cercatela sempre la formazione di Ancelotti e la troverete ogni volta nuova. Otto cambi contro il Lecce, otto contro il Cagliari. È l’ottovolante del Napoli che impera, ma ieri sera non ha stupito.
È il gioco dell’otto di Carlo Ancelotti. Domenica, in Salento, le torri. Ieri sera, al San Paolo, i topolini. Da Milik-Llorente a Lozano-Mertens. Domenica quattro gol, ieri sera zero gol. S’è inceppato l’attacco pirotecnico. I topolini non hanno addentato il formaggio del gol.
Dal Lecce al Cagliari, l’attacco del Napoli si abbassa di 18 centimetri. È il bradisismo di Ancelotti. Tutta sfolgorante è la panchina piena di giocatori funzionali. Mamma, mormora la panchina mentre piena di giocatori ha gli occhi.
Gli occhi sono tutti per Mertens, il colibrì fiammingo. A due gol da Maradona, a otto da Hamsik. La caccia al trono azzurro del gol è aperta. Re detronizzati e aspiranti re: Sallustro, Cavani, Vojak, Altafini, Careca, Higuain, Savoldi.
Arriva Dries piccino-picciò e li lascia tutti dietro. Non è uno sfondatore, non colpisce di testa. Non è un vero centravanti, al massimo un falso nueve. Ma segna a ripetizione, triplette e doppiette, quattro gol in una volta al Torino. Il gol gli sboccia naturale. Di grazia, di incantesimo, di abilità. E, in sette anni, ha giocato appena 98 partite intere su 313. Panchina-campo-panchina senza sbuffare mai. Un fenomeno di pazienza, gentilezza e gol.
Ieri sera era atteso all’appuntamento del primo record, raggiungere Maradona. Sembrava tutto apparecchiato per una serata di gloria. È stata invece la serata della beffa cocente. Diciassette tiri a cinque del Napoli senza cavarne neanche un golletto.
Otto tiri a uno nello specchio e ha vinto l’uno, l’unica conclusione del Cagliari a otto minuti dalla fine. Napoli sbilanciato, cross di Nandez e colpo di testa in solitario di Castro, da centravanti (87’).
Inimmaginabile. Il Napoli del primo tempo è una delusione. Perché Mertens non è proprio centravanti. Tocca 19 palloni e sgancia due assist per il gol che Lozano prima e Insigne poi non sfruttano. Lozano non c’è. Non ha velocità, non supera mai l’estone Klavan che lo tratta anche duramente.
Con Manolas e Maksimovic la costruzione dell’azione dal basso è lenta e macchinosa. Insigne c’è e non c’è. Reggono la baracca Callejon, Allan e Mario Rui proiettato costantemente in avanti (resta arretrato Di Lorenzo). Non piace neanche Zielinski quasi regista che porta palla e non fa mai un passaggio filtrante. Mario Rui si danna a sinistra ed è forse il migliore.
Quello che si nota è che il Napoli non ha attacco. Serve anche un centrale di difesa che costruisca l’azione. Ed ecco Ancelotti che fa le sue mosse nella ripresa. Complice anche un colpo ricevuto da Maksimovic, entra in campo Koulibaly (46’).
Ma c’è bisogno di un attaccante vero. E Ancelotti impiega finalmente Llorente al 66’ per Lozano. Ma il Cagliari difende bene. In campo anche Milik dal 74’ per Insigne scomparso di scena.
Il finale della gara è allucinante. Il Napoli attacca con cinque giocatori: Di Lorenzo, Callejon, Milik, Llorente e Mertens. L’attacco in massa favorisce la difesa sarda. Non ci sono spazi per andare a rete. Fioccano i cross, ma la difesa cagliaritana non ne lascia passare uno.
L’attacco pirotecnico spara a salve. Le occasioni sono moltissime, ma il Napoli non riesce a battere Olsen. Mertens colpisce due pali esterni (62’ e 65’). Koulibaly sfiora il bersaglio di testa sul corner di Callejon (62’). I colpi di testa di Llorente vanno fuori di poco (71’ e 86’). Il Napoli meriterebbe ampiamente di vincere, ma perde. È la legge del calcio se non metti un pallone dentro. E arriva la beffa di Castro, entrato al posto di Rog.
Delusione cocente e beffa atroce. Ma forse la formazione iniziale non era la migliore. E il Cagliari ha fatto la sorpresa al San Paolo come non accadeva da dodici anni. Negli ultimi anni, anzi, la squadra sarda è stata seppellita di gol dal Napoli. Per il Cagliari terza vittoria consecutiva, per il Napoli seconda sconfitta che lo fa arretrare nella gerarchia degli sfidante-scudetti alla Juve (che vince sempre, non gioca granché ma vince).
E il Napoli va giù in classifica con l’Inter che non sbaglia un colpo, l’Inter di Conte che continua a non subire gol (ne ha preso appena uno sinora) e trova in qualche modo il colpo della vittoria, ieri sera il gol di un terzino per battere la Lazio (1-0).
Serata infame. Può darsi che il Napoli sia sceso in campo sicuro di vincere, sicuro di farcela mentre passava il tempo. C’erano i segnali, le occasioni, i palloni giusti per andare a bersaglio. Ma il gol non arrivava, non è arrivato.
