Contatta napoli.com con skype

Altri Sport
Curatoli d'oro, la sciabola napoletana canta ancora
di Adriano Cisternino
È appena sceso dal podio dell'oro nella gara individuale del Trofeo Luxardo, di Coppa del mondo (definito il Wimbledon della scherma) barrendo in finale (15-13) Aldo Montano, leggenda della sciabola azzurra.

Ma per favore non parlategli di passaggio del testimone perché si arrabbierebbe ed avrebbe mille ragioni per arrabbiarsi.

Luca Curatoli, napoletano, classe '94, stella sempre più luccicante del firmamento schermistico azzurro, è al suo primo successo stagionale (secondo in carriera) in Coppa del mondo, dopo l'argento di Varsavia.

Ma – insistiamo – per favore non parlategli di passaggio del testimone dal campione livornese: “Non esiste! Aldo è tuttora una certezza della sciabola italiana, oltre ad essere un mio grande amico. Confesso che ero un tantino emozionato quando sono salito in pedana per l'assalto di finale: mi giocavo l'oro contro un avversario che era il mio idolo da ragazzino, quando cominciavo a tirare. Poi però, appena in guardia, tutto e passato. L'assalto è stato molto tirato ed equilibrato. Alla fine ci siamo abbracciati e lui mi ha fatto i complimenti”.

Ma c'è una ragione di più per rifiutare l'idea del passaggio del testimone: significherebbe forse che ha battuto un atleta in fase declinante? No! Non è vero. Semplicemente perché Aldo era lì, giunto alla finale del Luxardo, dopo un percorso non meno difficile del suo.

Il discorso, piuttosto, è un altro: Luca, 25 anni, è un campione, come attesta il suo ricco palmares, ma ancora in fase di crescita, perché la scherma è uno sport in cui si matura lentamente (il grande Edoardo Mangiarotti ha vinto il sesto oro olimpico a Roma '60 all'età di 41 anni e l'immensa Valentina Vezzali, casse '74, trionfò a Pechino 2008, a 34 anni, e a Catania 2011 conquistò il suo sesto oro mondiale e l'oro a squadre a Londra 2012).

L'ultimo successo di Luca Curatoli scrive un'altra pagina nella gloriosa tradizione napoletana nella sciabola, arma che ha trovato nell'allievo del maestro Leo Caserta un nuovo, straordinario alfiere dopo le lunghe quanto fulgide stagioni dei Dino Meglio e Gigi Tarantino.

Una tradizione consolidata anche da Dario Cavaliere, napoletano, figlio d'arte (il papà Massimo è stato bronzo alle olimpiadi di Seul '88), allievo di Alberto Coltorti, uscito negli “ottavi” a Padova nella gara individuale e protagonista con Curatoli nella gara a squadre di domenica che ha visto l'Italia battuta in semifinale dall'Iran (poi secondo dietro la Corea del Sud), ma ancora sul podio con la medaglia di bronzo dopo la vittoria sulla Romania nella “piccola finale” per 45-41.

Naturalmente nella formazione azzurra faceva parte anche Luca Curatoli, oltre a Luigi Samele ed Enrico Berrè.

Curatoli, Montano e l'Italia: triplo podio dunque a Padova per la sciabola azzurra, un triplo successo che già profuma di Tokio 2020 anche se le qualificazioni olimpiche cominciano il 1° aprile. Ma gli azzurri della sciabola sono già sui blocchi di partenza.

11/3/2019
RICERCA ARTICOLI