Calcio
Con Lozano si può sognare
di Mimmo Carratelli
(da: Roma del 1.09.2010)
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Proprio Koulibaly, il protagonista dell’ultima vittoria azzurra all’Allianz Stadium, condanna il Napoli alla sconfitta, nel recupero (3-4), con una svirgolata che finisce nella porta di Meret. Un autogol maledetto che ha mandato in fumo la prodigiosa rimonta da 0-3 a 3-3 della squadra rivitalizzata dall’ingresso di Lozano nel secondo tempo. Koulibaly s’era fatto anche aggirare da Higuain su gol del Pipita.
Quattro gol al passivo, dopo i tre presi a Firenze, sono troppi. Ma in attacco il Napoli è ancora forte. La Juve ha accusato la pesante assenza di Chiellini.
Dato per morto dopo un’ora di gioco, sotto di tre gol (16’ Danilo, 19’ Higuain, 62’ Ronaldo), il Napoli è risorto nella ripresa anche grazie ai cambi di Ancelotti. Mario Rui entrato per Ghoulam effettuava il cross del primo gol azzurro (66’ Manolas).
Il raddoppio era di Lozano, che segna sempre al debutto, sull’assist di Zielinski (68’). Lozano era entrato al posto di Insigne. Concludeva la rimonta Di Lorenzo inseritosi sulla punizione di Callejon (81’).
Sembrava fatta, ma l’autogol di Koulibaly condannava il Napoli a una immeritata sconfitta, come è stata fortunata e immeritata la vittoria della Juve che, dopo un primo tempo al comando del match, si è sgonfiata nella ripresa accusando il calo già denunciato a Parma.
Non era ancora sfida-scudetto, perché la partitissima è arrivata troppo presto, però ha detto che il Napoli c’è, che in attacco sarà ancora una squadra micidiale, ma in difesa bisogna registrare qualcosa.
Nel secondo tempo, si è ribaltato il possesso-palla confermando la risalita di gioco degli azzurri. Lozano è più che un progetto di campione. Il Napoli arricchisce il suo potenziale offensivo. Lozano ha giocato punta centrale con Mertens che si spostava a sinistra.
Nella ripresa, il Napoli ha giocato col 4-4-2 con un maggiore filtro a centrocampo. Ma è stato soprattutto più reattivo, più coraggioso, più incisivo.
Un gol da polli (corner per il Napoli tutto avanti, contropiede Juve) abbatteva il Napoli dopo un quarto d’ora. Gol di Danilo che esce dalla fase difensiva, scambio con Alex Sandro, e lo stesso Danilo va a concludere da centravanti! Il calcio maledetto. Danilo era appena entrato al posto di De Sciglio infortunatosi.
Il Napoli non ha il tempo di reagire perché, dopo tre minuti, va sotto per la seconda volta (19’ girata di Higuain che aggira Koulibaly). Amen: in maglia bianconera è il sesto gol del Pipita al Napoli in sette partite.
Non c’è più partita. Khedira ha due opportunità: la prima gliela sventa Meret (30’), la seconda si infrange sulla traversa (33’).
Il Napoli è sotto di due gol senza che siano entrati in scena Ronaldo e Douglas Costa, i più temuti. Ma Douglas Costa fa un gran lavoro arretrando per contrastare le discese di Ghoulam e raddoppiare su Insigne.
Ancelotti schiera la stessa formazione di Firenze (Milik ancora indisponibile), ma mette Ghoulam a sinistra anziché Mario Rui. Rinuncia all’idea di schierare Maksimovic contro Ronaldo confermando Di Lorenzo che non si arrende al portoghese. L’esterno azzurro ha patito poco Ronaldo ed è andato anche a segnare.
Il Napoli accenna già a un 4-4-2 con Zielinski che va spesso su Pjanic e Allan su Khedira di cui si temono a ragione gli inserimenti in gol, Fabian Ruiz arretrato. Il Napoli scoppietta nei primi minuti e Szczesny annulla la conclusine di Allan (14’), unico tiro azzurro in porta nel primo tempo.
La Juve è più reattiva nel recuperare palla. Sotto il doppio svantaggio, il Napoli si ammoscia. Ammoniti in finale di tempo Ghoulam e Di Lorenzo per falli su Douglas Costa. Si mette proprio male. Non c’è rabbia agonistica nella manovra azzurra. Sballano i tiri in porta Fabian Ruiz (due volte) e Insigne.
