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Calcio
La rimonta sulla Juventus e una furbata di Diego
decisive per la conquista della Coppa Uefa 1989
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 17.05.2019)
Era de maggio, trent’anni fa. Un giorno come oggi, il 17 del mese delle rose. Era mercoledì. Il giorno in cui una città tedesca, Stoccarda, la città dell’automobile, divenne napoletana.

Al di qua del fiume Neckar, l’onda azzurra che lasciò lo stadio sul fiume arrivò nella Schlossplatz, tutta alberi e aiuole, nel cuore di Stoccarda, dopo aver percorso le strade verso il centro, la Landhausstrasse e la Rotenbergstrasse, superando Charlottenplatz.

Fu un’onda di bandiere e oje vita mia. Venticinquemila napoletani festanti, una fantasia e uno stordimento indimenticabili, la felicità improvvisa dietro una storia di pallone, la conquista della Coppa Uefa. Negli occhi gli ultimi gol di Alemao, Ferrara e Careca. Nel cuore il sovrano dei loro cuori, Diego Armando Maradona.

Lampi di ricordi e immagini della splendida cavalcata europea del Napoli, da Salonicco a Stoccarda, dodici partite e la conquista della Coppa Uefa 1989. Sei vittorie, cinque pareggi, una sola sconfitta, diciotto gol, fatte fuori tre squadre tedesche, il palo di Romano contro il Paok, la traversa di Maradona a Bordeaux, il palo di Carnevale a Torino e, contro il Bayern, la traversa di Francini e il palo di Carnevale, la pioggia delle bottigliette nello stadio di Salonicco, le parate di Giuliani a Lipsia, il nubifragio sul San Paolo nel primo match col Bayern.

Le svolte della vittoria europea furono due. Il sorpasso contro la Juve nella partita di ritorno a Fuorigrotta e la furbata di Maradona contro lo Stoccarda a Napoli.

Tutto cominciò il 7 settembre 1988, il Paok al San Paolo. Il campionato sarebbe iniziato il 9 ottobre. L’Europa prima di tutto contro la tignosa squadra greca, domata da un rigore di Diego (59’). Il portiere Gitsoydis sventò quattro palle-gol. Romano colpì un palo. Il ritorno, a Salonicco, fu una bolgia. Maradona prima fischiato, poi applaudito. Bottigliette in campo. Careca in gol su lancio di Diego (17’), ancora prodezze del portiere greco, 1-1 finale e passaggio del turno.

Per la gara successiva a Lipsia contro il Lokomotive, Bianchi impostò una partita prudente per strappare il pari. In campionato, tre giorni prima, il Napoli aveva maramaldeggiato contro il Pescara (8-2). Maradona fu martoriato dai tedeschi Kracht e Kreer. Andò in vantaggio il Lokomotive (67’), pareggio di Francini (72’), tre paratissime di Giuliani (1-1).

Al San Paolo, 2-0 secco: Francini ancora protagonista, goleador fulmineo su una punizione di Maradona (2’), autogol dei tedeschi su tiro di Carnevale (54’).

Eravamo negli ottavi contro il Bordeaux di autentici assi, Scifo, Stopyra e Jean Tigana del Mali. In Francia, un gol immediato di Carnevale (5’) anticipò il dominio azzurro. Maradona colpì una traversa, Careca mancò due palle-gol e un’altra la fallì Carnevale. Espulsi, nella ripresa, De Napoli e Roche. Rimase l’1-0. A Fuorigrotta brutto ritorno e 0-0.

Ed ecco la svolta. Quarti di finale contro la Juventus mentre dalla competizione erano uscite, agli ottavi, l’Inter e la Roma. Primo appuntamento a Torino, 1 marzo 1989. Bruciava ai bianconeri il 5-3 incassato in campionato contro gli azzurri, il 20 novembre, al Comunale. Era la Juve allenata da Zoff con Tacconi e Marocchi, Altobelli, Laudrup e due piccoletti, il portoghese Rui Barros (1,59) e il russo Zavarov (1,71).

Sconfitto seccamente il Napoli (0-2), gol di Bruno (13’), soprannominato ‘o animale per la grinta agonistica, e autorete di Corradini (45’). Carnevale pizzicò un palo. La Juve ritenne di avere la qualificazione in tasca. Ma al San Paolo, nel match di ritorno, l’aspettava un’amara sorpresa.

Stadio strapieno (83.089 presenti, incasso in lire di 3.366.000), bengala e cori. Juventini storditi. Dopo dieci minuti, una trattenuta di Bruno a Careca in area: inesorabile Maradona dal dischetto (10’).

La partita divenne un assedio azzurro, il Napoli a caccia della rimonta. La Juve capitolò ancora alla fine del primo tempo. Fuga di Alemao, passaggio a Carnevale che bruciò sull’anticipo Tricella e battè Tacconi. Conto pari con l’andata.

Gli azzurri partirono come saette nella ripresa. Tacconi si salvò alla meglio su un colpo di testa di Carnevale (assist di Diego). La Juve neanche un tiro in porta, ma resisteva bene in difesa. Si andò ai supplementari giocati praticamente senza Maradona che abbandonò per un risentimento muscolare. In campo Ciccio Romano (96’).

