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Calcio
Due trasferte al debutto: è già successo
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 05.08.2019)
Calendario folle e precipitoso per un campionato (2019-2020) che chiama le squadre d’alta classifica subito a singolar tenzone, scontri diretti nelle prime giornate come non s’è mai visto, fuochi e fiamme al “pronti, via”, chi c’è c’è, e chi non c’è non c’è. Autentici fulmini nel ciel sereno all’alba del torneo.

Il campionato a girone unico, nato nel 1929-30, festeggia il novantesimo compleanno con un avvio pirotecnico di sfide d’alto bordo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, appena chiuso un rovente calciomercato che ha mandato la Juve sulla luna, il potente razzo bianconero non avendo rivali, e gli altri ad orbitare nel cielo delle speranze e delle ambizioni.

BIG MATCH – Nelle prime sette giornate, diciamo da fine agosto a inizio ottobre, divampano Juventus-Napoli e Lazio-Roma al secondo turno, Milan-Inter al quarto, Inter-Lazio al quinto, Inter-Juventus al settimo. Avremo una classifica sbalorditiva.

Il Napoli, per i lavori di adeguamento del San Paolo, ha chiesto di iniziare con due partite fuori casa ed è stato servito di barba (Fiorentina) e capelli (Juventus). Un doppio salto mortale all’apertura del circo del pallone.

Il Napoli è stato il club meno vivace al calciomercato dei grandi colpi sparati da Juventus, Milan, Inter, Roma. Ha venduto alla grande, ha acquistato con misura. I colpi più grossi sono andati a vuoto. L’ambiente è deluso.

Dal Napoli fanno sapere d’essere avanti a tutti essendo, tra le squadre diciamo nobili, l’unica a non avere cambiato allenatore e trattenuto i migliori. Il vantaggio è teorico.

Questo Napoli è finito undici punti dietro la Juventus dell’anno scorso (che ora appare una squadretta rispetto allo squadrone attrezzato quest’anno) e dieci punti avanti ad Atalanta e Inter.

Lassù si sono rafforzati tutti pesantemente e la Juventus, da par suo, ha comandato il calciomercato comprando per sé e mettendo il bastone tra le ruote degli avversari.

I PRECEDENTI – Altre due volte il Napoli ha iniziato il campionato con due trasferte consecutive. Zero punti la prima volta (1947-48), un punto la seconda (1951-52). La prima volta fu una stagione disastrosa, meglio la seconda occasione.

Nella stagione 1947-48, il Napoli esordì sul campo del Grande Torino e fu sballottato dai gol di Mazzola, Gabetto, Menti e Ferraris (0-4), perse poi sul campo del Genoa (2-3).

Fu l’anno della seconda delle sei retrocessioni della società azzurra. Una stagione balorda iniziata col viaggio in Uruguay di Sansone e Andreolo, gli ex campioni del Bologna approdati a Napoli in tarda età da giocatori (Sansone fece anche da allenatore), alla ricerca di assi sudamericani.

Portarono il centromediano Cerilla, il terzino Candales e il mulatto Roberto La Paz, primo giocatore di colore nel campionato italiano, dribblomane assoluto e collezionista di orologi. Il Napoli spese anche 16 milioni per avere l’ala Krieziu dalla Roma.

DISASTRO – Disordine totale. Valzer di allenatori in panchina. L’ex giocatore della Juve Giovanni Vecchina sostituì Sansone alla settima giornata dopo quattro sconfitte e due pareggi. Arnaldo Sentimenti, uno dei più prodigiosi portieri della storia azzurra, sostituì Vecchina alla diciannovesima partita con la squadra allo sbando.

Giocarono quell’anno Chiellini, Pretto, Pastore, Di Costanzo, Andreolo, Rosi, Krieziu, Ganelli, Di Benedetti, Verrina, Barbieri. Era una squadra niente male. La Paz giocò 17 partite, venti ne giocò Candales, nove Cerilla. Ma non ci fu verso di raddrizzare la baracca.

Al Vomero fu guerra. Sassaiola in Napoli-Vicenza (1-1), putiferio in Napoli-Bologna (1-1). Campo squalificato due volte. Il Napoli vinse a Bologna 1-0 con gol di Krieziu, ma la partita finì sotto inchiesta. L’azzurro Ganelli venne accusato di avere corrotto i bolognesi Cappello, Taiti e Arcari combinando la vittoria azzurra. Il Napoli fu retrocesso all’ultimo posto. In ogni caso, era finito quartultimo, retrocesso sul campo.

Nel campionato 1951-52, il Napoli iniziò giocando fuori a Udine (1-1) e a Bologna (1-4). Era il Napoli di Monzeglio con Casari; Delfrati, Vinyei; Granata, Castelli, Gramaglia; Mike, Formentin, Amadei, Astorri, Krieziu.

Achille Lauro si tenne la presidenza onoraria della società e mise come presidente operativo un suo uomo di fiducia, Alfonso Cuomo, industriale conserviero di Nocera.