Ancelotti gioca la carta Lozano nella ripresa (per Insigne!) e inserisce Mario Rui per Ghoulam. La Juve si è spesa molto nel primo tempo e cala nella ripresa (come a Parma). Si sveglia Mertens (due parate di Szczesny). Lozano gioca punta centrale con Mertens a sinistra. Il Napoli ha più animo. Meret tiene in vita i Napoli opponendosi a Matuidi.
Ma è un’illusione: Ronaldo (62’) fa il 3-0 infilando il primo gol al Napoli ed è il primo in questo campionato. Nell’Allianz Stadium che va in estasi e canta, il Napoli però non è morto e con due guizzi accorcia. Prima il gol di Manolas (66’), poi l’inserimento sotto porta di Lozano (68’). Diventa una partita pirotecnica ed è sempre Meret che tiene su il Napoli negando il gol a Douglas Costa.
La Juve sembra stanca e subisce. Elmas per Allan (74’), Dybala per Higuain (75’). Di Lorenzo agguanta il 3-3 con la Juve che sembra alle corde.
Ma, accidenti, l‘autogol di Koulibaly al 93’ spegne l’impresa azzurra.
Senza sentimentalismi bagnolesi e ingoiando i tre anni a Napoli, Sarri (in tribuna) pretendeva la vittoria a prescindere dell’avversario (nessuna rivincita su De Laurentiis) perché la Juve, che fa fatica ad assimilare il suo gioco, deve comunque vincere (in Italia) per non rimpiangere Allegri.
Va in campo la vecchia Juve senza Chiellini infortunato. Non è ancora la Juve di Sarri, e chissà mai quando lo sarà, ma ha tali e tanti campioni (che il Napoli non può concedersi) da vincere con la forza delle individualità. La Juve ha schierato 14 giocatori che le sono costati 543 milioni, il Napoli ha messo in campo una squadra che al calciomercato è costata 225 milioni.
Juve-Napoli (e Napoli-Juve) è sempre tormento, estasi, sogno, favola, voli pindarici, inciampi, flop, molti flop, e rivincite, con le due memorabili vittorie azzurre al Vomero, poi la sfida è diventata accesa, acre e vibrante dai giorni in cui Omar Sivori lasciò la Juve per il Napoli, e la squadra di Vinicio mancò lo scudetto a Torino, e Maradona e Platini, e, infine, col Napoli di De Laurentiis, quattro volte secondo e due volte terzo, sfacciato sfidante per la vittoria finale, antagonista unico, negli ultimi quattro anni, dello squadrone storico e dominante di Torino.
Una storia emozionante e molto sentita nel golfo, lunga novant’anni in cui la Juve, padrona del pallone italiano dagli inizi, con l’apparizione della famiglia Agnelli nel calcio, ha inchiodato il Napoli a uno score di netto predominio con il doppio delle vittorie sugli azzurri nei 147 infiniti confronti: 69 volte ha prevalso la Juve, 31 volte il Napoli grazie soprattutto all’esagerato tabù del campo juventino dove gli azzurri hanno colto appena otto vittorie in 74 occasioni.
Dal ritorno in serie A, il Napoli è stato continuamente squadra di vertice come mai in passato, escludendo i sette anni di Diego. Cinque allenatori hanno sfidato la Juve in 25 confronti con 8 vittorie del Napoli, 4 pareggi, 13 vittorie della Juve. Reja ha conquistato due vittorie in quattro partite, Mazzarri tre in otto, Benitez una in quattro, Sarri, due in sei. Ancelotti si è presentato a Torino con zero vittorie nei due scontri dell’anno scorso (1-3, 1-2) e ha fallito anche la terza sfida solo per sfortuna.
JUVENTUS-NAPOLI 4-3 (0-2)
NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Ghoulam (46’ Mario Rui); Allan (74’ Elmas), Fabian Ruiz; Callejon, Zielinski, Insigne (46’ Lozano); Mertens.
JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; De Sciglio (15’ Danilo), Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Khedira (60’ Emre Can), Pjanic, Matuidi; Douglas Costa, Higuain (75’ Dybala), Ronaldo.
ARBITRO: Orsato (Schio).
RETI: 16’ Danilo, 19’ Higuain, 62’ Ronaldo, 66’ Manolas, 68’ Lozano, 81’ Di Lorenzo, 93’ autogol Koulibaly.