Non finì la pressione del Napoli. A un soffio dalla fine la botta risolutiva, il sorpasso (119’). Careca sfondò sulla destra e crossò: Renica, sopraggiungendo nell’attacco in massa del Napoli, infilò di testa l’incredibile 3-0 facendo fuori la Juve. Centoventi minuti intensi e impresa indimenticabile.

La squadra bianconera si vendicò in campionato vincendo 4-2 al San Paolo tre giorni prima della semifinale di Coppa Uefa. Il campionato sfumò per il Napoli. Gli azzurri avevano inseguito l’Inter dei record (che poi vinse lo scudetto), ma se ne staccarono (-6: la vittoria valeva due punti) proprio dopo la sconfitta con la Juve. Più pesante il distacco finale (-11).

In semifinale, al San Paolo si presentò il Bayern del monumentale Augenthaler. Fu una serata di tempesta. Un pallone di Francini rimbalzò sulla traversa, Giuliani si oppose con i pugni a un gran tiro di Thon. Maradona giocava in condizioni menomate, ma proprio Diego allungò a Careca il pallone della prima folgore azzurra (40’). Il Bayern stava attaccando e fu trafitto in contropiede. Rimase choccato.

Nella ripresa, Carnevale colpì un palo e brivido in area azzurra per un “mani” di Corradini. Il Bayern venne avanti confusamente alla ricerca del pareggio e si buscò il raddoppio dopo un’ora di gioco. Corner magistrale di Maradona, Carnevale sovrastò i difensori tedeschi e schiacciò in rete (59’). Sul 2-0, a dieci minuti dalla fine, Maradona lasciò il campo, sofferente (80’ entrò Carannante).

Al ritorno, metà Stadio Olimpico di Monaco fu conquistato dai tifosi napoletani giunti dall’Italia e da molte città della Germania. Careca stritolò il Bayern portando due volte in vantaggio il Napoli, in contropiede (61’ e 76’). Maradona creò e Careca fulminò in rete la sua splendida “doppietta”. Due volte pareggiarono i tedeschi, 2-2 e semifinale superata.

Finale andata e ritorno con lo Stoccarda.
All’andata, a Napoli, notte di sogno e primo tempo da incubo. Uno scugnizzo di Frattaminore, Maurizio Gaudino, emigrato in Germania e peperino dello Stoccarda, da venti metri impallinò Giuliani (17’). Gelo sugli spalti. I corazzieri tedeschi fiutarono la sorpresa, il rullo dei tamburi della curva B si fece assordante.

Nella ripresa, il Napoli si rovesciò nella metà campo dello Stoccarda. Salvataggio sulla linea di Schroeder. Poi la malizia di Maradona ingannò l’arbitro e beffò lo squadrone teutonico. Ecco la seconda svolta. Diego controllò il pallone, nell’area tedesca, con un braccio malandrino e poi lo scaraventò sul braccio teso del terzino Schaefer. Rigore. L’arbitro greco Germanikos vide solo il fallo del tedesco. Dal dischetto Maradona segnò con un sorriso impudente (68’).

Venti minuti finali col cuore in gola alla caccia della vittoria che arrivò all’87’: da Crippa a Carnevale, guizzo di Maradona che smarcò Careca. Accerchiato, il brasiliano spinse la palla in porta (2-1).

L’invasione napoletana a Stoccarda per il ritorno, la sera del 17 maggio 1989, resta indimenticabile. Careca scese in campo imbottito di antibiotici per domare la febbre. Ferrara, Francini, De Napoli e Alemao si batterono come leoni. Il Napoli colpì subito con Alemao (19’). Scambio con Careca e carambola in fondo al sacco.

Pareggio di Klinsmann su corner (29’ uscita sventata di Giuliani). S’alzò nel Neckarstadion il canto dei napoletani: “Oje vita, oje vita mia”. Roba da brividi. Imbeccata di Maradona per Ferrara, spintosi su un corner nell’area dello Stoccarda, e volée di destro di Ciruzzo che lasciò di stucco il portiere Immel (40’).

Contropiede micidiale nella ripresa. Duetto Careca-Maradona, il pibe resistette alle spallate di un difensore, volò via, dette di nuovo la palla a Careca che toreò Immel in uscita (61’). Sul 3-1, la Coppa era azzurra. De Napoli (68’) regalò un autogol ai tedeschi tramortiti che si risvegliarono.

Careca usci dal campo stremato, sostituito da Bigliardi (70’ Bianchi rinforzò gli ormeggi). Melina del Napoli per gelare il risultato. Ci scappò al 90’ l’orgoglioso pareggio dei tedeschi (3-3), ma il conto era favorevole agli azzurri dopo la vittoria dell’andata.

Coppa conquistata. Si commosse anche Bianchi, l’Orso Bianchi.

Lacrime, baci, festa e caroselli nelle strade di Stoccarda completamente in mano ai tifosi napoletani. Gemellaggio con quelli tedeschi. Le sei partite casalinghe della Coppa fruttarono al Napoli 17 miliardi di lire. Careca con 5 gol fu il cannoniere. Tre gol di Maradona, tutti su rigore. Tre gol di Carnevale. Due di Francini. Uno di Renica, fondamentale per buttare fuori la Juventus.
19/5/2019
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