GRANDI ACQUISTI – Il Comandante investì 50 milioni nella campagna-acquisti che portò al Napoli l’ungherese Vinyei, formidabile terzino sinistro dal tiro micidiale; il mediano Castelli dal Genoa; l’attaccante ungherese Mike dalla Lucchese; il centravanti paraguayano Arce e la mezz’ala Flavio Cecconi dalla Lazio; il portiere Dreossi e Manlio Scopigno dalla Salernitana. Fu una campagna-acquisti sontuosa.

Scopigno frequentava l’Università. Nella partita contro il Como (7-1), verso la fine del campionato, segnò la sua unica rete ma si infortunò gravemente a un ginocchio. L’anno dopo giocò poche partite col Catanzaro.

Dopo le due trasferte iniziali, il Napoli batté il Padova (2-0) al Vomero con gol di Vinyei e Amadei. Finì il campionato al sesto posto nonostante gli infortuni di Masoni, soprannominato “spazzolino” per via dei capelli tagliati cortissimi, di Cecconi e di Mike che, colpito da una pallonata al ventre, dovette essere operato di appendicite. Trovarono posto in quella squadra anche Comaschi e Todeschini.

Per via del gran tiro, Monzeglio provò Vinyei centravanti a Bergamo con gli azzurri sotto 1-2. Il difensore ungherese segnò il gol del 2-2, poi il Napoli dilagò andando a rete con Amadei e Astorri.

IL DEBUTTO – La Fiorentina è stata la squadra che il Napoli ha incontrato quattro volte nella “prima” di campionato, tre volte a Firenze (1-2, 1-5, 1-1), una volta a Napoli (3-2).

Ma è l’Atalanta l’avversario che il Napoli ha incontrato maggiormente (cinque volte) in apertura di campionato: furono tutti esordi casalinghi per gli azzurri (2-0, 2-0, 1-0, 1-0, 1-0). Alla “prima” di campionato, il Napoli ha incontrato quattro volte la Roma, una volta in casa (0-0), tre volte fuori (1-5, 0-3, 1-1).

Quattro inizi anche con l’Ascoli, due in casa (3-1, 2-1) e due fuori (0-0, 1-0). Quattro col Genoa, uno in casa (4-0), tre fuori (1-1, 3-3, 2-1).

Fuori casa il Napoli debuttò nel primo campionato (1929-30), battuto a Torino dalla Juventus 3-2.

Il Napoli ha iniziato il campionato 38 volte in trasferta (10 vittorie, 12 pareggi, 16 sconfitte) e 35 volte in casa (23 vittorie, 7 pareggi, 5 sconfitte).

Sotto la presidenza di De Laurentiis, è l’undicesima volta che il Napoli debutta fuori. Due solo volte (0-2 col Cagliari, 3-0 al Bologna) ha aperto il campionato al San Paolo.

In trasferta, il Napoli di questi ultimi tredici anni ha giocato la “prima” con la Roma (1-1), col Palermo (1-2), con la Fiorentina (1-1), col Cesena (3-1), ancora col Palermo (3-0), col Genoa (2-1), col Sassuolo (1-2), col Pescara (2-2), col Verona (3-1), con la Lazio (2-1): cinque vittorie, tre pareggi, due sconfitte.

IL GOLEADOR – È Marek Hamsik con 7 reti il cannoniere azzurro della “prima” di campionato, seguito da Altafini (5 gol), Vinicio (4) e Vojak (4). Hamsik ha segnato a Roma, a Palermo (due volte), a Cesena, col Sassuolo, più la doppietta casalinga nel 3-0 al Bologna che fu la “prima” del campionato 2013-14.

L’ultima volta del debutto di campionato a Firenze è stata il 29 agosto 2010. Era il Napoli di Mazzarri (3-5-2) con De Sanctis; Campagnaro, Paolo Cannavaro, Aronica; Maggio, Blasi, Gargano, Hamsik, Dossena (88’ Grava); Lavezzi (90’ Lucarelli), Cavani (81’ Zuniga).

La Fiorentina, allenata da Mihajlovic schierò (4-4-2): Frey; De Silvestri, Kroldrup, Natali, Pasqual; Montolivo, Cristiano Zanetti, Marchionni, D’Agostino (71’ Cerci); Juan Manuel Vargas, Gilardino (85’ Babacar).

GOL FANTASMA – Il Napoli dominò nel primo tempo e Cavani segnò il suo primo gol in maglia azzurra (7’). Ma fu un “giallo”. Si trattò di un gol-fantasma.

Sul cross di Dossena, il Matador colpì di testa, il pallone rimbalzò contro la parte interna della traversa e cadde sulla linea di porta dove Frey lo bloccò. Gol, non-gol. Il guardalinee Galloni vide gol e corse subito verso il centro del campo. L’arbitro Gervasoni accettò il responso del suo assistente. Poi, Lavezzi colpì la traversa. La Fiorentina pareggiò a inizio del secondo tempo con D’Agostino (49’).

Il Napoli di Mazzarri finì terzo, a 12 punti dal Milan di Allegri campione d’Italia (con Pato, Pippo Inzaghi, Seedorf, Ibrahimovic, Nesta, Thiago Silva, Ronaldinho) e a sei punti dall’Inter seconda, allenata da Benitez con Eto’o, Maicon, Sneijder, Cambiasso, Milito. La Fiorentina si piazzò al nono posto.

5/8/2019
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