L’attacco monotono del Napoli nel secondo tempo non ha mai avuto il guizzo vincente. Il gol del Cagliari sarebbe stato viziato a inizio azione da un fallo su Llorente. Il Var ha taciuto. Koulibaly ha protestato ed è finito fuori, espulso all’87’ dopo il gol di Castro.
Metà settima amaro, amarissimo. Dove sei Napoli? Ieri sera una partita alla vecchia maniera, l’arrembaggio inconcludente e la resa sull’unica puntata del Cagliari.
ACCOPPIATA – L’anno prossimo il Cagliari festeggerà il centenario del club e il cinquantenario dello scudetto. È stato un illustro medico catanese, il patologo Gaetano Fichera, a fondare il Cagliari il 30 maggio 1920. La squadra sarda è apparsa in serie B nel 1931 (giocandovi 29 campionati) e in serie A nel 1964 (40 campionati). I tifosi hanno stilato questa formazione rossoblù ideale: Albertosi; Martiradonna, Pusceddu; Nainggolan, Villa, Cera; Nenè, Daniele Conti, Francescoli, Zola, Riva.
MILIARDI – Daniel Fonseca giunse al Cagliari nel 1990 dal Nacional di Montevideo, a ventuno anni. Giocò 50 partite e segnò 17 gol. Fu ceduto al Napoli nel 1992 per 15 miliardi (58 partite, 31 gol). Il Napoli lo cedette alla Roma nel 1994 per 17,5 miliardi (65 partite, 20 gol). A sua volta la Roma lo cedette alla Juventus nel 1997 per 9 miliardi (42 partite, 10 gol).
PIPI’ – L’incredibile Manlio Scopigno che vinse lo scudetto col Cagliari nel 1970 era stato licenziato dal club sardo tre anni prima. Il Cagliari andò in America per un torneo. La squadra fu ospite dell’ambasciatore italiano a Washington. Scopigno raccontò: “
Bevemmo e brindammo, la squadra era felice, tutti eravamo molto felici, e io ero anche un po’ brillo perché servirono un whisky eccellente. La festa finì, io finii l’ultimo bicchiere e uscimmo all’aperto. C’era la luna e io sentii un bisogno urgente. E così, sotto la luna americana, mi avvicinai a una ruota del nostro torpedone e mi liberai. Feci la pipì con molta naturalezza e tutti risero. Quando rientrammo in Italia, qualcuno non rise più. E io trovai una lettera di licenziamento per motivi urinari”.
SIGARETTE – Un vero derby fra Scopigno e Pesaola a chi fumasse di più. Diceva: “
Io sono Manlio Scopigno, compro tutti i libri che si stampano, colleziono quadri e francobolli del Papa, ascolto la musica dei Beatles e fumo settanta sigarette al giorno”.
Un giorno, Pierluigi Cera raccontò: “
Scopigno era arrivato da poco. Eravamo in ritiro per una partita di Coppa Italia e in sette o otto, in barba alle regole, ci eravamo dati appuntamento in una camera per giocare a poker. Fumavamo tutti e giocavamo a carte sui letti. C’era anche qualche bottiglia che non ci doveva essere. Ad un tratto si apre la porta: è Scopigno. Oddio, penso, ora ci ammazza, se ci va bene ci leva la pelle e ci fa appioppare una multa! Scopigno entrò, nel fumo e nel silenzio di noialtri che aspettavamo la bufera prese una sedia, si sedette vicino a noi e disse tirando fuori un pacchetto di sigarette "Do fastidio se fumo?
". In mezz’ora eravamo tutti a letto ed il giorno dopo vincemmo tre a zero”.
RIVA – Raccontava Scopigno: “
Io parlavo pianissimo, Gigi era sempre imbronciato. Ne venivano fuori colloqui stupendi”.
NAPOLI-CAGLIARI 0-1 (0-0)
NAPOLI (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Maksimovic (46’ Koulibaly espulso all’87’), Mario Rui; Callejon, Allan, Zielinski, Insigne (74’ Milik); Lozano (66’ Llorente), Mertens.
CAGLIARI (4-3-1-2): Olsen; Cacciatore, Pisacane, Klavan, Lycogiannis; Nandez, Oliva, Rog (71’ Castro); Ionita Joao Pedro (90’ Ceppitelli), Simeone (74’ Cerri).
ARBITRO: Di Bello (Brindisi).
RETI: 87’ Castro.
SERIE A – QUINTA GIORNATAVerona-Udinese 0-0, Brescia-Juventus 1-2, Roma-Atalanta 0-2, Fiorentina-Sampdoria 2-1, Genoa-Bologna 0-0, Inter-Lazio 1-0, Napoli-Cagliari 0-1, Parma-Sassuolo 1-0, Spal-Lecce 1-3. Giovedì: Torino-Milan.
CLASSIFICAInter 15; Juventus 13; Atalanta 10; Napoli e Cagliari 9; Roma e Bologna 8; Lazio 7; Milan, Torino, Sassuolo, Brescia, Parma, Lecce 6; Verona, Genoa, Fiorentina 5; Udinese 4; Spal e Sampdoria 3.
PROSSIMO TURNO
Sabato 28: Juventus-Spal, Sampdoria-Inter, Sassuolo-Atalanta
Domenica 29: Napoli-Brescia, Lecce-Roma, Udinese-Bologna, Lazio-Genoa, Cagliari-Verona, Milan-Fiorentina
Lunedì 30: Parma-Torino.